Capitolo 14 - Ubriaco

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Arrivato a destinazione tornò nella hall, notando che non vi erano chiavi mancanti in più. Avrebbe dovuto aspettare ancora, quindi andò a nascondersi, come suo solito, al limitare del bosco, aspettando che qualcuno tornasse. Nessuno si era messo a campeggiare o a fare festa intorno al lago, quindi non aveva altro da fare se non stare in quella zona. Pensandoci meglio avrebbe dovuto portare con sé i dolcetti, almeno avrebbe avuto qualcosa da fare.

Quando finalmente qualcuno si fece vivo, era da solo. Un ragazzo barcollante si stava pian piano avvicinando, appoggiandosi a macchine parcheggiate, pali e muri per non cadere al passo successivo. Era ubriaco fradicio. Jason lo odiava.

"Uccidilo, Jason! Uccidilo ORA!" Lo spronò sua madre. Ubbidì senza farselo ripetere.

Viste le condizioni in cui era non ci sarebbe stato bisogno di un approccio silenzioso. Impugnò saldamente la sua ascia nuova con una mano, uscendo dal bosco e dirigendosi verso la figura.

Il ragazzo si accorse di lui solo per l'immensa ombra che improvvisamente lo aveva coperto. Girandosi, si trovò faccia a petto col famoso serial killer, sobbalzando per un attimo. Guardò in alto con lo sguardo annebbiato dall'alcol, confuso, poi sorpreso e alla fine divertito.

"Ehi amico, bella maschera. Anche tu festeggi Venerdì 13?"Disse, facendo arrivare a Jason una disgustosa ventata d'alito da alcolista. La cosa gli fece solo stringere di più l'ascia.

"Il tuo costume è proprio figo, sembri vero, tu si che sembri uno che sa come ci si diverte. Ti offrirei una birra ma mi sa che me le sono scolate tutte" Iniziò a ridacchiare a quella sottospecie di battuta, talmente tanto che per un pelo non perse l'equilibrio. Dovette appoggiarsi al braccio di Jason per non cadere a terra. Al killer questo non piacque affatto. "Oddio bello, credo di aver bevuto troppo. Mi aiuteresti a tornare in camera? Sto giusto in questa baracca qui" Continuò, indicando l'albergo dietro di lui con un gesto della mano.

Jason con uno strattone si liberò dalla debole presa del ragazzo, prendendolo poi per il retro della maglietta e trascinandolo sul retro, dietro dei bidoni per l'immondizia. Non poteva ammazzarlo davanti l'hotel o avrebbe allarmato quelli che sarebbero arrivati dopo di lui.

Il giovane non riusciva ad opporre la minima resistenza. Venne trascinato senza che potesse fare molto a parte dire qualche altra parola, perdendo l'equilibrio appena l'energumeno aveva afferrato la sua maglietta e aveva iniziato a tirarlo.

"Ehi ehi ehi! Dove vai amico?! L'ingresso è da quella parte!"

Jason lo mollò solo quando fu sicuro di essere in un punto ben protetto da occhi indiscreti. Il tizio si accasciò per terra, col fiatone.

"Dai, aiutami ad alzarmi o finirò per passare la notte qui." Per tutta risposta Jason impugnò la sua ascia con entrambe le mani.

"Carina. È la tua ascia portafortuna? Te l'ha regalata la fidanzata per il compleanno?" Si mise di nuovo a ridere.

Jason alzò l'ascia sopra la sua testa, senza altro rumore se non il suo respiro che risuonava dentro la sua maschera.

"Ehi che cazzo fai?! Mettila giù!" Detto fatto, Jason calò l'ascia, dritta nello stomaco del ragazzo.

Quello rimase senza fiato, incapace di fare qualunque cosa tranne guardare l'arma conficcata tra le sue budella.

Jason la estrasse con facilità e l'altro emise un gemito strozzato. La maglietta prima grigia stava velocemente tingendosi di una tonalità scura di rosso.

L'ascia colpì di nuovo, staccando di netto un braccio. Poi il secondo, poi una gamba, poi l'altra. In tutto questo il giovane non riusciva ad emettere che rantoli e gemiti. Piangeva e aveva anche vomitato un po'. Se l'era persino fatta sotto.

Spostandosi al lato di quell'essere ancora per poco vivente, Jason alzò l'ascia per l'ultima volta, tagliandogli poi la testa e ponendo definitivamente fine alla vita del giovane.

Rimase qualche minuto ad osservare il suo operato, prima di far sparire le prove. Dopo poco tutto quello che restava era una pozza di sangue misto ad urina e vomito. Non era una bella vista e l'odore era anche più sgradevole. Jason si allontanò in fretta, tornando al suo punto d'osservazione.



Angolo Autrice:

Ciao a tutti!

Grazie all'obbligo di restare a case in questi giorni sto riuscendo a scrivere. Ho aggiornato la versione inglese della storia giusto ieri. Che soddisfazione riuscire a pubblicare di Venerdì 13 il capitolo 13 della fanfiction su Venerdì 13 ambientata di Venerdì 13. Ah ed era pure il mio compleanno, quindi alla grande! XD

Comunque, tornando a noi, questo capitolo è decisamente molto più breve del solito, ma visto che vorrei riuscire ad aggiornare più regolarmente entrambe le versioni della storia prima che l'emergenza finisca ho deciso che farò capitoli più brevi, quasi come se fossero di una o due scene. Così saranno più veloci da scrivere e tradurre.

Spero che questa storia continui a piacervi.

A presto!

Welcome to Crystal Lake (ITA)Where stories live. Discover now