Capitolo 2

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Notte 2

Stiles si trovava nella villa ma qualcosa non tornava, i mobili non erano i suoi. Continuava a guardarsi intorno, non capiva nemmeno in quale stanza si trovasse, dalla mobilia sembrava la stanza di un ragazzo, ma non era la sua, nervoso uscì dalla camera e dalla posizione nel corridoio notò che quella era la sua stanza da letto. Nel corridoio si sentivano delle voci, provò a gridare per chiedere chi c'era, ma la voce non uscì.
Era spaventato, non capiva cosa stesse accadendo, si ripeté più volte di svegliarsi, ma nulla, sembrava bloccato in quel mondo.
Decise di andare nello studio, era da lì che si sentiva vociferare, sembrava che due persone stessero discutendo.
Era arrivato davanti alla porta dello studio, stava pensando se
aprire o meno la porta, ma il suo corpo agì da solo, entrò nella stanza e vide che c'erano un uomo e una donna che si urlavano contro.
- Derek! Quante volte ti ho detto di non entrare in questa stanza? – la donna si era girato verso di lui.
"Derek? Chi è Derek? Io sono Stiles."
Come se fosse stato scacciato dal suo corpo, la visuale di Stiles si era spostata dall'alto, stava osservando dall'esterno. Vide questo ragazzo e avvertì la sua rabbia dopo esser stato scacciato dallo studio come se fosse stato un bambino. Ad occhio e croce poté chiaramente vedere che quel Derek non era un bambino, ma un ragazzo sulla quindicina, alto, dai capelli neri, ma il colore degli occhi gli era sfuggito.
- Tu e lo zio non potete tenermi lontano da questa storia! – replicò lui, andando contro la donna che era appena uscita dallo studio.
- Per il momento non sono ancora fatti tuoi, sei troppo inesperto per discutere degli affari della famiglia. Era una donna alta, dai capelli lunghi e neri, come i suoi occhi. Sul suo volto non si leggeva la rabbia che sembrava esserci nelle sue parole, ma piuttosto compassione.
- Lei era la mia ragazza madre, sono affari miei e non di famiglia! – il ragazzo teneva i pugni stretti.
- Proprio per questo dico che non sei pronto! Se fossi stato più maturo non avremmo avuto questo problema da affrontare, ora torna in camera tua! – Urlò la donna.
Non appena il moro batté la porta della sua camera, Stiles si risvegliò sudato e con il fiato corto nel suo letto.
Il suo cuore batteva forte, le sue mani stringevano ancora il lenzuolo bianco, come se temesse di ritornare nel suo sogno. Solo dopo qualche minuto il respiro e il battito si regolarizzarono, si chiedeva quanto avesse dormito quando la sveglia sul comodino suonò per indicargli che erano le sette: era giunto il momento di alzarsi dal letto.
Farlo non era stato per nulla facile, sentiva dolore per tutto il corpo, ogni movimento che faceva era faticoso, come fosse andato a dormire dopo una sessione estrema di palestra. Con fatica fece colazione ed uscì di casa per andare a lavoro. Era di turno al pattugliamento, ore dedicate a girare in macchina per la città. Doveva cercare di riprendersi in fretta, o il padre lo avrebbe fatto rimanere seduto alla scrivania.
Per tutto il tragitto non aveva fatto altro che pensare al suo sogno: era stato così reale che per un momento aveva creduto davvero di essere stato catapultato in un'altra vita. Mentre parcheggiava davanti alla centrale ripetè a se stesso che era stato soltanto un sogno, aveva mangiato troppe porcherie con Scott la sera prima.
Girare in macchina per la città poteva essere molto noioso. Per questo, aveva chiesto di essere affiancato dal vice sceriffo Jordan Parrish, con cui tutto era più leggero e allegro.
La prima volta che lo vide, rimase a bocca aperta, era di un bellezza davvero unica e aveva pensato che stonava in quel distretto pieno di agenti vecchi e rotondi. Il vice sceriffo era un ragazzo poco più grande di lui, capelli castani, occhi di un verde unico, così chiari che alla luce del sole il colore spariva. Il suo sorriso contagiava tutti e la sua risata aiutava ad affrontare le giornate dure al distretto.
Durante il giro in macchina non era successo nulla, come accadeva spesso. Bacon Hills non era una grande città, il massimo della criminalità negli ultimi mesi era stata una rapina alla posta, in pieno giorno, e con una pattuglia di polizia parcheggiata davanti all'edificio. Inutile dire che i due ladri erano stati arrestati appena avevano messo piede all' interno senza nemmeno avere il tempo di finire la tipica frase "mani in alto, questa è una rapina!"

Per quanto fosse stato divertente e tranquillo il pattugliamento, quel giorno era arrivato a casa stanco morto. La cena era stata veloce e leggera, non aveva molta voglia di sporcare pentole preparando una grande cena per una sola persona, non quella sera almeno.
Appena il suo corpo toccò il materasso morbido, ogni muscolo, rilassandosi cedette alla stanchezza, accompagnando la sua mente nel mondo dei sogni.

A cold world in eternal dreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora