65. Comfort zone

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"All'inizio era come magia:
Assuefatto e con il fuoco dentro,
Sempre a letto come in malattia,
Pure quando c'era poco tempo.
Ora invece non so cosa sia
Ossessione oppure sentimento?"

Emis Killa

Londra, 27 Agosto 2019

Valeria

«Mi hanno detto che c'è una donzelletta in pericolo.» esordisce Lewis, cingendomi le spalle con un braccio.
«Lascia stare, va'.» scuoto la testa.

«Problemi in Paradiso?» mi prende in giro, mentre saliamo la scaletta del suo jet.
«Una sorta.» annuisco, vaga. «Roscoe e Coco stanno bene?» cambio argomento.

«Benissimo, grazie.» gli si illuminano gli occhi scuri. «Hanno passato questi giorni a farmi le feste. È sempre bello tornare a casa ed avere che qualcuno ti aspetta.»

«Già.» sorrido. «Anche io ho tre cani e, quando torno, mi si riempie il cuore di gioia.»
«Sono molto più fedeli degli uomini.» sospira, spostando lo sguardo fuori dal finestrino.

Il suo tono improvvisamente triste mi spinge a tornare sui miei passi ed a cambiare di nuovo argomento, così confesso l'accaduto senza troppe perifrasi: «Lando ha dormito con la sua ex, stanotte, invece che con me.»

«Mi ha dato fastidio,» ammetto «perché ieri mi ha proibito di affittare una camera d'hotel a Londra in attesa della riapertura di Heathrow. "Per una volta che siamo insieme, tu vuoi dormire".» scimmiotto il pilota.

«Per una volta che siamo insieme, lui dorme con Jane. Non che abbiano fatto qualcosa di strano, hanno solo dormito, però...» mi interrompo, riordinando i pensieri.

«Boh, probabilmente mi dà più fastidio l'idea del gesto, che il gesto in sé.» scrollo le spalle.
«La maggior parte delle volte è così.» annuisce, serio. «È tutta una questione mentale.»

«La cosa ironica è che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi davvero.» constato. «Il cervello va da una parte, il cuore dall'altra.»
«E alla fine decide il cuore, conosco il fenomeno. Anche se... te ne sei andata.»

«Non tutti possono vantarsi di aver fatto un giro sul jet privato di Lewis Carl Davidson Hamilton.» la butto sul ridere.
«Su questo mi tocca darti ragione.» sorride.

«Quindi, lui non sa che tu sia qui.» aggiunge.
«Gli ho anche finito il latte.» gongolo. «Ma gliene ho comprata un'altra bottiglia, altrimenti mi sarei sentita più in colpa di quanto già non faccia ora.» rido.

«Lewis!» esclama una donna di mezza età, quando scendiamo dall'aereo. «Abbiamo un problema enorme, la ragazza che doveva fare lo shooting con te sta male.»

«Sono venuto fino a Milano per...» l'Inglese si massaggia il ponte del naso, scocciato. «Che seccatura. Ma la tipa è proprio proprio insostituibile? O meglio, ha già firmato?»
«No.» asserisce lei.

«Troviamone un'altra, per fare quattro foto.» Lewis alza le spalle, indifferente.
«E chi? È agosto, sono tutti in vacanza. A meno che...» la donna mi guarda.
«Matti.» scuoto freneticamente la testa.

«Non vorrai farmi tornare a casa senza aver concluso niente, vero?» mi addita l'Inglese.
«Mi stai chiedendo di posare per la presentazione della tua nuova capsule.» faccio una smorfia.

«Esatto.» sorride. «Non tutti possono vantarsi di aver fatto uno shooting con Lewis Carl Davidson Hamilton.» mi fa il verso.
«Che stupido.» rido.

«Accetto solo perché mi hai dato un passaggio fino a casa.» cedo. «Però devo sentire i miei, perché sono ancora minorenne e, per legge, la mia volontà vale poco.» informo la signora.

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