THE DAY AFTER

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🌍 Rotterdam, Olanda
📆 12 novembre 2018
🎧 Nobody's home - Avril Lavigne


that's where she lies
broken inside
with no place to go
no place to go
to dry her eyes
broken inside


È l'alba in Europa. Rotterdam è avvolta da un sottile strato di brina mentre il taxi raggiunge Weerlanerstraat ed arresta la sua corsa di fronte all'ultima casa della piccola via non molto lontano dal centro della città. Judith scende dalla macchina bianca e paga il tassista che gentilmente la aiuta a scaricare la sua unica valigia dal portabagagli. <<La ringrazio, le auguro buona giornata>> aggiunge Judith prima di voltarsi di spalle e salire i tre gradini che la separano da casa sua. <<Grazie e altrettanto a lei, signorina Verhalten>> risponde educatamente il tassista con un leggero movimento del capo.

<<Mi scusi, ci conosciamo?>> domanda Judith con le sopracciglia aggrottate e le braccia conserte per ripararsi dalla gelida aria mattutina. Il signore sulla sessantina accenna un piccolo sorriso e risponde cortesemente alla domanda. <<Certo, signorina. Tutta l'Olanda tifa Max Verstappen ad ogni Gran Premio ed in qualche modo fa il tifo anche per lei>> spiega pacatamente aprendo poi la portiera del taxi e scomparire una volta svoltato l'angolo.

<<Già, Max...>> sospira Judith prendendo la sua valigia e trascinando stancamente i suoi piedi su per i gradini che la conducono all'unico posto nel mondo che può veramente chiamare casa.

Vive a Montecarlo da ormai due anni e nonostante sia una magnifica città, tranquilla e dal clima mite, l'ha sempre vissuta molto poco. Il Principato di Monaco è come un'isola felice, lontano da tutto e tutti, ma Judith considera il suo piccolo appartamento più come una base lavorativa, un ufficio in cui riesce a tornare poche volte all'anno, piuttosto che come una vera e propria casa.

Apre la porta il più silenziosamente possibile e sistema il suo bagaglio nel piccolo ripostiglio sulla sinistra. È fisicamente distrutta: affrontare un volo intercontinentale in appena dodici ore l'ha resa stanca e fiacca soprattutto considerando che è partita dal Brasile, dove ora è piena estate, ed è atterrata in Olanda, dove invece l'inverno è già arrivato da tempo.

Toglie le scarpe da ginnastica ed infila le pattine rosa preparate da sua madre davanti alla porta di casa per non sporcare il parquet tirato a lucido. Striscia i piedi verso la cucina ed approfitta dell'orario per prepararsi un caffè bollente in modo da potersi svegliare una volta per tutte. La testa le pulsa da ormai un giorno intero e nemmeno la crostata di albicocche di sua mamma può diminuire il dolore incessante alle tempie.

Il profumo inconfondibile del caffè appena fatto riempie la cucina. Judith si siede al posto che occupa da quando era piccola attorno al tavolo e, con la tazzina fumante davanti a sé, torna con la mente al giorno prima al circuito di Interlagos.

Max esce dalla macchina con una furia ed una cattiveria mai viste, si slaccia le cinture alla velocità della luce e con un balzo salta fuori dalla sua monoposto, piuttosto malridotta dopo il contatto con Esteban Ocon. Judith si avvicina facendosi largo tra i meccanici e gli ingegneri presenti nel box Red Bull con l'unico obiettivo di fermare Max dal fare qualcosa di avventato e di cui si pentirà sicuramente.

<<Dove credi di andare?>> gli domanda appoggiando le mani sulle sue spalle, in modo da poterlo guardare negli occhi e cercare di capire le sue intenzioni. <<Lasciami andare, Jud. È un fottutissimo idiota, io gli spacco la faccia!>> urla l'olandese che vuole farsi sentire fino al box Force India <<Judith, te lo ripeto. Spostati o ti sposto io con la forza>> insiste il pilota con il fumo che esce dalle orecchie.

RECKLESS // MAX VERSTAPPENNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ