CAPITOLO 3

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~ lei non è più felice ed io non riesco più ad amare ~

POV'S CELESTE

< ma ciao Alex > gli sorrido sciogliendo il nostro abbraccio.
Passo lo sguardo su mio padre che è abbastanza infastidito o almeno è quello che sembra a me.

< tu saresti? > chiede freddo avvicinandosi ad entrambi.
Cerco con lo sguardo mia madre, ma non è più in salotto, deduco che sia andata a finire di prepararsi.

< oh lui è Alex > lo presento indicandolo < Alex, lui è mio padre >

< molto piacere, un onore aggiungerei >
Alex fa un sorriso, ma la simpatia non sembra reciproca.
Papà annuisce innervosito e pensieroso per poi andare verso la camera da letto.

POV'S NICCOLÒ

Entro in camera, Noemi è intenta a truccarsi davanti allo specchio.
Non è cambiata molto, anzi per nulla.
È sempre la donna più bella che io mai avuto l'occasione di incontrare, ai miei occhi lei è unica.
Eppure mi sono comportato da vero stronzo e non se lo merita, tanto meno Celeste.

< non hai bisogno del trucco > esordiscono avvicinandomi a lei.

< hai detto qualcosa di vagamente carino nei miei confronti? > chiede retorica continuando a mettersi il mascara sulle ciglia.

< smettila, non voglio litigare > mi siedo e osservo i suoi movimenti.
< specialmente stasera >

< però hai litigato con lei >

< se per questo Noemi l'hai fatto
anche tu > mi guarda come se le avessi detto la cosa più brutta di questo mondo e mi accorgo solo adesso di averla chiamata con il suo nome intero.
Prima lo facevo solo quando ero arrabbiato con lei, ma niente di che, poi passava.
Ora però non ho nulla contro di lei, di così importante o irritante da chiamarla in quel modo.
Ho seriamente paura che sia arrivato quel colpo di vento, quello che ha fatto cadere il vaso e cazzo se quella canzone discrive questa situazione.
Lei non è più felice ed io non riesco più ad amare.
Nessuno, non amo nessuno, forse l'unica cosa che mi rimane è la musica, anche se probabilmente sta cercando anche lei di fuggire dal mio cuore, così come tutte le donne della mia vita.

Mamma inoltre è molto arrabbiata con me.
Cerca di farmi ragionare, prova a cambiare tutto questo schifo, ma non ci riesce e finisco col deluderla, tanto per cambiare.
Sembra che io non riesca a fare altro.
Lei vuole solo il meglio per me e sa che sto sbagliando, lei tenta giorno dopo giorno, ma sono fatto così e non accetto insegnamenti o semplicemente consigli, anche se a darmeli è proprio la donna che mi ha messo al mondo.

< cosa ci ha fatto arrivare a questo punto? > chiedo sempre con il viso abbassato, ho paura di guardarle gli occhi e di non sentire più quelle forti emozioni che mi facevano provare.
Ho paura che tutto cambi...

< Niccolò lo sai benissimo che cosa > alzo lo sguardo e percepisco di essere la causa di tutto.
Non che io non lo sapessi, ma adesso ho una certezza in più.
Mi avvicino a Noemi che si guarda allo specchio.
Poggio le mie mani sulle sue spalle e mi chinò dandole un bacio fra i capelli.

< non pensare che io non ti ami >

< non penso questo Nic > mi guarda dal riflesso dello specchio, ma io cerco qualche informazione in più, so perfettamente che ha altro da dirmi.
< penso che sia evidente il fatto che qualcosa sia cambiato, ma spero sempre che a tutto ci sia un rimedio >
Annuisco e comprendo quello che mi vuole dire.

< senti, cambiando discorso > mi schiarisco la voce < chi sarebbe quell'Alessio...>

< Alessio?! > si gira verso di me scoppiando a ridere < Alex semmai >

< sì be' quello lì > lei scuote la testa sorridendo, guardo le sue labbra ed è forte il desiderio di posare le mie sulle sue.

< è un amico di Celeste > mentre parla prova ad allacciarsi la cerniera del vestito, ma con scarsi risultati.
Prendo le sue mani e le porto lungo i suoi fianchi.
Poggio con delicatezza e le dita sulla sua schiena leggermente pallida e allaccio la cerniera al suo posto.
Sul suo viso si fa spazio il rossore sulle guance e mi sembra di essere tornati due ragazzini innamorati.
Sono questi i momenti che mi mancavano.

< Wendy ti stai imbarazzando?> lei si alza dallo sgabello e si avvicina a me.
Mi guarda con stupore, io le sorrido compiaciuto.

< da quanto tempo Peter > sento un nodo alla gola e gli occhi farsi lucidi.
Avvicino i nostri nasi e poi lascio che la le nostre labbra si uniscano.
Un contatto dolce e leggero.
Mi era mancato, lei mi era mancata e pensare che rischio di perdere una persona così meravigliosa, per cosa poi?
Questo non lo so nemmeno io...

Qualcuno bussa alla porta e Noemi si affretta ad aprirla.
È quello lì.

< ehm... mi spiace disturbare, ma vostra figlia chiede se siete già pronti > ogni volta che posa gli occhi suoi miei cambia subito visuale, si sente in imbarazzo e mi piace l'effetto che gli provoco.
Noemi gli dice di sì e di aspettare un attimo.

< sei sicura che sia solo un suo amico > chiedo curioso quando lui è ormai lontano.

< credo di sì, ma poi che ti interessa >

< mi interessa eccome, se stasera ci prova anche solo per un secondo gli stancherò le mani, la lingua e le pa... >

< Niccolò! > mi rimprovera quasi amorevolmente non facendomi concludere la frase.
< vorresti dirmi che sei geloso?! >

< non te lo dico > parlo con il suo stesso tono di voce leggermente abbambinato.
Come due bambini che si fanno i dispetti.
La verità è che credo di esserlo, temo che possa succedere qualcosa alla mia bambina e ancora una volta mi sento uno stupido perché dovrei essere lì, accanto a lei in ogni istante, ricordarle quanto io la ami e invece non sono mai in casa, quando lo sono, mi rifugio lontano da tutti in una stanza dalle pareti bianche ricoperte dai riconoscimenti, dai dischi di platino.
Solo e con la compagnia del pianoforte, dei pensieri rumorosi che trascrivo sulla carta, quelli che poi trasformo in canzoni.

Sospiro, Noemi scuote ancora alla testa.
Alzo le spalle e ci incamminiamo verso il salotto per poter andare finalmente a questa "incredibile" come la descrivono tutti, festa di compleanno.

Il Mio Cielo InfinitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora