Capitolo 1 - Jeff

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Mi sveglio tardi, verso le dieci e mezzo. Il posto dove passo le notti dopo gli omicidi - che sarebbe una stanza con un letto in un angolo, con alcune coperte rovinate che lo ricoprono, e a destra dell'ingresso c'è una piccola finestra che illumina lievemente la camera - è tranquillo come sempre: non ci sono fastidiosi schiamazzi di bambini, rumori di mezzi che passano in strada, sono lontano dalla vita. Dai problemi. Ho abbastanza silenzio per poter pensare ma non è abbastanza per impazzire.

Ieri notte mi sono divertito. La ragazza che ho ucciso aveva un sangue buonissimo... mi ricordava quello di Liu, dolce al punto giusto.

Mi alzo e mi dirigo verso la parete. C'è appeso un piccolo specchio. Quello di casa mia. L'ho preso prima di scappare.

Il mio riflesso è semplicemente fantastico: pelle bianchissima, con la stessa consistenza del cuoio. Occhi spalancati e contornati di nero: non ho più le palpebre, le ho bruciate per vedere tutta questa bellezza per sempre. La bocca, la bocca è fantastica... sorride, finalmente sorride, e sorriderà per sempre, perché l'ho modellata così.

Sono bellissimo.

Mi allontano dallo specchio e prendo il coltello. È ancora sporco per ieri, così lo sciacquo. Anche la mia felpa bianca è macchiata.

Esco prudentemente dal rifugio. Di giorno devo fare attenzione perché sono riconoscibile. Si parla tantissimo di me, un'altra cosa che mi piace.

Mi attira un notiziario di un bar che riesco a intravedere dalla vetrina:

«È stata scoperta questa mattina una nuova vittima, si sospetta fortemente di Jeff the Killer, il famigerato assassino che ha ripreso a colpire dopo qualche mese di pausa. La ragazza, Jessica Smith, è stata assassinata nel suo letto, secondo il modus operandi dell'assassino. L'orario della morte sarebbe incirca verso le due di notte...»

Molto, molto bene. Devono avere paura.

Aggrotto la fronte. Sento di nuovo il desiderio di uccidere, voglio del sangue. Mi guardo attentamente intorno, la gente non presta attenzione a nulla, pensa solo a ritornare tra le braccia dei propri mariti o mogli, abbracciare i figli, pranzare tutti insieme.

Mentre io non ho nessuno. Ho me, e il mio coltello.

Ma di notte, cosa faranno per proteggersi da me?

***

Tra pochi minuti è mezzanotte. Via libera.

Esco dal rifugio. Inalo aria con intensità, dopotutto mi piace molto stare all'aria aperta. Nel mio rifugio non si sta male, ma niente può sostituire il girovagare per i vicoli bui in cerca di vittime. Questa è la mia casa.

Adocchio una villetta in fondo alla strada. Mentre mi avvicino, noto con piacere che la recinzione è bassa e più che innocua.
Lo rimpiangeranno. Rido.

La porta è un modello vecchio, molto facile da scassinare persino con una graffetta.

La voglia di sangue si sta facendo sentire.
Ancora un attimo.

Deadline - Jeff the KillerWhere stories live. Discover now