『 Tram❁ ❦ 』

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Ho sempre pensato che quel momento dovesse essere un momento magico, anche se trasportato dall'eccitazione, comunque un momento bello da ricordare.

No scopare con la prima persona che ti capita in una discoteca putrida.

Io pur avendo 16-17 anni, avevo la mente apposto, sapevo ció che era giusto e cosa no. Sapevo giá cos'era il mondo, per metá.

Dopo ad aver pensato alla mia adolescenza movimentata, mi alzo dalla sedia, pago il conto ed esco dal locale.

Una volta uscito esco e mi dirigo verso la fermata dell'autobus che mi porta a casa; un'altro problema che ho purtroppo, e quello di non essere riuscito a prendere la patente. Mi dispiace abbastanza.

Ho dimenticato di accennare, che ogni persona sul suo proprio braccio ha segnato dei numeri di quanto la tengono lontana dalla sua "anima gemella" dalla mia giovinezza speravo sempre che i numeri sul mio braccio non sparissero mai, perchè appunto volevo divertirmi.

È un pó come un filo legato, appena la incontri sei destinato a stare con questa persona e devi cederti a lei. Un pó egoista, vero?

Io non ho mai avuto da lamentarmi, insomma, una volta cresciuto guardavo i numeri ed era tutto indifferente, pensavo di più a me stesso se si può dire così.

Ora dice che i numeri sono di meno, che la mia anima gemella sia accanto a me?

Se fosse accanto a me i numeri sarebbero spariti cosa che non è successo quindi, è ok.

Il mio autobus è arrivato e appena si ferma aspetto che la gente scenda così da fsrmi spazio, per poi dopo salire.

Appena salgo cerco di aggrapparmi il più possibile ai ganci del veicolo, cercando di non cadere mentre quest'ultimo parte facendo la solita scossa che ti fa perdere l'equilibrio.

Nell'autobus ci sono diverse persone: una bambina con la sua mamma, un ragazzo con un cane, vecchiette e vecchietti seduti, ovviamente dare la precedenza alle persone più anziane, ragazze che parlano tra di loro e un ragazzo, forse piú piccolo della mia etá ma alto quanto me.

È un bel ragazzo se devo essere sincero; ha un corpo magro dove si intravedono i muscoli delle gambe e delle braccia, i capelli in due ciocche che gli cadono su entrabi gli occhi essi di colore neri pece, potrei anzi giurare che il nero sia il suo colore preferito, ha pantaloni neri e maglietta nera. Se si metterebbe nel buio neanche si vedesse, ma l'unica cosa a distinguerlo sarebbe la sua pelle bianca seta, mi piace molto.

È proprio un bel ragazzo.

Un altra cosa che dovete sapere di me, e che non mi piacciono le ragazze.
Quando ero giovane capitava solo per fare colpa sui miei amici, ma dopo il quarto anno e avendo conosciuto un ragazzo di nome Park Jimin, non che il mio migliore amico, abbiamo sviluppato interessi verso i ragazzi e non piú quelle galline con il petto bombato.

Il ragazzo di prima mi sta guardando, e distolgo lo sguardo da un'altra parte cercando di non far notare il rossore sulle mie guance, con gli occhiali che porto davanti agli occhi. Guardo i numeri, e noto che si muovono frequenti, sembrano impazziti.

Stanno morendo o cosa?

Di colpo l'autobus frena nel momento in cui non mi sto tenendo ai ganci, per appunto aver alzato la manica della camicia, e perdo l'equilibro.

Vado a sbattere con la faccia sul petto del ragazzo pece, che ora mi ha toccato i fianchi per non farmi cadere.

Ci guardiamo, ormai sono un disastro.

Madó, che figura!

Proprio il ragazzo che mi piaceva!

I numeri sui nostri bracci sono disconessi, allora il ragazzo si toglie le cuffie e posa il telefono che poco fa usava, e cerca di mettermi dritto e mi sorride quasi cerca di sforzare una risata.

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