Capitolo 28 - Sfide

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Quando abbiamo raggiunto il campo di allenamento, gli altri si stavano allenando duramente.

Da quello che ho visto, sembravano esattamente come mi aspettavo : combattenti, alti, forti, tutti muscolari, soprattutto ragazzi.

Alcuni, tuttavia, erano più atipici.

Un ragazzo magro con i capelli biondi in battaglia mi fissò. Era alto e magro e non potei fare a meno di chiedermi cosa ci facesse lì. Forse aveva, come me, "alterazioni"?

Quando Marcus mi ha parlato, sono saltato. Non l'avevo sentito avvicinarsi.

"Soprattutto, nessuna dimostrazione di genialità, questa formazione è obbligatoria, ma non voglio che tu venga notata."

Ha aggiunto :"In nessun modo, mantieni la tua insolenza per te."

L'ho misurato. Sebbene la vibrazione che si innalzava in me fosse tenue, non potevo sbagliarmi: mi disse la verità.

Ha continuato :

"Domani all'alba avremo un altro allenamento, ma per il momento continuiamo a combattere le tecniche di combattimento. Vai e scegli un'arma. "

Indicò la fine del campo. E fui quasi stupita di vedere due guardie dell'Ordine accanto a una piccola riserva di armi istituita per l'occasione.

Una volta alle guardie, le ho guardate. Erano come sempre: tipi poveri che l'Ordine usa per il suo lavoro sporco. Potrei scommettere che nessuno dei due aveva sognato di finire un giorno in questo posto. Probabilmente erano stati costretti  dalle circostanze, come praticamente tutti.

La faccia chiusa e le caratteristiche difficili, mi guardarono mentre sceglievo la mia arma.

Per un breve momento, ho pensato di prendere il bastone, un'arma che non era abbastanza impressionante rispetto alle asce e alle altre mazze. Poi ho ricordato cosa mi era successo l'ultima volta che mi sono allenato con un bastone. 

Se fosse successo di nuovo, sarei ben lungi dal "non fare onde". Così ho optato per un semplice gioco di coltelli da lanciare. Forse anche io potrei rubarne uno.

Mentre mi univo a Marcus, si udì un grido. Veniva da uno dei concorrenti, un uomo. Rimase in piedi, senza camicia, con la spada in mano, sopra un altro combattente, disteso a terra.

La punta della spada era appoggiata sul collo di quella che aveva imparato. Gli bastò ucciderlo in pochi secondi.

Il silenzio ora galleggiava a terra. Solo sembrava contare l'uomo impressionante, tutti i muscoli e la rabbia che in quel momento detenevano il diritto alla vita o alla morte.

Poi ci fu un sospiro e l'uomo si alzò a sedere, sollevando contemporaneamente la sua arma.

Intorno, la vita iniziò di nuovo a ronzare.

Mentre passavo, l'uomo piantò i suoi occhi nei miei. Occhi duri, brillanti di un bagliore nero e malvagio.

Un brivido mi attraversò la schiena e mi affrettai a distogliere la testa. Fu sola quando raggiunsi Marcus che ripresi a respirare.

Aleisha Grey - Demoni Interiori - Wattys2019Where stories live. Discover now