«Se.. ti faccio male dimmelo, va bene?» mi guardó negli occhi, pensai che Michael mai avrebbe potuto farmi del male.

Respiró a pieni polmoni, ero un po' agitata ma quando egli posó dolcemente le sue labbra sulle mie, il suo membro ormai eretto scivoló dentro di me mi sentì riempita completamente.

«Stai bene?» disse ansimante. Non parlai mi limitai a far cenno col capo.

Egli convinto della situazione prese a muoversi ed ecco che il bruciore fece capolinea, ma non ci feci molto caso, bensì cercai di evitarlo avvolsi le braccio attorno al suo collo e istintivamente sollevai leggermente le gambe arrivando a toccare con la punta dei talloni i suoi glutei sodi.
Non riuscivamo a parlare, ma infondo non dovevamo chiacchierare ma soltanto amarci nel miglior modo possibile. Egli afferró le mie cosce e le tenne salde in quella posizione, entrava ed usciva lentamente ma con profondità, adagió il capo nell'incavo nel mio collo, oramai eravamo un po' sudati e coi corpi bollenti. Cercò di solleveremo e così ci ritrovammo seduti e avvinghiati in mezzo al materasso ormai dalle lenzuola disfatte. Nonostante il bruciore iniziai a dondolarmi, imitando i suoi movimenti, egli ansimò e gemette sulle mie labbra acconsentendo e unendo le nostre iniziative. Continuammo ad amarci per ore, neanche ci feci più caso a quanto tempo era passato, non ne avevamo mai abbastanza eravamo diventati, a furia del tempo nostro nemico, insaziabili. Dopo un po' lo sentí, percepì il suo corpo irrigidirsi e rilassarsi subito dopo, mi strinse in un forte abbraccio, mi baciò il capo e mi fece distendere nuovamente sul materasso.
Minuti dopo, eravamo imbarazzati egli sosteneva il peso del suo corpo adagiandosi su un gomito, prese ad osservarmi con una strana luce negli occhi. Mi scostò una ciocca ramata dal viso adagiandolo dietro l'orecchio.

«Come ti senti?» sussurrò, la sua voce mi parve diversa, più profonda più sensuale.

«Bene, solo.. un po' di bruciore» egli sorrise
appena, consapevole del fatto che fosse stato il mio primo uomo.

«Sei bellissima» rise leggermente.

Senza dire altro, egli mi fece cenno di adagiare il capo sul suo largo e sodo petto. Avvolsi il braccio alla sua vita ed lui prese a giocherellare con i miei capelli ramati. Ero riuscita a lasciare il rancore da parte e a concentrarmi sulla verità la verità era che avrei dovuto fidarmi di più di Michael, ascoltarlo, ma soprattutto credere nell'amore che provavo per lui. In quel momento, li, col capo adagiato al suo petto e con il calore ancora che emanavano i nostri corpi, mi resi conto che nella mia vita in realtà tutto ciò che avevo sempre desiderato l'avevo avuto accanto da quando avevo avuto due anni. Michael era la mia luce, mio fratello, mio padre, un amico, l'amore.. egli riusciva ad essere tutto ciò che di cui avevo veramente bisogno. Avevamo fatto l'amore, quel passo importante che mi ero riservata per qualcuno che avrei amato alla follia, fino a stare male. E bene si, il mio desiderio si era avverto, avevo tenuto cura della mia verginità ed ero stata ripagata nel migliore dei modi. Ad un certo punto, il mio stomaco prese a brontolare.

«Hai fame?» saettò lo sguardo sul mio stomaco io svestita completamente alla portata dei suoi occhi arrossì.

«Ehm.. un po' credo» risposi imbarazzata mordendomi il labbro inferiore.

Egli si alzò scostandosi le coperte ed il suo corpo completamente nudo mi si presentò davanti, non potei fare a meno che osservarlo, e concentrarmi sulle sue cosce sode e i glutei lisci e rosei, per non parlare della sua schiena larga e ben delineata. Poco dopo, con gli occhi puntati sul suo corpo me ne sentí imbarazzata.

«Dovrebbe esserci un ristorante Thailandese qui vicino. Per te va bene?» chiese, carezzandomi dolcemente la guancia col pollice.

«Si! Adoro Thailandese!» esclamai e per la prima volta in quei giorni mi sentí davvero felice e pronta di ritornare a sorridere.

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