Unknown 4 - Dovresti fare e Dovresti Essere (Fare ed Essere)

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C'erano una volta due fratelli, Fare ed Essere, erano due tipi molto scherzosi e calorosi, ma solo all'apparenza. Questi due fratelli ogni giorno andavano da un ragazzino di nome Incerto e, per ogni cosa che provasse a fare o provasse ad essere, loro lo riprendevano.

Fare continuava a dirgli -"Beh, vedi... tu dovresti fare ciò che ti impone il mondo, trovati un lavoro qualunque, oppure non capisci che, a fare il contrario, diventerai matto e povero? Non vivrai mai bene se non fai come ti dico."Essere invece ripeteva sempre -"Beh, dovresti essere più forte di cosi, non vedi che sei sempre debosciato, represso e depresso? Non vivrai mai bene se non sarai come ti dico." Allora Incerto iniziò a fare ed a essere come detto dai due fratelli.

Passarono mesi e i tre si rincontrarono.

Fare, con modi molto raffinati da bon ton, si avvicinò dicendo :"Vedi, sembra che tu faccia tutto in modo diverso da quanto abbiamo parlato."Essere, con voce molto ferma e col petto all'infuori irruppe gridando :"È proprio vero, sembra che tu sia molto diverso da quando abbiamo parlato." Incerto sorrise con fare di chi ne ha viste tante e ne aveva passate molte, ma, dentro di sé, sapeva che non era cambiato veramente un accidente. Ogni cosa era esattamente come mesi prima: distante, grigia, poco attraente e soprattutto insopportabile. I due fratelli si accorsero dell'insicurezza, appena accennata, negli occhi del giovane Incerto e iniziarono a confabulare tra di loro. Stavolta fece, per primo, un passo avanti Essere e pieno di sé disse :" Sii più deciso ancora nella vita, non importa se il tuo capo ti sgrida, non importa se sei triste, non importa se non stai bene con la tua donna, non importa se non ti piace la tua vita. Se sarai più deciso riuscirai ad eclissare questa insicurezza."

Poi subito, senza nemmeno lasciare un istante di pausa alla fine del discorso del fratello, partii Fare :" Fa' in modo di lavorare più ore al giorno, fa' si che la tua vita sia meglio degli altri, fa' si che il tuo capo veda quanto valga il tuo lavoro. Se farai questo riuscirai a farti valere nel mondo."

E, cosi, passarono altri mesi, ed un lustro sembrava ormai diventato un gracchio di cicala.

Incerto era sparito, a nessuno sembrava importare. Fare ed Essere non si potevano la minima domanda su di lui finché, un giorno, entrati nella bottega di un vecchio calzolaio, l'anziano alla sprovvista domandò :"Ma, voi altri, vi ricordate quel giovane timido, impacciato e insicuro di nome Incerto?" All'unisono i due guardandosi fra loro risposero in modo secco :"Si." Il vecchio replicò :"Pare sia stato in prigione, pare che abbia quasi ucciso il suo datore di lavoro e pare che abbia quasi fatto andare la moglie ai matti per come si è comportato da circa cinque anni a questa parte in casa." Fare con modo molto timido ed impacciato disse :"Davvero? Io non ne sapevo nulla, eppure i suoi modi di fare sembravano impeccabili." Essere con voce ferma ostentò le sue parole :"Non posso crederci. Non avevamo tutta questa confidenza, eppure i suoi modi di essere sembravano assolutamente encomiabili." Appena finito ciò che dovevano nella piccola bottega ed esalando le ultime banali cordialità con il calzolaio uscirono di fretta e furia.

La sera calò sulla casa dei due resilienti fratelli e nessuno dei due tirò fuori l'argomento fino a quel momento.

Fare con la voce tremante sibilò :"Cos'hai pensato di quello che ci è stato detto oggi alla bottega? Dì la verità." Essere rigidamente gracchiò :"Cosa vuoi pensarne... si vedeva fosse un tipo bello matto, noi abbiamo provato solo ad aiutarlo. Niente di più, niente di meno. Non parliamone. Dormiamo..." Fare lascio uno spiraglio della finestra aperta tanto per far circolare la buona aria primaverile proveniente dai campi fuori casa, spense la luce ed entrambi i fratelli si misero a dormire. L'aria mossa proveniva da fuori, smuovendo lievemente in su e in giù la tenda. Mentre i due fratelli erano appena entranti nello stato di sonno più profondo che potevano conoscere, un'ombra si insinuo dentro la loro camera senza fare il minimo rumore. La losca figura prese una sedia dalla stanza adiacente senza fare rumore, la portò fin davanti i letti dei due fratelli e la sbatté più violentemente possibile per svegliarli. I due si alzarono con le palpitazioni del cuore a mille, la tachicardia sembrava aver preso il volante della loro esistenza in quel momento e, di fretta, accesero la luce. Alla vista dell'estraneo i due rimasero basiti, senza parole. Incerto, spostando il proprio viso alla luce, esordì sogghignando fiocamente :"Salute a voi." I due erano visibilmente shockati. Essere replicò balbettando :"Cosa vu-vu-vu-vu-vu-vu-vu-vu..." Al che si intromise Fare, continuando e finendo cosi la frase :"Vuoi da noi?" Incerto continuò serafico :"Sapete... prima vi ho sentito, e avete ragione. Voi avete provato ad aiutarmi, niente di più e niente di meno. Quando io stavo male, non avevo appigli, voi m'avete detto cosa fare e come essere, abbandonandomi cosi a me stesso, quindi mi sono detto perché non fare ciò che mi è stato riferito da loro, sono degli amici, sanno qual è la cosa migliore per me. E cosi ho iniziato a lavorare come un mulo, dodici ore al giorno, sotto i rimproveri del mio datore di lavoro che vedeva la mia poca voglia e pessima attitudine al lavoro che odiavo e che facevo male e, alla fine, l'ho messo sotto senza nemmeno accorgermene, pensavo fosse il freno, invece stavo premendo l'acceleratore... cosi mi sono fatto quattro anni di carcere. Poi mia moglie non faceva altro che inveirmi contro perché non stavo mai a casa, passavo troppo tempo a lavoro e non ero mai con lei, mi stava facendo diventare matto ma alla fine ho vinto io, e matta c'è diventata lei, avreste dovuto vedere che faccia ha fatto quando mi sono venuti ad ammanettare i poliziotti a casa... AHAHAHAHAH! E tutto questo perché ormai io sono un tipo forte, so cos'è essere duri come la roccia e virtuosi come i migliori re che hanno popolato questo mondo e so fare azioni che mai in vita mia avrei compiuto. Ed È tutto merito vostro... solo merito vostro. Ma vedervi cosi mi fa quasi piangere il cuore che non ho più. Pregno dei vostri insegnamenti non vi riconosco, tremanti e impauriti, davanti a me e alla mia ormai vecchia insicurezza, cosa vi prende?" Incerto porto una mano sotto al suo giacchetto e da sotto la spalla estrasse una Magnum 44 con il tamburo pieno di proiettili, l'arma rifletteva la luce della luna che filtrava timida dagli spiragli creati dal movimento delle tende. Essere non fece altro che rimanere fermo, aveva già capito in che verso sarebbe andato il destino quella sera. Fare, invece, sembrava molto più coriaceo e non voleva abbandonarsi alla subdola idea che gli si stava insinuando come un virus dentro la testa. Prese la lampada di scatto e provo ad alzarsi dal letto per andare contro Incerto ma, un proiettile, in meno di un secondo, lo colpì tra la clavicola e la spalla rimettendolo steso a letto. Incerto, a braccia aperte all'aria e con fare da predicatore, disse :"Non vi preoccupare, vi curerò io dalla vostra malattia. Perché io oggi Sono ciò che dico e, soprattutto, faccio ciò che penso." Con un movimento aggraziato Incerto puntò Fare e continuò :"Quindi io adesso FACCIO..." Una prima esplosione sorda partì dalla canna della pistola, infilando un proiettile in mezzo agli occhi del primo malcapitato. Il mirino puntò il secondo fratello, ormai rassegnato e con occhi spenti. Incerto completò la frase :"Quindi io adesso SONO." E il secondo colpo penetrò brutalmente la fronte dell'ultimo fratello rimasto, lasciando un silenzio religioso nella stanza.

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⏰ Last updated: Sep 17, 2019 ⏰

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