15 agosto

1.3K 5 0
                                    

Iniziò tutto, in una mattina di meta agosto. Quella mattina, mi svegliai con una spinta in più. Già da tempo non frequentavo più una Padrona, e oramai mi stavo rassegnando. Non so come o perché, decisi di sfogliare l'agenda e di comporre: "Buongiorno Federica. Sono Franco, ci siamo conosciuti tempo fa..".

Attesi, per circa un quarto d'ora. Attesa che sembrava a mio avviso lunga. Mille i pensieri che vagavano nella testa. Mi risponderà? Si ricorderà di me? E se rispondesse e non mi volesse, che figura potrei fare? e mentre, il cervello si contorceva, gli occhi leggono la risposta "Buongiorno come stai?"

Pessimista come sempre, rispondo "Bene, grazie" e aggiungo "da quando mi ha lasciato vivere nel suo appartamento, non ho smesso di pensarla. Mi piacerebbe rivederla". 

Per tutta risposta, mi beccai una porta in faccia. Ma non accettai un No! anche se mi fece capire che non c'era spazio per me. Continuai, provai ulteriormente, cercando di convincerla. Volevo a tutti i costi, Appartenerle. 

Gli misi, in chiaro la possibilità di usarmi, ma misi in chiaro anche i miei limiti. Poi la salutai e mentre le inviavo l'ultimo messaggio, lei mi rispose con un secco "Aspetta, facciamo domani pomeriggio". 

Dovetti uscire di casa, quel pomeriggio. Dopo quel messaggio, tutto il mio corpo iniziò a mettersi in allerta. Decisi, quindi di uscire, prendere un po' di aria fa bene (me lo diceva sempre un caro amico). Passeggiai nel viale dei ricordi, dimenticandomi dell'orario. Quando tornai a casa, quella notte di quel Mercoledì iniziai a mettere a fuoco ciò che a breve sarebbe iniziato. Mi misi sdraiato sul letto, guardai fuori dalla finestra è vidi le stelle. Mi addormentai cosi!.

16 agosto

Arrivai mezz'ora in anticipo, quel pomeriggio di giovedì 16 agosto. Seduto in macchina, guardavo l'orologio segnava le 15. L'ansia da prestazione, mi saliva fino alla gola. Sarei stato all'altezza, delle sue grazie, oppure avrei fatto la figura dell'idiota?.. mentre mi frastornavo, ecco aprirsi la portiera della mia utilitaria. Una piccola "Carrozza" (cosi la chiamava) color mogano scuro. Bella come non mai. Con quel viso angelico, non dava l'aria di una Padrona sadica, come si parlava. Accesi la macchina e partimmo verso la mia umile dimora. Durante la traversata, si è parlato di ciò che si avrebbe iniziato. I timori emergevano come funghi, in un prato. Guardandola negli occhi, vedevo una luce diversa dalle altre. 

La mia mente di colpo si aprì. Ero come catturato, avvolto dalla sua bellezza, dal suo fascino, dal suo modo di fare.. 

Arrivati in casa, la Padrona ammirò con cura, l'ambiente circostante. Un vano composto da un divano, un tavolo e tre sedie con annessa la cucina. Ma ciò che la colpì, maggiormente furono i quadri appesi. 

Nel frattempo, io mi misi in ginocchio davanti a lei, nudo. Non riuscendo a togliergli gli occhi di dosso, lei mi guardò e disse: "Visto che mi hai contattato, devi sapere delle cose. Io non sono le Altre! Ciò che hai fatto precedentemente a me non importa. Da oggi, farai ciò che voglio io e sarai ciò che voglio che tu sia. Chiaro?"

Chiarissima come macigni, arrivano dirette alle mie orecchie, il mio cuore inizia a battere, mi sento girare.. prendo qualche minuto, poi rispondo: "Si, certo come vuole".

Si siede nel divano, divarica le gambe e mi guarda. Sogghigna una smorfia di malignità e continua, la mia agonia. "Voglio, iniziare le cose per bene. Firmerai il contratto, ed inizierai a capire il comportamento e l'appartenenza", caspita che emozioni forti, mi stanno assalendo. Tutto il corpo è in fermento, dubbi concreti, si insinuano dentro di me. Sale la tensione, chi è colei, che vuole farmi totalmente suo? io abituato, ad un certo tipo di rapporti vanilla, nessun contratto imposto.. Mi prendo un altro po' di tempo, poi mi decido ci provo. Mi metto nelle sue mani, il mio corpo e la mia mente è sua.

Diario di FrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora