11. Tremila personalità.

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Chissà perché le persone mentono a loro stesse, e agli altri, quotidianamente. Cosa spinge l'essere umano ad essere finto? Cosa lo frena dall'essere sincero?

Sarà capitato a tutti noi, almeno una volta nella vita, di adeguarci ai modi di fare e pensare della persona con cui stiamo conversando. Come se avessimo tremila personalità che esterniamo in modo differente a seconda delle circostanze. Come se mentissimo con tutti, persino con noi stessi.

Quante volte ci sentiamo limitati ad esprimere il nostro pensiero? Ad elencare le cose che ci piacciono, le cose che ci appassionano e i nostri gusti musicali preferiti? Sono cose banali, ma se ci riflettete bene, queste piccolezze dicono molto sulla nostra persona.

Se continueremo a relazionarci così a vita, a personificare qualcosa che non ci appartiene, finiremo per dimenticarci davvero chi siamo realmente.

Benjamin aveva fatto esattamente la stessa cosa. Quella sera, inzuppa fradicia dalla testa ai piedi, per evitare che mi ammalassi, mi aveva asciugato i capelli con una lentezza disarmante, come se avesse avuto timore di sfiorarmi. Come per godersi in pieno il momento, desiderando che non finisse mai.

Un gesto frainteso probabilmente. Ho frainteso della semplice gentilezza che magari è abituato ad esporre con chiunque facilmente, con dell'apparente premura e preoccupazione verso qualcuno per cui nutri interesse.

Ho dato troppa importanza al suo gesto di abbandonare la sala cinema, durante la visione del film, per raggiungere l'uscita insieme a me. Avevo creduto, preferisse passare del tempo con la sottoscritta anziché con i suoi amici.

E non dimentichiamoci della confidenza riguardante la morte del genitori, buttata così a caso, senza che io indagassi troppo sulla sua vita privata.

Adesso mi tocca davvero pensare di non aver capito niente fin dal principio. Devo prendere in considerazione l'ipotesi, che l'idea che ho di questo ragazzo sia completamente errata. Forse mi ha fatto conoscere di lui solo le cose che reputava necessarie.

"Ci sono cose che non sai."
Che ridicolo. Non posso venire a conoscenza di fatti che mi vengono nascosti. Gli avrei voluto rispondere.

Ma non l'ho fatto. Mi sono limitata ad osservare la scena in disparte, fingendo che quello a cui stavo assistendo non fosse nulla di così deludente da elaborare. Non ho mai preteso chissà quali cose da lui, anzi, non avevo nessun tipo di aspettative nei suoi confronti.

Dopotutto, non mi è mai piaciuto reclamare attenzioni da nessuno. Persino da piccola, quando probabilmente ne avrei avuto bisogno, o almeno le desideravo da parte di mio padre. Ho sempre pensato, che cercare di ricoprirsi di affetto fosse da stupidi, da persone deboli. E tra tutti gli appellativi negativi che mi attribuisco da sola, l'essere fragile non è uno di questi. In conclusione, non ho scelto io di ricevere determinate considerazioni da parte sua, quindi non comprendo perché si sia sentito in dovere di mentirmi.

È fidanzato con la figliastra di mio padre, e  vive in casa loro. Come si può omettere un particolare così importante? Crede che a me interessi qualcosa di lui? Se così fosse, ho fallito miseramente nell'intento di essere indifferente, e addirittura apatica col mondo circostante. Penso di non potermelo mai perdonare.

Malgrado il mio carattere decisamente poco incline alle relazioni umane, una piccola parte di me, un piccolo invisibile granello della mia coscienza, aveva deciso di potersi prendere la libertà di includere Benjamin nel mio piccolo mondo, fatto di instabilità e disordine. Pensavo si meritasse un'occasione, immaginavo fosse scorretto odiarlo in partenza, poiché mi stava convincendo che, per una volta, non c'era il bisogno di costruire un muro tra me e le persone. Che pensiero azzardato, giusto?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09, 2019 ⏰

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You can't fix me// Benji&FedeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora