ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛʀᴇ

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Jungkook sospirò. «Almeno posso curarti le mani?» Yoongi non rispose e gliele porse facendolo sorridere. «Farà un po' male!»

«Allora fai in fretta».

E dopo le lamentele di Yoongi per il dolore e le risate di Jungkook davanti alla parte un po' bambina del suo hyung, quest'ultimo si ritrovò con le mani perfettamente fasciate. Per tutto il tempo aveva osservato il minore occuparsi con dedizione di lui, con quei capelli corvini che gli finivano davanti agli occhi, il sorriso da coniglietto che gli increspava le labbra ad ogni sua parola e imprecazione, le guance leggermente rosse. Yoongi teneva tanto a lui, a tutti loro, e la cosa che più lo faceva stare bene era sapere che quell'affetto fosse ricambiato.

Avrebbe tanto voluto ringraziarlo, ma non trovò il coraggio. «Fantastico» borbottò invece. «E ora come faccio a suonare il pianoforte?»

Jungkook buttò il cotone usato nel cestino e pulì con uno straccio il sangue sul pavimento. Si sedette con le gambe incrociate nel letto di Yoongi e lo guardò con un dolce sorriso sulle labbra. L'infortunato sentì il suo cuore aumentare i battiti. «Con tutto il rispetto del mondo, se fai il cretino te lo meriti, hyung» disse senza spegnere quel maledetto sorriso da coniglietto, che lo faceva sembrare un bambino che amava la vita con tutto se stesso.

Yoongi abbassò lo sguardo. «Qui l'unico cretino è Taehyung» mormorò.

«Perché?»

«Yoongi-hyung!»

L'interpellato riconobbe subito la voce profonda di Taehyung e alzò lo sguardo sulla porta: lo vide entrare preoccupato e raggiungerlo, saltandogli praticamente addosso, e Yoongi fu sorpreso da quel gesto d'affetto. Appena il castano si staccò gli prese le mani fasciate tra le sue. «Mi dispiace tantissimo, hyung!» esclamò con le lacrime agli occhi.

Yoongi gli mise una mano sul capo e annuì, allora Jungkook si alzò. «Vi lascio soli» disse con un sorriso tirato e uscì dalla stanza.

«Ecco, l'hai fatto scappare!» esclamò Yoongi sbuffando, poi abbassò lo sguardo su Taehyung e notò che le lacrime, che prima tratteneva, ora rigavano il suo volto. Lo prese tra le braccia. «Tae... non piangere, per favore. Sai che non sono bravo a consolare gli altri».

Sentì Taehyung ridacchiare leggermente. «Mi manca di già» mormorò sul suo petto.

«Lo so. Ma perché l'hai fatto?»

«Perché desidero soltanto che lui sia felice. I miei sentimenti gli saranno soltanto d'intralcio nei suoi sogni» spiegò, tra un singhiozzo e l'altro. «Vorrei non averlo mai incontrato».

«Sei serio?»

«No».

[...]

La mattina dopo Taehyung si svegliò a pezzi. Osservò il letto sopra il suo e riuscì a scorgere la piccola figura di Jimin che risposava russando leggermente. Quando dormiva profondamente, infatti, le sue labbra si spalancavano in una "o" e usciva quel dolce suono che faceva sempre sorridere Taehyung. Ricordava perfettamente tutte le volte che si era svegliato con Jimin che dormiva beatamente accanto a lui, il volto angelico rivolto verso il suo. Restava a guardarlo per tantissimo tempo, ricordando quanto Jimin ci tenesse a lui: ogni volta che stava male non lo lasciava solo un minuto, a momenti nemmeno per farsi una doccia. Poi, appena sentiva il leggero russare finire e vedeva le palpebre di quell'angelo muoversi un po', segno che si stava svegliando, Taehyung si metteva a guardare il letto sopra il suo, aspettando un assonnato: «Buongiorno, TaeTae».

Quella notte, però, aveva dovuto aspettare parecchio prima di sentire quel leggero russare. Jimin non si era addormentato fino alle quattro e Taehyung era rimasto sveglio con lui. Sarà al telefono, pensava. Mai avrebbe potuto immaginare le lacrime che cadevano dai suoi occhi, il viso contro il suo pupazzo preferito per evitare di far sentire i singhiozzi al ragazzo sotto di lui e il cuore a pezzi che sanguinava nel suo petto.

Taehyung si alzò svogliatamente dal letto, indossò le ciabatte nere e si diresse in cucina, dove trovò Seokjin intento a preparare la colazione e Jungkook sul divano in salotto. Si sedette accanto a lui e sorrise quando lo vide sbadigliare, seguendolo poi subito dopo.

«Hyung, hai dormito male stanotte?» gli domandò Jungkook, ricevendo uno sguardo interrogativo come risposta. «Hai delle occhiaie paurose» Fece un'espressione strana e cadde per terra e Taehyung scoppiò a ridere. Jungkook lo seguì a ruota, facendo sorridere Seokjin dalla cucina. Quest'ultimo viveva per quelle risate, come una vera e propria mamma, ma, mentre stava tranquillamente cucinando dei pancake, sentì due braccia circondargli la vita.

«Come stai?» gli domandò Namjoon facendo rabbrividire la pelle del povero Seokjin, che a quasi un anno di distanza (nessuno sapeva della loro relazione, erano bravi a fare le cose in segreto – o almeno così credevano) provava le stesse sensazioni.

«Di merda» rispose facendo ridere il minore. «Non puoi immaginare il dolore che provo nella schiena, culo compreso» Sospirò. «E pensare che quello più grande sono io».

Namjoon rise di gusto, ma arrossì ugualmente ripensando alla notte prima. Con una scusa banalissima e veramente stupida da parte di Seokjin, erano andati in camera e avevano fatto l'amore, sperimentando una nuova posizione.

«Hyung~» urlò Taehyung dal salotto.

«Quando è pronta la colazione?» continuò Jungkook per lui.

«Tra poco! Mettetevi a tavola» rispose Seokjin sotto lo sguardo amorevole di Namjoon.

«È una mia impressione o quei due vanno più d'accordo ogni giorno che passa?» domandò il leader del loro gruppo.

Seokjin sospirò. «No, sono sempre andati d'accordo. Anche se Jimin e Taehyung non si battono, hanno veramente un bel rapporto» replicò.

Namjoon annuì. «Eppure, ultimamente Taehyung si sta allontanando da Jimin».

Seokjin sbuffò e si voltò verso il suo fidanzato. «Amore mio, capisco benissimo che tu tenga all'unione del gruppo, ma, per favore, evita di farti i cazzi di Taehyung» Abbassò lo sguardo sui pancake. «Ha già altre faccende da risolvere, in primis con se stesso».

«Ovvero?»

«Sei davvero cieco! Per capire che ti amavo quanto ci hai messo? Mesi interi, e ho cercato di dimostrartelo in mille modi quando eravamo da soli. Dormivo sempre nel tuo stesso letto tutto ad un tratto, non ti sembrava strano?» sussurrò per non farsi sentire da nessuno e Namjoon arrossì. «Ora apparecchia, paparino».

«Va bene, mammina» Namjoon si bloccò alla porta. «Comunque, se ci pensi, ci manca solo l'anello, perché i figli già ce li abbiamo. Lo dicono anche su WattPad-».

Seokjin avvampò. «Muoviti!» urlò, tornando a occuparsi dei suoi pancake: ne aveva sfornati davvero tantissimi, forse troppi. Quando ebbe finito li portò a tavola e vide che c'erano tutti tranne Jimin. «Taehyung, puoi andare a svegliare quel dormiglione di Jimin?» gli chiese.

Taehyung, che stava parlando con Jungkook, sbiancò davanti a quella richiesta e Seokjin aggrottò le sopracciglia. La cosa che lo insospettì ancora di più fu Yoongi che, senza dire una parola, si alzò e scomparve nel corridoio. Il maggiore andò quindi a sedersi accanto a Namjoon, che aveva osservato la scena con occhi indagatori. Tutto ciò era piuttosto strano.

Dopo poco Yoongi tornò trascinando dietro di sé un Jimin assonnato. Taehyung notò che indossava la felpa che gli aveva rubato di nascosto pochi mesi fa e basta, dato che gli arrivava quasi alle ginocchia. Il ragazzino dal volto angelico si sedette tra Seokjin e Hoseok. «Buongiorno» disse sbadigliando.

«Hai dormito male stanotte?» gli domandò Seokjin.

«Malissimo» rispose Jimin tenendo lo sguardo basso sul suo piatto. Aveva lo stomaco chiuso. Il solo pensiero di mangiare qualcosa lo faceva quasi vomitare. In più, se avesse alzato la testa avrebbe incontrato gli occhi di Taehyung che, purtroppo, era seduto davanti a lui, tra Yoongi e Jungkook. Menomale che quello che passa più tempo con Kookie ero io, pensò e strinse le dita sui bordi della sua felpa con rabbia.

«Non mangi?» gli domandò Hoseok.

Jimin alzò il capo verso di lui e scosse la testa. «Non ho fame» disse e si alzò. «Credo che andrò a dormire».

Taehyung lo osservò mentre scompariva nel corridoio, senza girarsi nemmeno una volta per incrociare il suo sguardo o fargli un debole sorriso per rassicurarlo, come faceva sempre quando si sentiva poco bene e non aveva fame. Quando la sua figura fu inghiottita dal corridoio, un vuoto immenso gli riempì il cuore.

ho bisogno di te - vmin, kookgaWhere stories live. Discover now