This ultraviolet morning light below tells me this love is worth the fight. 

Island took and island, punished you in silence

went off like sirens, just crying

Aveva trattato male Severus Piton e l'aveva preso in giro davanti a tutta la scuola; ma poi aveva chiesto scusa (a lei, mai a Piton).
Aveva fatto dispetti a chiunque, interrompendo lezioni e dando fastidio in classe; ma poi aveva smesso e se ne era pentito. Quando parlava, adesso, le sembrava di sentire una persona adulta, matura e consapevole del mondo che lo circondava: un mondo che a lei faceva paura, ma faceva paura anche a lui. E dopo la sera precedente, Lily non riusciva a pensare ad altro se non alle sue parole e non era riuscita a dormire. Perché? Forse perché avrebbe voluto che nel letto, insieme a lei, ci fosse stato anche lui. Forse perché era stato un errore dire che era stato un errore. Non c'era nessuno sbaglio, in quello che avevano fatto, e lei se ne era accorta quando aveva seriamente creduto alle sue parole, a ciò che lui le aveva detto e a come lei ci aveva -incredibilmente- creduto: Nessuno ti farà mai del male, non finché ci sarò io. Si era seriamente sentita protetta, al sicuro e senza nessun dubbio riguardo alla sua sincerità. Sapeva, semplicemente, che James avrebbe sempre fatto di tutto per difenderla. Perché la amava. E lei amava lui. Ed era impossibile che lei lo amasse, perché, insomma: era James Potter. Lo stesso che aveva fatto il bullo con il suo migliore amico, ma che con i suoi amici dimostrava una lealtà disarmante; lo stesso che aveva fatto una rissa in cortile con un Serpeverde prima di una partita di Quidditch perché aveva chiamato un suo compagno di squadra "Mezzosangue" e Lily sapeva come ci si sentisse, ad essere denigrati in quel modo davanti a tutti, perché era successo anche a lei. E, forse, iniziava a pensare che James non avesse tutti i torti su Piton: diceva di volerle bene, ma l'aveva insultata davanti ad un sacco di persone, l'aveva ferita e non c'era scusa che tenesse, per una cosa del genere.
 Era stata la goccia che aveva fatto traboccare un vaso ormai quasi colmo di incomprensioni, di gelosia, di punti di vista differenti. Bastava pensare a ciò che Piton diceva di Remus: di come fosse un mostro, una persona spregevole; perché lui sapeva. E Lily l'aveva scoperto poco prima di tagliare i ponti con lui, durante una loro litigata. 
«Continua a frequentare pure mostri come Remus Lupin, vedrai che non ti porterà a niente » e l'aveva detto con così tanto veleno nella voce che a Lily si erano gelate le vene ed un campanello d'allarme si era fatto strada nella sua testa. 
E forse -forse- James non aveva mai avuto torto, nemmeno su altro. 
Stava camminando nei dintorni del Platano Picchiatore e della Foresta, era ormai sera, ed il sole stava tramontando. Pensava a tutto questo, pensava a lei, a James, a quello che avrebbe aspettato tutti lì fuori, a come fosse facile rivalutare le persone in meglio, come aveva fatto con Sirius e James. E a come fosse facile farlo in peggio, come aveva fatto con Severus. A come tutti cambino così velocemente, in quei pochi anni che sono l'adolescenza e a come James fosse diventato l'uomo di cui si era innamorata, alla fine. Dopo tutti i suoi scherzi, le sue battute sul loro finire insieme da adulti... E ora Lily sentiva, in cuor suo, di non voler nient'altro che quello: una vita con James accanto, con delle cene in cui avrebbero invitato Remus, Sirius e Peter e in cui avrebbero riso insieme riguardo ai vecchi tempi di Hogwarts, a come Lily era solita odiare James così tanto da innamorarsene. Voleva questo. Cibo, risate, una casa calda in cui rifugiarsi, gli abbracci di James, i suoi baci, il vino per cena e il raccontarsi la giornata difficile che avevano affrontato, il combattere insieme per quello che stava accadendo nel loro mondo così complicato, il confrontarsi, il lottare e, sopratutto, il vincere. 

Insieme
Mentre pensava a tutto questo, Lily sentì un rumore tra gli alberi che catturò la sua attenzione, verso la Foresta. Assottigliò gli occhi cercando di vedere qualcosa, ma non scorse niente, così si alzò senza far rumore ed estrasse la bacchetta. Si mosse con delicatezza e silenziosamente verso gli alberi, mentre il sole continuava a calare e rendeva il cielo quasi rosso.
Era un bel tramonto, a Lily sarebbe piaciuto restare ferma a guardarlo, se la sua attenzione non fosse stata catturata da altro. 
Vide una figura muoversi velocemente tra la vegetazione e corse in quella direzione; sembrava aver saltato e Lily non riusciva a capire di cosa si trattasse. Finalmente la raggiunse e ne vide la forma, da lontano. Si bloccò sul posto, incredula: un elegantissimo cervo era fermo immobile, sembrava si stesse godendo anche lui il panorama. 
Lily trattenne il respiro e si avvicinò, nascondendosi dietro gli alberi, per non farlo scappare. Era incuriosita da una tale figura così insolita tra quelle mura, ma così bella. Avrebbe voluto fargli una foto, ma non aveva con sé i mezzi.
Si sporse appena da un albero, per vederlo meglio: era fermo, tranquillo e non accennava a volersi muovere; così lei si spostò un pochino più avanti. Si nascose velocemente e, quando si sporse per vederlo di nuovo, l'animale se n'era andato.
Sbuffò rumorosamente, innervosita: probabilmente aveva fatto rumore e lui si era spaventato, ma non l'aveva sentito andare via. 
Si stava facendo ormai scuro e nel cielo vi erano gli ultimi bagliori della giornata, così, dopo una leggera occhiata in giro, decise di arrendersi e riavviarsi ad Hogwarts: tanto, ormai, aveva perso sia il cervo che le sue tracce. 
Stava giusto per fare dietrofront quando il cervo ricomparve nella sua visuale e lei dovette trattenersi dall'urlare davanti a ciò che vide: il cervo diventò James Potter. 
O meglio, James Potter tornò ad essere James Potter e non un cervo.
Si portò una mano alla bocca sbalordita. 
Lo vide prendere dei vestiti da un cespuglio lì accanto, mentre tremava di freddo. 
Lei aveva gli occhi spalancati, le sembrava impossibile che James fosse un Animagus. Mille pensieri le frullavano nella testa, quando lui si girò e la vide. Si bloccò sul posto e nessuno dei due per un minuto buono fece un passo, finché James non si decise ad andarle incontro. 
«Evans » esordì. 
Lei lo guardava con occhi sempre più aperti, non batteva nemmeno le palpebre.
«Mi spii, adesso? » ridacchiò lui, vedendo che lei non rispondeva. Cercava di sviare l'argomento e sperava con tutte le sue forze che lei non avesse visto niente. 
«Io non... » non finì la frase. 
«Beh, tanto non hai visto niente di nuovo, no? » le fece l'occhiolino. «C'è un laghetto d'acqua calda qui vicino e- » 
«Non ho visto niente di nuovo?! » quasi urlò Lily. «Stai scherzando? Da quando sei un fottuto cervo? » 
James si passò una mano sul viso, smascherato e vinto, si arrese alla situazione. «Sono un Animagus » rispose semplicemente. 
Lily lo guardò, con occhi indagatori ed ammirati. E, senza nemmeno pensare, sussurrò: «Sei bellissimo » 
Lui la fissò sorpreso. «Grazie, anche te » rise.
 «Da cervo! » si corresse subito lei. «Sei bellissimo, da cervo » diventò rossa come i suoi capelli e si nascose nella sciarpa. 
«Beh, anche così non sono male » la provocò lui dandole una piccola spintarella. 
Lei roteò gli occhi al cielo. «Scusa la reazione di prima, io... Non me l'aspettavo... Ho sentito dei rumori e stavo camminando e... Ero curiosa, scusa, non ti stavo seguendo, o cose del genere» 
«Mi stavi seguendo da cervo, però » ridacchiò lui. 
«Non sapevo fossi tu, io... Non potevo immaginarlo »
«Tutto okay » la rassicurò lui. «Torniamo? Si sta facendo buio » 
Lily era ancora troppo stupita per poter fare qualcosa, aveva un sacco di domande che le frullavano in testa e che voleva fargli: qualcuno lo sapeva? Era registrato nell'elenco degli Animagus? Da quanto aveva sviluppato questa capacità? Perché nessuno lo sapeva? Perché lei non lo sapeva? 
«Ti leggo nella testolina » le disse lui con tono spiritoso, mentre camminavano verso il giardino. 
«Ho troppe domande, non so bene da dove iniziare » disse lei scuotendo la testa. 
«Non iniziare » la fermò subito lui. «Non iniziare, non c'è sempre bisogno di analizzare tutto, a volte basta bisogna prendere le cose come vengono » 
«Ma sei fuori di testa? » si bloccò lei, con i piedi puntati per terra. «James, tu sei un Animagus » 
«E quindi? » allargò le braccia lui. 
«Come e quindi? » gli fece il verso. «E quindi perché? Come è successo? Da quanto? » 
«Possiamo parlarne un'altra volta? » sviò lui l'argomento. 
«No...? » fece lei di scherno, con le sopracciglia inarcate. 
«Perché? » chiese lui, seccato. 
«Perché cosa? » 
«Perché dovrei dirti tutte queste cose? Perché ti interessa? » le chiese con tono innervosito. Lily rimase spiazzata e non seppe cosa rispondere, cercò di balbettare qualcosa, ma non uscì niente e guardò per terra, con volto colpevole, senza saper cosa dire. 
«Perché?» rincarò la dose lui, ma lei non disse ancora nulla, continuando a guardare altrove e mai lui. James scosse la testa e si allontanò a grandi passi. 
«Allora perché io dovrei fidarmi di te? » lo inseguì la voce di Lily e lui si fermò improvvisamente. «Perché dovrei credere alle parole che mi hai detto ieri? Perché io dovrei fidarmi di te, ma tu non di me? » 
Lui si voltò. «Ti fidi di me? » 
«Mi hai detto stronzate? » domandò lei. «Non eri sincero ieri notte? » e per un momento Lily fu terrorizzata dalla risposta che poteva ricevere dopo questa domanda. 
Lui le si avvicinò di nuovo. «Certo che ero sincero » disse con tono basso.
 «Allora fidati di me, come io mi sono fidata di te » 
«Da quando ti fidi di me? » domandò lui dopo una pausa.
Lily non rispose e lo guardò negli occhi, per poi coglierlo alla sprovvista e baciarlo. Un bacio a cui James rispose con dolcezza, prendendole il viso tra le mani ed accarezzandole le guance. Quando i loro volti si separarono, il sole era quasi calato e rimaneva una luce opaca ed azzurrina che di lì a poco sarebbe diventata blu e poi nera. Era l'ultimo bagliore del giorno. 
«Da quando è successo quel che è successo » rispose lei alla sua domanda.
«Non era stato uno sbaglio? »
«Cosa c'è di sbagliato nell'amare qualcuno? » rispose Lily, mentre il cuore le batteva a mille e minacciava di uscirle dal petto. James non disse niente e sorrise, di un sorriso che Lily non gli aveva mai visto in volto. E la baciò di nuovo, mentre il chiaro se ne andava. 

Hey, it's on me

In my head, I'm the one that burned us

Damn, but it's not what I meant

Sorry that I hurt you

I don't wanna do this to you

I don't wanna lose this with youI need to say, 

hey, it's on me, but don't go

Leave me in the afterglow

AfterglowWhere stories live. Discover now