«Michael, che ci fai qui?» gli occhi le si illuminarono, non tardò ad avvolgere le sue braccia esili attorno a mio collo, ricambiai l'abbracciò strofinandole con una mano sola la schiena. La tenni salda a me quando si staccò.

«Sono venuto a prenderti, non si vede?!» canzonai, con un sorriso stampato in volto.

«Mmh, lo vedo. E meriti un bacio per questo» il suo timbro divenne basso, si protese lentamente afferrandomi il capo con delicatezza mi accostò alle sue labbra fino a che le nostre bocche non si unirono in un tocco caldo e delicato.

«Dovrò venire più spesso» ammisi, ella rise a fior di labbra, non ci misi molto ad aggregarmi.

"Forza andiamo, ti accompagno a casa»

«Jamie non c'è, potremmo passare a casa tua per prendere qualche vestito e poi restare da me, che ne pensi?» chiese, giocherellando con il colletto della mia bianca camicia coperta dalla giacca grigia.

Feci finta di pensarci, sapevo benissimo di dover accettare, anche se stavo sbagliando, nell'amare quella ragazza non ci vedevo nulla di male ed i momenti come quelli, dovevo godermeli, fino infondo.

«Uhm, si potrebbe fare, si» nuovamente mi saltò al collo emanando un piccolo strillo di gioia, non potei far altro che sorridere alla sua enorme felicità anche solo nello stare in mia compagnia.

Recuperai un paio di cambi dall'armadio della mia camera da letto, il giusto per poter passare il weekend mentre Mia non si fece scappare l'occasione di restare un po' con Leticia, la mia domestica, percepì le loro risate fin dal piano di sopra dove al bagno afferrai lo spazzolino e la schiuma da barba. Sorrisi, per quanto quella ragazza e quella donna avessero legato in una maniera davvero speciale, inoltre la mia domestica ricordava molto Amanda la madre di Mia, ciò mi rendeva ancor più entusiasta, Mia aveva bisogno di un'altra figura femminile nella sua vita.

«Ecco fatto, sono pronto andiamo!» esclamai, con in spalla un borsone, la giovane sorrise e si infilò le scarpe con il tacco che precedentemente aveva tolto per poter star comoda sul divano assieme a Leticia.

«Va bene, allora ci vediamo Leticia, grazie per la chiacchierata, anzi grazie per tutto» le due si abbracciarono, ciò mi fece venire quasi le lacrime agli occhi sapevo quanto a Mia mancasse sua madre e se Leticia poteva in qualche modo compensare alla sua assenza, mi rendeva felice.

«Non ringraziarmi tesoro, ti voglio bene» ricambiò la donna ancora immersa nell'abbraccio con la ragazza.

«Leticia, puoi tornare a casa stasera se vuoi io non ci sarò per cui puoi avere anche tu qualche giorno libero» gli occhi di lei le si illuminarono e per un attimo, mi parvero gli occhi della giovane, quasi come un flashback.

«Signore la ringrazio molto, è davvero gentile, rassetterò l'intera casa da cima a fondo, cosicchè quando torna troverà tutto pulito»

«Non è necessario, però se ti va fa come se fossi a casa tua» risi, fece lo stesso anche la donna leggermente imbarazzata però.

«Andiamo?» domandò la giovane impaziente, che nel frattempo mi tirava per la manica della giacca.

«Si andiamo, ma non tirare» trattenni una risata, mi fulminò con lo sguardo poi però rise anche lei per poi seguirmi a ruota fino ad saltare di nuovo nell'auto e raggiungere casa Johnson.

«Puoi sistemare le tue cose in camera mia» tentò Mia di mettermi a proprio agio, anche se quella casa ormai la conoscevo molto bene faceva parte della mia infanzia e di una buona parte della mia adolescenza.

La ragazza nel frattempo aveva tirato su i capelli in una crocchia e tolto le scarpe col tacco a spillo.

«Uh, finalmente» borbottò quando i suoi piedi nudi toccarono il parquet fresco di casa.

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