1. Paul

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- Nuovo da queste parti?

Paul sentì distrattamente una voce fuori campo, ma come tutte le volte non catturò la sua attenzione. La sigaretta appena accesa iniziata, assorbiva tutte le sue energie: quello era il suo momento preferito lì al Campus...la pausa, il momento fuori contatto obbligato col pubblico.

Frequentava il secondo anno della facoltà di Scienze Politiche, non era un granché nello studio, tutto sommato riusciva a raggiungere i crediti a sufficienza per passare e questo era ciò che gli importava. Che poi forse gli importava era una parola un po' grossa: a lui non importava un bel nulla, avrebbe preferito sparire, partire, uscire dalla sua pelle per non sentire più addosso la continua sensazione di inadeguatezza che lo faceva stare perennemente inquieto. Ebbene, la facoltà era stata scelta da lui quando la madre gli aveva chiaramente detto che non avrebbe avuto altra possibilità che proseguire gli studi. E quindi si, Scienze Politiche... si illudeva che forse così avrebbe capito qualcosa in fatto di relazioni e magari cambiato la società che tanto disprezzava perché lo faceva sentire così incapace. E la sua incapacità era evidente nella sua ribellione, una ribellione tutta interiore però, pronta ad implodere...e così finché rimaneva latente si contentava di assecondare le esigenze della madre, ma il resto...gli altri, i colleghi, gli "amici", l'essere umano in generale, non poteva sopportarlo.

- Che sei sordo?

Quella voce fastidiosa continuava ad importunarlo, il fumo che per lui era motivo di pace, il suo brevissimo attimo di tregua, adesso lo soffocava... Tossisce, si gira, guarda chi gli rivolge la parola sperando fino alla fine che accanto a lui ci sia qualcun'altro.

- Ciao, sono Mia.

Paul ancora intontito dal fumo e dai suoi pensieri, non mettendo ancora a fuoco bene la figura dell'interlocutrice dice.

- Ciao, Paul.

Paul in effetti era un bel ragazzo, lui non l'aveva mai creduto ma tante erano state le ragazze che avrebbero voluto avvicinarlo per conoscerlo. Il suo essere restio ad ogni contatto, ad ogni parola faceva loro gettare la spugna. "Strano". Era definito proprio strano per il suo modo di fare così scontroso, irascibile e allo stesso tempo trasognato che non dava spazio alla socievolezza. Trasandato nell'aspetto: quella barba incolta, anfibi, giubbotto di pelle nero, jeans. L'abbigliamento di sempre. Quel nero che forse era lo specchio della sua anima che ma tanto contrastava il verde petrolio dei suoi occhi.

- Paul, quindi sei nuovo? non ti ho mai visto! 

Mia continuava con le domande, era carina come ragazza, bassina, capelli rossi legati dietro la nuca con una matita. A modo, sicuramente, vestiva da donna in carriera. Questo era ciò che distrattamente Paul aveva notato.

- Non sono nuovo, sono del secondo anno. Ma mi piace stare per i fatti miei.

Non si era potuto trattenere, e a dire la verità non gli importava più di tanto, del resto perché essere gentile. L'aveva appena conosciuta e non aveva alcun interesse a proseguire la conversazione.

MiaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt