Parte 1.

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Come sempre i miei non c'erano, stavolta erano partiti per tre mesi, lasciandomi ovviamente da sola a casa. Ero stranamente abituata, il loro lavoro gli portava via molto tempo, a volte sentivo la loro mancanza, altre un po' di meno.

Ma in questo momento avrei potuto dire molto meglio per me. Almeno avrei potuto fare quello che volevo. Chiamai Fabiana, la mia migliore amica e le chiesi di venire da me a dormire, a volte la grandezza di casa mia mi faceva impressione ed avevo bisogno di compagnia, lei solitamente era molto felice di venire e i suoi la lasciavano volentieri da me, si fidavano e sapevano la mia situazione.

La porta suonò. Corsi subito ad aprire.
"Mi aspettavi con ansia vero?" Disse Fabiana, e iniziò a ridere.
"Oh si. È da tre ore che non ti vedevo e già mi mancavi." Dissi fintamente seria e la guardai negli occhi per qualche secondo prima di scoppiare a ridere.
"Allora? Non mi fai entrare?"
"Subito madame, mi scusi per la maleducazione." Così entrò e ci dirigemmo verso la mia camera affinché lei potesse posare le sue cose.

Fabiana era la mia migliore amica da tre anni ormai, lei era l'unica che conosceva tutto di me, l'unica di cui mi fidavo. Con lei avevo fatto le mie prime cazzate e con lei sarei andata a vivere quando avrei iniziato l'università. La nostra amicizia era nata un po' per caso, forse perché lei rispetto ad altre persone era riuscita a vedere qualcosa di bello in me.

Alla fine andammo in salotto per guardare Grey's anatomy per la terza volta e piangendo per Denny. Decidemmo poi di ordinare una pizza.
"Margherita?" Le chiesi, anche se sapevo già la risposta.
"Margherita." Mi fece l'occhiolino lei.

Quando arrivò sembravamo delle affamate, poi tra un morso ed un altro lei mi guardò fissa.
"Che ho in faccia? Mi lavo dopo dai! Ora ho fame." Risposi di getto.
"No cretina. Usciamo stasera." Asserì decisa.
"Sei sicura?"
"Dai almeno ci divertiamo!" Squittì.

Così dopo mangiato ci andammo a preparare, lei mise le sue amatissime Vans, i jeans stracciati e una felpa con una scritta leopardata. Io misi le Converse, un paio di leggins e la felpa che mio zio mi aveva portato da Amsterdam con la scritta enorme. Ci truccammo e uscimmo. Non amavamo agghindarci, preferivamo la comodità, anche perché alla fine non saremmo andate a ballare.
Andammo in un locale non molto lontano da casa mia, un pub dove di solito ci andavamo i "vip" della città.

Non appena entrammo sentimmo una vampata di alcool incredibile e dei ragazzi stupendi che bevevano. Faceva caldo, così levammo le felpe e restammo in canotta.

Misero la musica e Fabiana come sempre mi portò in pista e ci mettemmo a ballare, lei era molto più impacciata di me, non aveva timore di sbizzarrirsi e tra le sue quella più pacata ero sicuramente io.
Quella sera mi aveva confidato di voler provare a fare colpo, così iniziammo a cercare qualche preda fattibile. Alla fine ne avvistammo due.
"Il moro è tuo e il biondo è mio." Le urlai all'orecchio per farmi sentire.
Lei mi guardo "OH.MIO.DIO." era imbambolata, lo sapevo che il moro gli sarebbe piaciuto.

Loro ci guardavano forse da un po' di tempo, motivo per il cui la mia attenzione era focalizzata su di loro, mi sentivo osservata da un po' in realtà, così alla fine vennero verso di noi, io e Fabiana ci tirammo uno sguardo di intesa e iniziammo a ballare.

"Ehi" mi senti delle mani sui fianchi, era il biondo. Occhi verdi, fossette, un sorriso che ti toglie il fiato, alto almeno 15 centimetri più di me e capelli messi su a mo di cresta. Era stupendo. "Ciao" dissi io con quel poco di voce e cacciando uno dei sorrisi più belli che potessi avere.
"Io sono Andrea" sorrise.
"Alessandra." Ricambiai il sorriso.

Andrea pov.

Quel sorriso.

Oddio.

Avevo scelto proprio bene.

Era stupenda.

Non era come le altre e questo lo si vedeva da un miglio, ma era una di quelle ragazze che quando le vedi non puoi non restare a bocca aperta. Era più bassa di me, occhi nocciola, capelli mossi e il suo sorriso era uno dei più dolci che avessi mai visto.

Stranamente non volevo scoparci in uno dei cessi di questo locale come al mio solito. Guardai un attimo Joseph, anche lui la pensava allo stesso modo, era imbambolato a guardare l'amica di Alessandra.

Cosa cazzo ci avevano fatto quelle ragazze? Rivolsi immediatamente l'attenzione su di lei, volevo sapere di più.
"Andiamo a prendere un drink?" Le urlai all'orecchio per farmi sentire. Lei annuì e si girò verso la tua amica.

Alessandra pov.

Mi girai verso Fabiana e lei fece lo stesso. Telepatia?

"Mi ha chiesto di prendere qualcosa da bere" dicemmo entrambe, ci guardammo e scoppiammo a ridere, bene, avevamo fatto colpo. Noi vincevamo sempre.

Ci sedemmo su uno dei divanetti e loro andarono a prenderci da bere.

Con la nostra fantastica telepatia ci girammo di scatto e un "allora?" Uscì dalle nostre bocche

"Si chiama Joseph ed è bellissimo" mi disse Fabiana con un sorriso bellissimo.

"Si chiama Andrea e ha un sorrido che porcozzio." E scoppiammo a ridere.

I due ragazzi arrivarono e ci diedero i bicchieri iniziammo a parlare del più e del meno, Andrea aveva 18 anni e veniva nella nostra scuola, faceva l'ultimo anno ma non lo avevo mai visto, anche Joseph veniva alla nostra scuola, era il migliore amico di Andrea e anche lui aveva 18 anni, si conoscevano da 5 anni, ed erano molto carini ed educati.

Andrea pdv.

Alessandra era favolosa, veniva nella stessa scuola dove andavo io e faceva la terza, aveva un ottimo senso dell'umorismo come me e Jo anche Ale e Fabiana erano migliori amiche solo che loro si conoscevano da 3 anni.

Lei guardò l'orario, "sono le 4, meglio se andiamo" e mi sorrise, non volevo andasse via, voglio continuare a vederla. Ma che mi prende? Io Andrea Ladisa, il ragazzo che se ne frega di tutto e tutti, non voglio che lei vada via? Dovevo fare qualcosa.

"È tardi vi accompagnamo noi, va bene?" Jo era il mio salvatore.

Le ragazze annuirono a ci incamminammo.

Alessandra pdv.

Erano stati davvero carini ad accompagnarci, quando uscimmo dal pub faceva freddo, troppo i ragazzi se ne accorsero, e ci abbracciarono, Andrea sapeva di buono, mi sentivo protetta, strano, ma vero.

Arrivammo sotto casa mia, prima di entrare ci scambiammo il numero, poi ci salutarono e noi entrammo in casa. Aspettammo qualche secondo e poi urlammo a più non posso "OMMIODDIO.OMMIODDIO." Continuavamo ad urlare io al Fabiana eravamo felicissime. Ma eravamo distrutte, così andammo a dormire.


Ehi ehi ehi!
É il primo libro che scrivo, so che la storia sembra scontata, ma non è affatto così, so che voi pensate che sia Andrea il ragazzo di cui si parla, ma non è così!
Se poi volete sapere di chi si tratta, leggete u.u
Un beso

Un mese per innamorarsi. (in Correzione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora