L'Arrivo

4 0 0
                                    


-E quindi il Re di Westeros governa la sua gente da questo castello?- chiese Tygar smontando da cavallo. Aveva le gambe indolenzite e la schiena piegata dal dolore. Non era mai stata una grande amazzone, non che ne avesse avuto bisogno visto sua madre preferiva che imparasse a cucire invece di agitarsi su un cavallo. I soldi che suo padre le aveva lasciato erano stati spese in sete e lezioni per farne di una Lady. 

Una vera Lady dell'Ovest.

L'uomo barbuto e silenzioso che rispondeva al nome di Jord il Grosso, fissò la grande porta in legno, l'unico passaggio controllato per la Fortezza. Fosse stato per lui avrebbe preso una scorciatoia, ma il carico che trasportava non era veleno o un omicidio, era una ragazzina dai capelli castani, gli occhi chiari e la pelle ambrata. Una cosina tutta ossa e pelle, che parlava poco e mangiava ancora meno. Il denaro che aveva ricevuto per portarla fino a King's Landing era più di quanto un ricco mercante avrebbe pagato per uccidere un concorrente. Troppi persino. Si era a lungo domandato se in realtà vi fossero pericoli da cui si doveva tenere lontano. Presero i cavalli per le briglie e una volta riacquistato un po' di equilibrio si presentarono alla grande porta. Soldati dalle cappe rosse e gialle chiacchieravano per i fatti loro.

-Cosa vuoi?- gli domandò un nerbuto soldato con la mano appoggiata all'ascia da guerra. Tygar arretrò di qualche passo. Il tono di voce era ostile. Tutta la città le era sembrata ostile. Silenziosi sussurri, bimbi che si nascondevano dietro le gonne delle loro madri e soldati in armature scintillanti che camminavano in gruppo. Prima di salpare, i marinai avevano deciso che non sarebbero rimasti più di tanto nei Setti Regni, "Puzza di guerra" aveva detto uno dei mozzi dopo essersi intascato il suo panino.

-Porto un regalo per i Lannister, Tywin Lannister, Mano del Re.- ci fu un lungo silenzio mentre i soldati li guardavano pigramente. Jord si chiese ancora se non fosse stato meglio tentare di intrufolarsi nella Fortezza che fare le cose per bene. -Ho una lettera firmata da Gerion Lannister, per suo fratello maggior, Lord Tywin.- tiro' fuori una consunta pergamena. Non vi era nulla di particolare o ufficiale a parte un sigillo in nero e rosso con un leone dalle fauci aperte e occhi spalancati, quasi stesse ridendo. -Devo portare il messaggio personalmente al vostro Lord.- Il soldato nerboruto aprì il palmo e chiese di visionare il sigillo. Non gli volle molto per decidere che era abbastanza verosimile a quelli ufficiali. Forse un messaggio dalle terre di Westerlands, dove diversi cugini dei Lannister continuavano a mandare doni e denari per il Re. Si chiese se questo lungo periodo di tensione fosse finito o se la guerra sarebbe durante ancora a lungo. Nessuno aveva voglia di combattere dopo la battaglia delle Acque Nere. -Beh .... Potete andare avanti, uomo, lascia la spada nel suo fodero e consegnala a Brice. La ragazza può rimanere qui con noi ... - sorrise occhieggiando la giovinetta vestita in maniera bizzarra. Sembrava una novizia prostituta, ancora acerba, dai colori tipici delle donne del Sud. Magari un regalo da Dorne e lui avrebbe gradito un assaggio di carne intatta, ancora non rovinata dalla fame o dagli anni di lavoro. Ma l'uomo prese per un braccio la ragazzina. -Lei è parte del messaggio. Non va da nessuna parte, deve essere presentata a Lord Tywin.-  -Non vorrete mica rischiare di perdere il collo per me, signore.- disse Tygar, cercando di scandire le sue parole imitando l'accento che gli aristocratici di Westeros esibivano. 

Il soldato che rispondeva al nome di Brice, camminava lentamente mentre li scortava lungo il labirinto di corridoi, giardini e sale ampie dove decine di uomini passeggiavano in fretta con lunghe spade legate ai fianchi e sguardi cupi. -Credi che la battaglia sia finita bene?-domandò la giovane in alto valeriano. Jord scosse la testa. -Sta zitta. Qualcuno potrebbe riconoscere la lingua. Finché non incontriamo tuo zio, chiudi la bocca e fai la docile.- Tygar scrollò le spalle. In sedici anni le era sempre stato ordinato di stare in silenzio, ordine alla quale ubbidiva quasi sempre alla fine. Si chiese se un giorno avrebbe trovato la forza di parlare o urlare. Non urlava da quando era un infante.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jun 19, 2019 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Il Leone dell'EstWhere stories live. Discover now