Louis lo squadrò da testa ai piedi: era vestito con dei jeans neri aderenti, una maglia nera da cui comparivano due collanine e il suo solito beanie. Poi Harry si infilò il giaccone, così come Louis.
- Ti senti meglio oggi? – chiese Louis notando l’indipendenza dell’altro che annuì semplicemente.
Uscire dall’ospedale senza essere visti si rivelò abbastanza facile, con Louis che si nascondeva a ogni angolo, ma con Harry che se ne fregava e procedeva ignorando i richiami di Louis. Quel ragazzo doveva aver visto troppi film secondo Harry.
- Ti va di fare un salto in pasticceria prima? – chiese Louis camminando lentamente per stare al passo del più piccolo che subitò voltò lo sguardo stupito verso quello azzurro.
- Mi ci porteresti davvero? - . A Harry luccicavano gli occhi come un bambino che sogna le caramelle.
Lo stomaco del moro iniziò a fare le capriole come fosse diventato un ginnasta, alla vista di quel viso da bimbo.
- Ovvio che ti ci porto! – esclamò in risposta. Harry sorrise. ‘Smettila di sorridere o mi sciolgo’ pensò Louis mentre camminavano l’uno accanto all’altro e di tanto in tanto in fila indiana per via dei passanti, lungo una strada secondaria di Holmes Chapel.
- Vieni. - . Louis afferrò Harry per un polso e lo trascinò dentro a una pasticceria.
Un caldo profumo di torta appena sfornata invase i due ragazzi. Poi Louis si sedette in un tavolino, seguito da Harry che si guardava intorno incuriosito.
Il locale era piccolo e intimo. Poche signore anziane erano sedute a un tavolino accanto al loro che parlottavano sorseggiando il loro tè. Louis prese in mano il menu e iniziò a scrutarlo, commentando ogni singolo piatto.
- Cosa posso - . La cameriera si fermò di scatto, non appena vide gli occhi cristallini di Louis sui suoi marroni.
Ci fu un silenzio alquanto imbarazzante, mentre i due ragazzi si guardarono e Harry faceva rimbalzare lo sguardo da Louis alla cameriera, non capendo nulla.
- Voi due vi - . Louis si alzò di scatto, producendo un forte rumore dopo aver fatto strisciare la sedia, e facendo un cenno ad Harry di seguirlo. La ragazza sbuffò.
- Louis smettila di comportarti da bambino e per una volta comportati da adulto. - . La ragazza lo guardava con il suo taccuino in mano, mentre Harry continuava a guardare la scena, senza dire nulla dopo essere stato interrotto.
Louis era rosso di rabbia a quel punto, ma tornò a sedersi, non degnando di uno sguardo la ragazza.
- A me porti un pancake con la nutella. – ordinò, poi, Louis tenendo lo sguardo su Harry che lo guardava confuso.
- Per piacere. - . La ragazza marcò le parole, Louis annuì distrattamente, poi la cameriera voltò lo sguardo sul minore.
- Cosa prendi, Haz? – lo incitò Louis, rassicurante.
- Ehm... Un cupcake, per piacere. - . La ragazza gli sorrise, poi sparì dietro al balcone, lasciando Louis e Harry seduti a fissarsi.
- E’ la mia ex. Una gallina puttana. – spiegò Louis avendo intuito la richiesta di spiegazioni del ragazzo di fronte a lui. Harry annuì scrutandolo.
- A me sembrava carina. – tentò, ma fu subito fermato dalla mano di Louis che si era alzata in segno di stop.
- Non ho voglia di parlarne. – concluse freddamente Louis e Harry annuì arrendendosi.
Dopo quel battibecco i due si gustarono in santa pace i proprio cupcake con Harry che sparse la Nutella del suo cupcake per tutta la sua bocca suscitando l’ilarità di Louis.
- Allora, che colore desideri? Scegli pure tra quelli lì dietro al balcone. - . Louis indicò i vari colori dietro al signore anziano che scrutava i due ragazzi da dietro due occhialini un po’ sporchi.
- A me piace l’arancione. – azzardò Harry timidamente.
- Perfetto! - . Louis battè le mani. – E che arancione sia! – sorrise a Harry, poi guardò il signore anziano. – Ci potrebbe dare uno di arancione e gli strumenti su questa lista, per piacere? - .
Louis posò sul balcone un tovagliolino sul quale aveva appuntato il necessario mentre erano in pasticceria.
- Torno subito. - . L’uomo sparì dietro a una porta che doveva condurre necessariamente al magazzino e Louis iniziò a guardare la merce esposta, mentre Harry si guardava le scarpe.
- Ecco a voi. - . Il commesso tornò con una grande sporta bianca dentro la quale c’erano tutte le cose necessarie.
- Grazie mille. – sorrise Louis prendendo la sporta, poi pagò e guardò Harry che stava ancora guardando il negozio con occhi interessati. – Va tutto bene? – chiese premuroso.
Il minore annuì e fissò il suo sguardo intenso in quello cristallino del maggiore.
- Avrei voluto pagare io, mi dispiace non aver soldi... - . Harry abbassò lo sguardo e Louis gli pizzicò un fianco.
- Ma stai zitto Styles, piuttosto tieni questa. - . Louis gli passò la sporta che Harry prese mentre gli sorrideva.
- Direi che ci siamo. – disse Louis quando, finalmente, tutti gli oggetti erano stati spostati al centro della stanza.
- Se ci beccano? – chiese Harry guardando Louis che miscelava la vernice.
- Io finisco nei guai e tu mi verrai a trovare in prigione. – disse Louis seriamente alzando le spalle.
Harry non capiva se era serio o che cosa. Il maggiore lo guardò e si cacciò a ridere per l’espressione tra il confuso e il terrorizzato del piccolo, poi gli lanciò un pennello.
– Scemo, non succederà nulla e ora lavora! - . Harry sorrise imbarazzato per essere stato così stupido da credere per un attimo alla affermazione del maggiore e raccolse un pennello.
A/N
Uhm saaaalve. Sono tornata anche oggi perchè questo è un regalino speciale per tutte voi che mi supportate sempre e mi sembrava giusto così. Godetevelo, spero che vi piaccia ;)
Lele xx
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Our Own Struggle - ((Larry Stylinson AU))
FanfictionDue ragazzi. Due passati difficili. Un presente complicato. Una malattia. Una battaglia. La LORO battaglia. E forse un futuro insieme. Tratto dalla storia: "- Harry a me non spaventa aiutarti. Non ho paura di starti accanto. Sarà anche la tua batta...
Capitolo: dodici
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