Chiuse la portiera della sua macchina e abbassò gli occhiali da sole. Di fronte a lui, Michelle lo guardava seduta sulle scalinate della Midtown High. Aveva i capelli davanti raccolti in una piccola coda dietro, che cadevano liberi col resto dei ricci. Un piccolo ciuffo le cadeva sul viso, nascondendo quasi uno degli occhi scuri.
-Non temi che ti vedano se risulti assente?-
-Questo è il mio primo giorno di assenza, ho una difesa immunitaria da paura e trovo che fare fuga sia da sfigati. Sono la prima della classe in tutte le lezioni e Elijah ha pensato di lasciarmi riposare per un giorno. Anche perché ha sempre paura quando sono a scuola durante una delle sue pattuglie.-
-Iperprotettivo?-
-Mai quanto lei.-
L' uomo mostrò un mezzo sorriso, annuì e si morse il labbro. -Touché. Dove mi porti?-
Lei si alzò e si diresse verso l' edificio, sapendo che l' avrebbe seguita. Entrò, scese le prime scale che incontrò nel suo cammino e andò sempre più giù, fino ad arrivare ad un lungo corridoio buio. Accese la luce con un interruttore malandato e aprì la prima porta alla sua sinistra. Per la seconda volta, attivò le lampadine. Era un' aula vuota, vecchia, malandata e impolverata.
-Dove diavolo siamo?- disse Tony tra un colpo di tosse e l' altro, mettendosi poi un fazzoletto sulla bocca.
M.J. aprì subito le finestre più in alto usando una scopa. -Questa scuola prima non era specializzata in Scienze e Robotica. C' era anche l' indirizzo di Economia, quello di Cucina, Arte... Questa è una delle vecchie aule. Prego, si sieda.-
Dubbioso, Stark si mise a sedere a uno dei banchi in prima fila. La ragazza chiuse la porta, prese dal suo zainetto una penna e un piccolo quaderno e li porse a lui. -Benvenuto a lezione di "Peter 101" e io sono...- con un gessetto scrisse alla lavagna Miss Jones, -... la tua insegnante.-
-Mi prendi in giro?-
-Te l' avevo detto che avremmo fatto a modo mio.-
-Ah, ferma, da quando mi dai del "tu"? E cos'è questa pagliacciata? Ti ho chiesto di aiutarmi a renderlo felice.-
L' adolescente alzò gli occhi al cielo. -Proprio non ci arrivi, vero? Vuoi renderlo felice? Devi conoscerlo. Hai chiesto il mio aiuto e io ti darò il mio aiuto, nell' unico modo in cui te lo posso dare. Hai chiesto la bici? Ora pedala.-
-Va bene, va bene, ho capito. Farò questo "corso" quante volte lo riterrai necessario. Per quanto riguarda il favore che ti devo...-
-Tuo figlio mi ha invitata al ballo. Da quel che ho visto fin'ora, tu sembri uno di quei "genitori elicottero" e la cosa non piace a me come so bene che non piace a lui. Quella sera non voglio che tu, uno degli Avengers o altri dei tuoi uomini ci tengano d'occhio, ok? Già ci ha messo una vita a dichiararsi, non voglio altri problemi come voi che vi mettete in mezzo e rovinate tutto. Quando stiamo insieme, voglio la completa privacy. Lo stesso per quando usciamo insieme, lui viene a casa mia o io vado da lui. Prendere o lasciare.-
Tony contrasse la mascella e battè nervoso la penna sul banco. -Tu non mi piaci.-
-Ne avevo il sospetto; ti voglio bene anch'io, raggio di sole. Altre lamentele?-
Il bruno chiuse le palpebre, sospirò a lungo e scosse la testa. -Me la stai facendo pagare per i tuoi, dico bene?-
Michelle aggrottò la fronte. -Perché dovrei? Sono morti cercando di fare quello che era il loro lavoro, di portare a termine la loro missione, ovvero proteggere te da Toomes e Octavius. Ci hanno tentato almeno e questo dà loro onore. Certo, avrei voluto conoscerli e sono furiosa con Octavius per quello che ha fatto... ma ho avuto Elijah. Mi ha cresciuta, è stato sia madre che padre per me. È sempre stato dolce, leale, severo quando doveva e, cosa più importante, non mi ha mai mentito e mi ha detto la verità quando l' ha ritenuto più opportuno, quando ha capito che ero pronta.-
Tony incassò il colpo e la guardò con curiosità. -Sei molto intelligente per una della tua età. Pensi che Peter sia pronto per la mia di verità?-
M.J., che incombeva in piedi sopra di lui, fece spallucce. -Dipende da che tipo di verità è. Lo capisco se non vuoi dirmela, ma qualunque essa sia io so già la futura reazione di Pete. La famiglia è l' unica cosa buona in questo mondo che non dovrebbe mai mentirti.-
-E perché non gli hai detto tutto quello che sai?-
Ancora, fece su e giù con le spalle, piegando il collo e camminando indietro per andare a scrivere col gesso. -Non è compito mio dirglielo.-
Nuova frecciatina, nuovo dolore al cuore. Be', questa ragazzina sapeva senz'altro usare le carte che aveva in tavola.
Prese appunti non appena la "lezione" iniziò. -Tre punti base: libri, baseball e scienza. L' ultimo dovrebbe esser più facile per te. Partiamo dal primo; hai mai visto Peter leggere da quando vive con te?-
-Sì, qualche volta, prima di addormentarsi.-
-Sempre lo stesso libro?-
-Sì e se non sbaglio era di scuola.-
-Bene! Allora è facile, dagli un libro da leggere che si trova in casa tua.-
Tony guardò un secondo a terra, non capendo. -In casa mia?-
-Ovvio, magari uno di quelli che hai letto tu.-
Lui si morse il labbro inferiore e la ragazza allungò il volto in avanti. -Tu non leggi?-
-I manuali di istruzioni contano?-
-Assolutamente no! Non hai una sala con dei libri da te?-
Silenzio.
-Una biblioteca?-
Altro silenzio.
-Una libreria?-
E... adesso era ironico.
-Vuoi dirmi che non ci sono libri in casa tua?!-
-Ehi, sono un Avenger occupato a salvare il mondo e a impedire a mio figlio di fare delle scemenze, dove lo trovo il tempo di leggere?-
La faccia di Michelle assunse un'espressione di sgomento e strinse così forte i denti che per poco non sentì più nulla. -Fa niente... compragliene uno. Più specificamente, gli piace il genere avventuroso. Due; il baseball. Peter ama il baseball, ok? Gli piaceva giocarci quasi quanto andare a vederne le partite con Ben, ma non ha più voluto saperne nulla di questo sport dopo che lui...- non osò finire la frase, sia per il dolore di quella notizia ricevuta a dodici anni, sia per il brutto ricordo del suo migliore amico che si stringeva a lei in lacrime.
Tony deglutì triste e si sistemò meglio sulla sedia, schiarendosi la voce. -Andiamo avanti.-
-Giusto, sì... punto tre: la scienza.-
La lezione privata continuò per un'altra oretta e mezza, quando Tony tornò a casa era sfinito e di nuovo solo. Si addormentò sul divano e ci restò fino a sera, non accorgendosi di Peter che sgattaiolava fuori.

-Richard! Metti giù quella telecamera!- Mary Parker ride, coprendosi col lenzuolo il corpo nudo e nascondendo il viso rosso contro il cuscino.
Suo marito ridacchia e continua le riprese. -Perché dovrei? È la nostra prima notte di nozze e sei stupenda.-
-Non voglio che nostro figlio trovi questo filmato, un giorno. Chissà cosa penserà mai!-
-Penserà che ci amiamo, il che è vero. Aspetta, "figlio"? Non "figlia"?-
-Sento che è un maschio. Io... lo percepisco. Dai, metti via quella cosa!-
-Però è divertente, ammettilo!-
-Hai reagito così anche quando mi sono trasferita da te. No, anzi, adesso sei molto più testardo.- imbarazzata, prova a mettere una mano davanti all'obbiettivo.
Richard la schiva e le fa il solletico. -Perché finalmente, dopo sette anni di convivenza, hai detto "lo voglio".-
La donna fa una finta espressione offesa. -Ah, davvero? Se non sbaglio, sei stato tu, mio caro, quello meno propenso al matrimonio.-
-Eravamo all' università e volevamo sfondare nel lavoro, che ti aspettavi?- alza con fare innocente le mani e zoomma sul sorriso della moglie. -Prima ancora che tu mi dicessi di sì, però, quando nemmeno c'erano le gemelle e avevamo finito gli studi, tu hai iniziato quel corso di... cos'era, poi?-
-Ahm... arti marziali, tesoro. A proposito delle gemelle, parla piano sennò si svegliano.-
-Giusto, giusto. Eri talmente presa da quel corso che non ti vedevo mai, vivere insieme era l' unico modo per averti sempre attorno.-
Mary lo guarda con occhi liquidi e si accarezza il ventre con dentro suo figlio, sentendosi una traditrice. -Ti amo, lo sai. Ma mi hai spaventata quando ti sei messo in ginocchio, quel giorno.-
-Ti amo anch' io e, in mia difesa, volevo solo chiederti di convivere. So come funzionano le cose; prima la convivenza, poi l' altare. Non faccio le cose al contrario, io.-
-L' ho capito dopo solo perché me l' hai chiesto.- lo prende in giro e gli dà una cuscinata. L' uomo scoppia a ridere e si protegge col braccio. -Non ero pronta per il matrimonio.-
-Infatti mi hai fatto penare sette anni prima di farti la proposta vera e propria.-
-Come?!- torna all' attacco e stavolta gli lancia persino una pantofola.
-Ehi, Cenerentola, guarda che non te la rendo dopo la scarpa, eh! Non sono il principe azzurro o Peter Wright di Only You.-
La telecamera riprende la sorpresa e la commozione di lei. -Richard... il nostro primo appuntamento da coppia che vive insieme, te lo ricordi ancora.-
-Certo che sì.- le accarezza felice la guancia, -Ottobre del '94. Quella notte eri come sempre: bellissima.-
Mary si morde il labbro e prova ancora lo stesso sentimento che Richard le provoca da sempre: profondo e intenso amore. Le diventano la vista sfocata. -Sai... mi è sempre piaciuto il nome Peter.-
Il suo amato ci mette un po' a capire e sprizza gioia dappertutto quando lo fa. -Stai... stai dicendo che...?-
-Sì. Sì, Richard.- annuisce, sorridendo contenta. -Ce l' abbiamo.-
-Abbiamo il nome del bambino!- esulta e le salta addosso, provocandole uno scoppio di risa.

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-Kitta♡

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