3

5.6K 136 3
                                    

Sono in stanza a rilassarmi leggendo un bel libro, prima che morfeo possa stringermi fra le sue braccia.
Sento bussare alla porta così mi accingo ad aprire.
"Noi usciamo" annuncia senza troppi giri di parole la giovane ragazza.
Le blocco un polso mentre tenta di scappare dopo aver fatto il suo annuncio.
"Cosa? No, voi non andate da nessuna parte. È tardi.." solleva gli occhi al cielo scocciata.
"Sono solo le undici. E se non usciamo adesso non avremo modo di vedè sta città." Cerca di convincermi.
"Non ti farebbe male divertitte pure a te. Guarda come stai." Damiano sbuca alle sue spalle, sistemo meglio la vestaglia chiudendola di più sul davanti per nascondere il pigiama.
"Ok.."
"Non ci credo.. hai davvero ceduto!? Possiamo uscire? Sapevo che il mio charme avrebbe funzionato ma addirittura convincerti a venire con noi.." Victoria mi interrompe, atteggiandosi leggermente.
"Non ho detto questo. Potete andare, tra un'ora dovete essere nelle vostre stanze. Per questa volta io passo, non sono in vena.." sistemo meglio gli occhiali sul naso.
"Te pareva. Stai già ronfando nella cappella di famiglia, nonnetta." Sorride Damiano stuzzicando ancora di più l'antipatia nei suoi confronti.
Accenno un sorriso falso e chiudo la porta lasciandoli liberi di andare.

Un suono insistente mi sveglia, ancora assonnata constato l'ora al cellulare che illuminando mi acceca. Il suono persiste così mi dirigo molto pigramente alla porta.
"Caruccia.." strofino un pugno sugli occhi per focalizzare meglio.
"Cosa vuoi? È davvero molto tardi, dovresti dormire."
"I re non prendono ordini." Mi pizzica la guancia con le dita e oltrepassa la mia figura avanzando per la stanza.
Lo osservo ancora stordita dal sonno mentre tranquillamente si adagia sul letto con le gambe stese su esso e le spalle alla testiera.
Accende una sigaretta, sbuffo e veloce apro la finestra.
"Damiano, davvero. Dobbiamo riposare.."
"Non voglio riposare, anzi vorrei fare tutt'altro..." rilascia una nube di fumo, e noto un filo di malizia nel suo tono.
"Sto perdendo la pazienza.." mi avvicino a lui velocemente e tolgo la sigaretta dalle sue mani.
Mi fissa sollevando un sopracciglio "spegnila" gliela passo nuovamente, arresa, sorride.
"Hai intenzione di andartene o devo tirarti le orecchie fino in camera tua?" Lo minaccio stringendo le braccia al petto.
"Devo ammettere che questa vena sadomaso, nun me dispiace... affatto. Ti ho già detto le mie intenzioni" schiaccia l'occhio.
"Ragazzetto arrogante." Sussurro, ma sono sicura mi abbia sentito, visto il suo sorrisetto compiaciuto. Faccio il giro del letto e mi sdraio sotto le coperte.
Prima o poi se ne andrà, fingerò che non è qui.
Quando la stanza diventa finalmente silenziosa e sto per cadere nel primo sonno, un braccio si stringe alla mia vita e un soffio leggero all'orecchio sussurra:"buona notte Martella."
Gli lascio un pizzicotto sul dorso della mano, in risposta il capelluto solleva leggermente il braccio saldando ancor di più la stretta, così tiro una gomitata indietro colpendo quella che penso sia la costola.

Piacere, il tuo re.//DAMIANO DAVID//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora