Extra #3

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Il gazebo era il luogo ideale dove sedersi nelle lunghe giornate d'estate, quando la calda brezza estiva portava con se il profumo del glicine.
Diversi grappoli generosi, di varie tonalità di viola pendevano dal soffitto della struttura, permettendo solo a qualche intrepido raggio di sole di penetrare quella cortina, creando giochi di luce e ombra davvero magnifici.
Ad occhi chiusi, leggermente reclinata su una delle poltroncine che avevo fatto sistemare lì, mi rilassavo, carezzandomi il ventre gonfio che da cinque mesi ospitava mio figlio.
Sospirai, finalmente contenta di potermi godere un attimo di pace.
Essere incinta non mi aveva esonerato, in quei mesi, dall'assolvere ai miei compiti di duchessa.
Era sempre richiesta la mia approvazione per ogni singola questione riguardante la casa e i servitori, che si trattasse di una situazione semplice o di qualche grattacapo.
Un'improvvisa fitta alla schiena mi fece tornare alla realtà, obbligandomi ad abbandonare la mia comoda posizione.
-Stai diventando pesante, piccolino- dissi, abbassando lo sguardo sul mio pancione, sfiorando con lo sguardo le sue dimensioni.
Ero quasi certa che fosse un maschietto e se avesse, anche minimamente, preso da suo padre sarebbe stato un bambino bello grande già alla nascita.
-Perché non permetti a tua madre di riposare?- continuai, allungando il braccio verso la parte bassa della schiena per poterla massaggiare.
-Sono certa che non appena nascerai avrò il mio bel da fare con te. Allora perché fino a quel momento non te ne stai buono?- continuai, senza riuscire ad impedire ad un sorriso di comparire sul mio volto.
-Io sono sicuro che sarà un angioletto, invece- una voce maschile, che ben conoscevo, si insinuò nel mio monologo.
Senza che il sorriso abbandonasse il mio volto alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti Reed.
-Adorerà la sua mamma, ne sono certo. Sarà una bellissima bambina e crescerà accompagnata dai vostri saggi e giusti insegnamenti- mi rassicurò lui, chinandosi per potermi baciare.
-Chi vi dice che non sarà un maschietto?- gli domandai, carezzandolo sul viso, in un gesto che avevo ripetuto tante volte nel corso del tempo.
Reed si scostò, accomodandosi sulla poltroncina libera.
-I miei desideri. Loro mi convincono che sarà una femminuccia- mi rivelò, mentre una sensazione strana mi artigliava il petto.
Da quando avevo rivelato a Reed di essere in dolce attesa, lui non aveva fatto altro che parlare di quanto sarebbe stato bello avere una figlia.
Di come l'avrebbe coccolata, di come le avrebbe insegnato a cavalcare e a danzare.
Sapevo quanto fosse grande il suo desiderio che il suo primo figlio fosse femmina e mi sarebbe tanto dispiaciuto veder deluse le sue aspettative.
Rimaneva il fatto, però, che un figlio fosse una benedizione di Dio, un piccolo miracolo.
-Comprendo i vostri desideri. Ma se fosse un maschio?- insistetti, sicura del mio istinto materno che pareva avermi già dato una risposta.
-Lo amerei allo stesso modo, Alicia- mi assicurò lui, anche se già sapevo che fosse piuttosto ovvio.
-Sono felice e poi...- mi interruppi bruscamente, abbassando repentinamente lo sguardo e
portando nuovamente una mano sul ventre.
-Mia cara, che cosa avete?- mi domandò Reed, preoccupato da quel improvviso cambiamento.
Alzai la testa, mentre un sorriso emozionato mi compariva sul volto, mentre gli occhi si inumidivano di lacrime.
-Il bimbo...il bimbo si è mosso- sussurrai esitando, come se pensassi fosse una fantasia e non la realtà.
Era stato un movimento lieve, eppure lo avevo sentito.
-Amore mio, mi state facendo seriamente impensierire- Reed si sollevò dalla sedia per accosciarsi davanti a me.
-Io...sono solo emozionata, ecco- gli spiegai, continuando a sorridere - la gravidanza è qualcosa di così nuovo per me che fino ad ora stentavo a credere di essere veramente incinta, come se stessi vivendo un sogno.
Questo, sentire questi piccoli movimenti, mi fa capire, invece, che è tutto reale e che tra pochi mesi avremo un bambino tutto nostro- continuai, riprendendo a carezzarmi il ventre.
Reed, contagiato dal mio sorriso, sorrise a sua volta, per poi avvicinare il viso al mio ventre, poggiandosi delicatamente le labbra per un bacio.
-Fagiolina, papà ti sta aspettando. Vederti crescere nel ventre di tua madre è emozionante, ma non vedo l'ora di stringerti tra le braccia- parlò, facendomi singhiozzare.
Portai le mani agli occhi e mi accorsi che le lacrime stavano scorrendo sul mio volto, rigandolo.
Come se volesse fargli capire che lo stava ascoltando il piccolo scalciò nuovamente, sfiorando la mano che Reed aveva appena poggiato sulla mia pancia.
-È assurdo- esalò lui, mentre anche i suoi occhi si riempivano di lacrime - non credevo che avrei mai potuto emozionarmi, eppure...è così...- lo carezzai nuovamente sulla guancia, spingendolo ad alzarsi così che potesse nuovamente baciarmi.
Lacrime di gioia inumidivano gli occhi di entrambi, i visi illuminati da un sorriso perenne.
-Alicia- mi chiamò Reed, posandomi una mano sul braccio - non appena nascerà, facciamo un altro bambino-
Sollevai lo sguardo nel suo, interdetta e lui, in risposta, mi strizzò l'occhiolino.
Ridacchiai.
Avevo l'impressione che avrei trovato quel compito estremamente piacevole.










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Ebbene ragazze, come potete vedere sono tornata con un altro extra. Che dire, ammetto di sentire la mancanza di Reed ed Alicia e ogni tanto mi vengono in mente degli scorci della loro vita che voglio mostrarvi.

Che ne pensate?
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The last chance (serie Marinai e Corsari #1) In revisione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora