L'arrivo.

15 0 0
                                    

Un lampo di luce e poi il silenzio, il panico, un ronzio assordante nelle orecchie. Meg si guardò intorno, l'oscurità le impediva di vedere bene, le ci volle un po' affinché le sue pupille si abituassero al buio. Le gambe le tremarono a tal punto da farle perdere l'equilibrio per qualche istante. Riusciva a distinguere quelli che sembravano quattro enormi ganci, simili a quelli utilizzati per le bestie macellate. Solo dopo essersi rimessa in piedi notò le sue mani, sporche dello stesso sangue del muro accanto a lei.
Il cuore le batteva così forte da sentirlo in gola. Con le poche forze che aveva in corpo camminò verso le scale posizionate alla sua destra che dopo pochi gradini rivelarono l'esterno di quel tetro posto. Una boccata d'aria fresca la fece illudere che fosse tutto finito. In lontananza vide un uomo talmente grande che Meg pensò si trattasse di un gigante. Si nascose dietro ad un muretto, cercando di non fare rumore con i suoi singhiozzi.
L'uomo che era pericolosamente vicino alla ragazza, era alto e robusto. Indossava un'inquietante maschera bianca inespressiva e una tuta intera blu. In mano un coltello molto affilato e sporco. Il gigante si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa o per meglio dire di qualcuno. Cambiò direzione rapidamente, questa sua scelta permise a Meg di correre alla ricerca di una via di fuga. Correva da qualche minuto senza sosta e si rese conto che il luogo in cui si trovava era circondato da enormi mura che provò a scavalcare senza riuscirci.
D'un tratto il rumore simile ad una sirena. Con il poco coraggio che le era rimasto lo seguì e con suo stupore trovò una ragazza intenta ad aprire un grosso portone arrugginito. La ragazza in questione era poco più bassa di lei, portava lunghi capelli neri e ricci in una coda bassa che le incorniciavano il viso distrutto. 
'Che succede?' provò a domandarle. La ragazza si mise un dito sulle labbra per indicare il silenzio, poi di nuovo quei passi. Non appena il cancello si aprì, rivelando l'esterno di quell'inquietante luogo, ci si fiondarono dentro correndo. Alle loro spalle, una volta varcata la soglia dell'uscita, delle informi sbarre nere comparvero dietro di loro, lasciando l'uomo da solo.
Di fronte, un piccolo falò era circondato da altri ragazzi intenti a rianimare le fiamme. Quando Meg finalmente si fermò cadde a terra sfinita. Non capiva dove si trovava e non ricordava affatto come fosse finita lì. In lontananza il falò diventava sempre più grande e i ragazzi presenti avevano tutti l'aria stanca. 
Si sedette portando le ginocchia al petto mentre le lacrime cominciarono a tagliarle il viso pallido. Le sue scarpe da ginnastica erano sporche di fango, le mani piene di sangue non suo. L'agitazione era tale che non riusciva neppure a pensare. Si limitò a singhiozzare come una bambina, cosa che la mise in imbarazzo. Meg Thomas non piangeva mai.
Solo dopo svariati minuti si accorse che la ragazza che poco prima aveva aperto quello strano portone, era accanto a lei. Non disse una parola ma la osserò compiaciuta. Era ferita, un grande taglio le perforava il petto. La calma che quella ragazza provava era talmente strana, data la situazione, che un brivido percosse la schiena di Meg, che si allontanò di qualche centimetro.
-Non voglio farti del male- La riccia la guardò con sguardo vago, per poi estrarre dalla tasca un fazzoletto di stoffa. -Pulisciti le mani-
-Dove mi trovo?- Disse Meg, che ignorò il gesto della ragazza.
-Non lo so nemmeno io. Qui crediamo sia una specie di inferno, se non fossi morta, questa ferita mi farebbe male, no?- Alzò le spalle, in attesa di una risposta che non arrivò.
-Vuoi stare qui per il resto dei tuoi giorni o vieni con noi?-
-Non so nemmeno come ti chiami- Disse Meg con voce tremante.
La ragazza sospirò -Io sono Claudette, ora vieni. Ti presento gli altri-

Il fuoco, che era circondato da fitti pini, era sufficiente ad illuminare una piccola piazzola d'erba nella quale erano stati adagiati dei tronchi che fungevano da panchine. 
Altri tre ragazzi erano seduti in silenzio con aria preoccupata. 
-Ragazzi abbiamo una nuova vittima- Claudette spezzò il silenzio, che fino a quel momento sembrava essere sacro. L'unico rumore proveniva dallo scoppiettio del fuoco. 
-Come ti chiami?- Disse poi, l'unico ragazzo presente in quel momento.
-M-Meg-. Rispose, la sua voce era talmente bassa che gli altri fecero finta di aver capito la sua risposta.
-Io sono Ace, la biondina è Laurie, quella col cappello è Nea e la mora è Feng-. Disse lui, sdraiandosi su un tronco a pancia in su.
-Come fate ad essere così tranquilli? Questo è un incubo!- Il nodo alla gola non la faceva respirare. Era talmente a disagio ed impaurita che le girava la testa.
-Non ti preoccupare, quando conoscerai gli altri decidiamo chi sarà il tuo insegnante-. Disse Nea, mentre si curava una ferita alla gamba destra.
-Gli altri? Ce ne sono altri?- Spiazzata, si sedette accanto al fuoco cercando di catturare nell'animo quel calore che le serviva.
-Siamo in dieci per adesso, gli altri torneranno presto da quella che noi chiamiamo 'la prova'- Intervenne Feng.
-La prova? Era il posto di prima?- Meg era sempre più confusa.
La ragazza annuì. -Te la farò breve. L'entità, così la chiamiamo noi, ci costringe a fare delle prove. Ogni giorno entriamo in una delle quattordici mappe che stiamo cercando di studiare per trovare un modo per andarcene. L'uomo che hai visto oggi è uno dei quindici killer. Lui si chiama Michael Myers ed è uno dei più potenti, non che gli altri siano una passeggiata. Se sopravvivi ritornerai sempre qui, in questo falò. L'entità ogni tanto ci concede cibo e vestiti nuovi. Lo scopo della prova è quello di riparare cinque degli otto generatori presenti nelle mappe, che alimenteranno le due uscite. E' abbastanza semplice, finché il killer non ti acchiappa e ti appende al gancio-.
-Una volta appesa cosa succede? E cos'è "l'entità"?- Chiese Meg, cercando di collegare i pezzi.
-Non posso rivelarti cosa c'è dopo il gancio, e nemmeno chi è l'entità, ma lo scoprirai presto-.
In quel momento, altre quattro persone si avvicinarono a loro, con la stessa faccia distrutta dei ragazzi appena conosciuti.
Uno in particolare, attirò la sua attenzione. E con occhi sgranati e gonfi gridò : 'Dwight!'.


Fine del primo capitolo! Spero che questa storia vi piaccia così da poter continuare!

-Alessia.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Nov 25, 2019 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Dead By Daylight - La Morte non È Una Via Di FugaWhere stories live. Discover now