CAP. 10 - Finalmente Riuniti

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Non so perché, ma mi trasmette fiducia e penso che sia una persona buonissima. In più vedo la ragazza che mi guarda pensierosa; sembra che stia cercando di concentrarsi per capire se mi conosce o meno.
«Assolutamente sì. Sono d’accordo con te e accetto volentieri la tua amicizia. Piacere Jake, il mio nome è Alexander Jensen, ma puoi chiamarmi Alex. Tranquillo, la tua sessualità non mi dà fastidio, anche perché sono bisessuale pure io. Visto, abbiamo già una cosa in comune oltre che le lezioni con il professor Steven e, sono sicuro, troveremo altri punti in comune. Anche tu mi ispiri fiducia: appena sei entrato ho sentito che sei un ragazzo su cui ci si può fidare e voglio conoscerti meglio e presentarti alle persone a cui voglio bene. Sono convinto che piacerai anche a loro. Sono la mia vita e quindi non posso fare a meno del loro giudizio». Alex è davvero dolcissimo; deve essere molto unito con i suoi cari da come ne parla e, devo ammettere, ne sono un po’ invidioso.

Io, a parte Taker, non ho nessuno di cui potermi lodare e questo a volte mi dà un senso di vuoto infinito. Amo mio fratello, questo non si discute, ma poter contare su altre persone sarebbe stato molto meglio. Mentre parla, noto la ragazza che sorride e appoggia una mano sulla sua spalla; un semplice gesto, ma che esprime un profondo amore per Alex.
È la prima volta che vedo l’anima rinchiusa amare la persona con cui divide il corpo, e questo mi fa desiderare ancora di più conoscere la loro storia. Percepisco un legame molto profondo, e sono sicuro che sia qualcosa di sovrannaturale.
«Signor Jensen, signor McBryte, mi fa piacere constatare che abbiate stretto amicizia; noto che state facendo conoscenza, cosa molto sorprendente conoscendo lei signor Jensen e la sua innata diffidenza. Comunque, se a voi non dispiace, preferirei che non lo faceste durante la mia lezione e, soprattutto, mentre sto spiegando. Sareste così gentili di prestarmi attenzione o devo invitarvi a continuare la vostra conversazione fuori dalla classe?».
«Ci scusi, professore, non lo faremo più.» Dannazione questa non ci voleva. Mentre ascoltiamo le stronzate che spara il professor Steven-Lumacorno – ormai lo chiamerò così – io non riesco a smettere di guardare Alex e la ragazza; lei è molto bella, trasmette energia positiva che arriva fino a me. Sento la sua forza, l’amore che ha per Alex e questo mi scalda il cuore. Non si è ancora accorta che riesco a vederla, ma finche non lo fa da sola, non possiamo comunicare. Ogni tanto si gira verso di me e io gli sorrido guardandola negli occhi, ma non riesco a fargli sentire il nostro contatto. Sarà un lavoro lungo e complicato, ma ci proverò: voglio sapere tutto sul loro legame.

Finita l’ora di lezione, durata mezz’ora in più per recuperare il tempo perso, Alex mi ha invitato a sedermi con lui a pranzo, così che possa conoscere una delle persone a lui care. Ha detto che si chiama Samantha, che è come una sorella maggiore per lui e che all’inizio può sembrare altezzosa e piena di sé, ma che in realtà è una ragazza meravigliosa.
Entrati nella sala, noto parecchi ragazzi voltarsi verso di noi e guardarci con occhi sconvolti. Ripensando alle parole del professore, Alex non deve essere un ragazzo molto socievole, o deve avere molta difficoltà nel relazionarsi con la gente, e questo mi fa sentire ancora più vicino a lui, per avermi permesso questa amicizia. Sono felice.
«Spero che Samantha non cominci a farti il terzo grado; sai, è molto protettiva nei miei confronti, e a volte pecca di bullismo psicologico verso le persone. Tu resta tranquillo e rispondi sempre con la verità, perché lei riesce sempre a capire se una persona mente o è sincera. Devi essere semplicemente te stesso. Ecco, guarda: quella è Samantha.» Mi volto verso la direzione che mi ha indicato Alex e rimango senza parole per quello che vedo: anzi, devo dire per quello che non vedo.
Ed è proprio questo che mi ha lasciato senza parole, non vedere nessuna anima accanto a lei, nessuna aurea che emani il suo carattere; non vedo assolutamente niente. L’unica cosa che vedo è Samantha che mi guarda sconvolta, mentre punta un dito verso di me e sembra in procinto di una auto combustione da quanto sta diventando rossa.
«Jake, lei è Samantha. Sammy, vorrei presentarti un nuovo studente e, spero fortemente, un mio nuovo carissimo amico. Si chiama Jacob, ma puoi chiamarlo Jake. Sammy, perché hai quella faccia? Sembra che tu abbia visto un fantasma. Ti prego, non spaventarlo, ci tengo davvero tanto a lui. Dai, di’ qualcosa di gentile… fallo per me». Alex si avvicina a lei, e cerca di farla riprendere, ma sembra che Samantha sia troppo concentrata a guardami come se davvero avesse visto un fantasma o, peggio ancora, un Demonio in carne ed ossa.

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