«Ma perché dovrei dirtelo? Perché dovrei fidarmi di nuovo di te? In fondo, non me lo vuoi dire nemmeno tu cos'è che vuoi davvero. Mi sembra solo che io sia stata un'inutile pedina nelle tue mani... che tu mi abbia sfruttato».

«Dimmelo e io ti rispondo».

Sospiro. «Cercavo casa... o quel che ne potrebbe essere rimasto o qualsiasi cosa che mi potesse ricordare l'infanzia. Volevo trovare qualcosa che mi calmasse l'animo».

«Io voglio il trono».

Tutto torna con quel che ho saputo: a lui di me non interessa, ma avrei potuto immaginarlo, sono stata una cretina.

«E il problema è che il re è il padre dell'Orlan, quindi vincere la guerra ti avrebbe messo in una posizione migliore rispetto a lei, visto che il tuo grado era superiore al suo. Avete messo in piedi un piano che doveva portarvi a ingannare la Federazione, arrivare a Minerva e usarla contro di noi, infine avresti iniziato una guerra fra di voi, fra cugini, pur di arrivare al trono. Ho fatto fare le mie ricerche».

«Sei in gamba, credo che domattina arriveremo a un buon patto».

Non mi interessa del patto, a me serve un altro tipo di risposte. Non posso più aspettare. Mi blocco sul posto, lui continua a camminare lentamente, è solo qualche passo avanti a me. Ad avere una pistola, potrei farlo fuori, ma so che non ne sarei in grado.

«Erix... io... insomma, perché mi hai ingannato in quel modo? Ti sei solo servito di me per cercare di arrivare al potere. Io mi fidavo di te, ti ho messo come nell'equipaggio della Starfall, lo vuoi capire che io mi ero seriamente innamorata di te o no?»

Non avrei mai pensato di sputargli in faccia in questo modo i miei sentimenti, non avrei mai voluto farlo – non doveva esserci niente fra noi.

Si ferma, spegnendo la sigaretta che si era acceso sotto i piedi. «Era l'unico modo che avessi per salvarti la vita».

«Cosa vuoi dire?»

Si volta, mi squadra da capo a piedi, non mi sono mai sentita così indifesa di fronte lui come ora. «Se non ti avessi costretto io a fermare il programma, l'avrebbe fatto lei con un solo colpo al petto. Gli altri due aguzzini erano ai suoi diretti ordini, le obbedivano cecamente e se non li avessi minacciati di morte ti avrebbero violentato senza troppi problemi. Lei aveva paura che mi servissi della Federazione per prendere il trono, io che si servisse dell'Alleanza per togliermi di mezzo. Eravamo d'accordo io e lei, una volta, ma io ho perso la testa per te, mi ha messo con le spalle al muro – per cercare di salvare te e il trono ho preferito tradire la Federazione. Mi ha detto che sono stato stupido perché in quel modo non avrei salvato nulla».

«Non ti credo...» Stringo i pugni, sentendo gli occhi pungere. «Tu non sei stato più gentile degli altri».

«Ho sbagliato, lo so. Credevo... credevo fosse la cosa giusta... ho capito troppo tardi che non lo era. Sono stato un cretino a farti soffrire in quel modo, a cercare di recitare il ruolo dello stronzo su Minerva».

«Cercare? L'hai fatto bene, mi hai solo spezzato il cuore».

«Hai idea di quante notti abbia passato a piangere solo per sapere di dover alzare di nuovo le mani su di te? Hai idea di quanto mi facesse male vederti piena di ferite, abbandonata a ogni tipo di violenza?» Copre la distanza fra noi con pochi passi, tremo appena, odio il fatto che mi sovrasti. Mi sento inutile, indifesa. Abbasso lo sguardo pur di non incrociare i suoi occhi, brucia sentire il suo sguardo sulla mia pelle.

«Tu non ti sei risparmiato niente, non hai fatto niente per aiutarmi e io mi fidavo di te».

«Posso capirti se non vuoi avere più a che fare con me. Concedimi solo questa serata, non voglio avere solo i ricordi di te schiava o nemica. Dammi almeno un ricordo di Vivi». Mi accarezza con riluttanza una guancia, alzo lo sguardo, lui ha gli occhi lucidi e io li sento pizzicare, mi sembra di avere un'oppressione sul petto. È una situazione paradossale. Vorrei vederlo morto, avrei voluto che fosse stato condannato, non dovrei essere qui, a dieci centimetri da lui, non sapendo cosa pensare, cosa significa tutto quello che sta succedendo. Ho cercato di convincermi in tutti i modi che questa cosa fosse sbagliata fin dall'inizio, che non sarebbe dovuto succedere niente. Ho fallito. Sbaglierò a dargli fiducia un'altra volta, me ne pentirò, ma a quanto pare non riesco a star lontana dallo stesso fuoco con cui mi sono scottata.

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWhere stories live. Discover now