30. La verità

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Alla fine di tutto,
ti rendi conto che
sei riuscita a sopportare,
molto più di quanto ti aspettassi.

▶️ Only Hope - Mandy Moore

Isaac

Mi portai in direzione della mia bocca, il bicchiere di plastica con del Punch corretto, con un angolo delle mie labbra alzato verso l'alto. Ero alquanto soddisfatto di come le cose stessero proseguendo. Tutto quello che avevo programmato, da quando avevo varcato le porte di quel lurido carcere, era andato come previsto e tutto stava proseguendo secondo i piani. La settimana prossima si sarebbe svolto l'incontro al Blue's e quest'anno sarei stato io il vincitore, perché avevo scelto perfettamente la ragazza che mi avrebbe fatto vincere. La piccola Eisel Johns, non si immaginava nemmeno lontanamente cosa avevo preparato e avevo in serbo per lei. Pensai, ridacchiando fra me e me. "Cosa farai con lei, una volta finito l'incontro?" Mormorò Matt, appoggiandosi al tavolo con un fianco, incrociando le braccia sotto il petto. Lo sguardo da bravo ragazzo, che aveva dipinto sul volto negli ultimi mesi per rendere ancora più credibile agli occhi di Eisel - ciò che avevamo messo in atto - era scomparsa immediatamente.

"Cosa dovrebbe farne? Se la mocciosa lo farà vincere, dovrà piegarsi in ginocchio e ringraziare il cielo di esserne uscita ancora viva." Rispose Elia, mio fratello, al mio fianco. Sfiorò la mia spalla, avvolta dalla giacca elegante di questo stupido e fastidiosissimo smoking, con la sua mano, guardandomi con un'espressione piuttosto soddisfatta. Era il mio braccio destro, l'unica persona di cui mi fidassi ciecamente, all'interno di queste mura studentesche infernali e far credere per tutto questo tempo, il quanto lo odiassi, mi era risultato assai difficile.

Matt sogghignò. "Sempre se non finirà stesa sotto una lapide, come Pam Anderson." Dichiarò ma, il sorriso gli morì in gola, quando alzai un destro in direzione delle sue labbra, preso dall'improvvisa rabbia, nel sentire nominare quel nome. Feci cadere il bicchiere - che tenevo in mano - a terra, facendo versare il Punch sul pavimento sotto i nostri piedi, attirando l'attenzione di alcuni dei presenti in nostra direzione. Non me ne fregava un cazzo. Non mi importava di niente e di nessuno. Se ne dovevano stare al loro posto, perché qui comandavo io e lei, non la dovevano nominare.

"Hei, amico, ma sei impazzito!" Mormorò Matt, portandosi un palmo della mano sul labbro che perdeva sangue, proprio nel punto in cui lo avevo colpito.

Mi sfiorai le nocche delle mani ancora ferite dalla rissa con Cameron, che si erano nuovamente riaperte, facendomi imprecare. "Quante cazzo di volte ti ho già detto che non voglio sentire nominare quel fottuto nome?" Ringhiai avanzando contro di lui, prima di sentire la mano di Elia contro il mio petto, fermando immediatamente le mie intenzioni.

"Calmati, fratello. Non è il momento di scaldarsi tanto, vedi di tranquillizzarti." Parlò Elia, spintonandomi e allontanandomi dalla figura di Matt, che mi guardava male. "Se tuo padre arrivasse e ti vedesse in questo istante, manderesti tutto il piano all'aria. E non vogliamo che questo accada, dico bene?"

Sospirai, alzando una mano per sfiorare i miei capelli. "Non parlarmi come se avessi tredici anni, idiota." Mormorai, aggiustandomi la giacca.

"Sei una testa calda, Isaac. Questo è l'unico modo che conosco per calmarti, quando inizi non ti ferma nessuno." Parlò, passando un tovagliolo di carta a Matt, che finii di ripulire i residui di sangue dalle labbra. L'immagine della mano di Eisel sul mio braccio, quando eravamo in macchina, le sue braccia strette sui miei fianchi alla fine di una rissa e le sue dita sulle mie guance, mi balenarono immediatamente in testa. Erano stati gli unici tocchi - dopo più di un anno - che erano riusciti a calmarmi, a non farmi trasformare nella bestia e nel mostro che ero. Ma questo non aveva importanza, lei non ne aveva. Mi avrebbe aiutato a vincere e poi l'avrei semplicemente distrutta, e nulla sarebbe cambiato.

Il ragazzo della 113 Where stories live. Discover now