Capitolo 4

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La pala meccanica sollevò circa seicentosessanta toqubui di terra rossa e polvere davanti alle sagome ingobbite degli operai scavatori che azionavano la pulsantiera.

«Per Dio, avete iniziato senza di me?» pensò con prepotenza Ben mentre si affrettava a entrare nella zona di scavo, trafelato. 

«È arrivato, lo avevano comunicato che sarebbe arrivato» risposero gli operai con un'unica emissione telepatica collettiva che assumeva più o meno lo stesso significato.

«Avevo spiegato al responsabile del reparto scoperte che...»

«Sappiamo tutto, non ci interessa. Ora la faccenda è passata in mano all'autorità della Colonia, non è più di sua competenza» fu la risposta secca del mastro operaio.

La pala meccanica si piegò in avanti e l'artiglio meccanico sollevò l'intera piastra che si rivelò molto più grande di una decina di qubui come Ben aveva immaginato. Il grande blocco di metallo fuso e roccia era lungo e compatto e aveva tutto l'aspetto del veicolo del vecchio popolo che Ben percepiva nei suoi tormenti notturni. Questo, dal momento in cui si era presentato alla piattaforma di scavo due settimane prima, era stato il suo più grande cruccio.

«Quella è la mia scoperta, non esiste che vi appropriate di tutto senza neanche darmene un pezzo» rispose con una possente emissione di sdegno che lasciò interdetti gli operai.

«Senta, sappiamo che lei appartiene al Culto, che forse non capisce bene come funzionino le cose da noi e che la vostra politica sui ritrovamenti è diversa da quella della Colonia. Tuttavia...» si voltò verso il grande blocco di metallo che ospitava una Corolla E90 perfettamente conservata, «il ritrovamento le viene attribuito, ma il residuo psichico no. È nel contratto, avrebbe dovuto visionarlo meglio.»

«Quindi avete trovato del residuo psichico?» chiese Ben sospettoso. «Perché io credo che voi non abbiate trovato un bel niente e sia proprio questo il punto. Perché sono l'unico che l'ha percepito? Sarà per caso che in quanto membro del Culto questo manufatto sia destinato a me?»

Gli operai si scrutarono con seria perplessità e poi ebbero vari pensieri di scherno, ma si contenettero dal manifestarli troppo evidentemente. Ancora queste fesserie sul destino, pensarono, stupidaggini di un retaggio ancestrale verso cui una religione sorpassata fa ancora affidamento. Non c'era da aspettarsi niente di più moderno da un membro del Culto.

«È vero, non ci sono residui... per ora. Non è la prima volta che succede. Potrebbe essere che questo particolare manufatto abbia una manifestazione precedente alla Grande Fusione. In quel caso è presto fatto. Abbiamo anche noi alle Colonie dei cervellotici ESP-dotati che possono facilmente estrapolare il residuo e commercializzarlo. Non si arrabbi più di tanto comunque, non c'è bisogno di avercela con noi, eseguiamo solo gli ordini.»

«Come i pattugliatori» pensò Ben schernendoli.

L'ira fluiva lungo le sinapsi dell'archeologo e, in mancanza di un filtro, avrebbe presto rigurgitato emanazioni telepatiche sgradevoli su tutti i presenti, finendo per fare la figura dell'insviluppato. Gli operai erano più che qualificati e non sarebbero caduti davanti alle provocazioni. Non aveva possibilità di convincerli a cedergli neanche una briciola del ritrovamento, quindi avrebbe dovuto pagare per comprare un po' di polvere come tutti, finendo per buttare via i crediti guadagnati con il lavoro per avere una minuscola parte di qualcosa che aveva trovato lui stesso. Ridicolo. Tutti percepirono il suo sdegno, ma non ribatterono.

I manufatti con manifestazioni precedenti alla Grande Fusione erano rari e molto ricercati, Ben sapeva di avere davanti un pezzo importante che gli avrebbe fruttato sanità cerebrale e svariati crediti per potersene andare verso una Colonia migliore. Stando alle regole imposte da quella particolare corporazione era però impossibile venirne a capo con le buone, e qualunque strategia o cattiva intenzione sarebbe stata captata in anticipo in mancanza di filtro psichico.

«E va bene» pensò Ben con rassegnazione. «Mi aspetto una paga commisurata al ritrovamento.»

«Certamente» rispose l'operaio capo soddisfatto. «Questo è il minimo. Non sia risentito, sono le regole della compagnia e quelle della Colonia, nessuno può fare nulla a riguardo.»

Captò poi una seconda emissione telepatica, un operaio si rivolse a lui curioso: «È vero che ieri hai ucciso un pattugliatore?»

L'emissione era più incuriosita che preoccupata. La storia si era sparsa velocemente, ma non ci sarebbero state conseguenze, la legittima difesa era consentita al Culto in tutte le Colonie della Placca.

«Sì, è stato il mio sistema di sopravvivenza a tagliarlo a metà. Sfortunatamente ne ha reciso il tronco principale e non è sopravvissuto. È stato sfortunato.»

«E chi ci dice che non lo abbia fatto a posta?» insistette. «Insomma, molto comodo per voi del Culto, no?»

«Il sistema di sopravvivenza non può essere manomesso. Se le Colonie lo hanno concesso c'è una ragione. La sopravvivenza del Culto è tradizionalmente stata necessaria alla sanità del Popolo».

«Roba vecchia, ormai abbiamo i nostri ESP, a cosa serve continuare a riservarvi questo trattamento di favore, mh?» le provocazioni si facevano sempre più palesi, ma il mastro operaio intervenne per sedare la rissa.

«Signor Ben, io credo che lei dovrebbe andare prima di scatenare un dibattito politico, non crede?»

«Forse è meglio che io vada» lo assecondò Ben, constatando che una pila di cadaveri non sarebbe stata utile a lui e, ancora meno, alla Chiesa del Crepuscolo che era noto navigasse in cattive acque ultimamente.

Si voltò recandosi alla decontaminazione, lasciando il prezioso ritrovamento in mano agli operai della corporazione, con rammarico. Avrebbe fatto qualcosa, anche se non sapeva ancora bene cosa.

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