Capitolo 28

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"Alice prima di andare a casa andiamo a fare l'esame del DNA a Alquib, spegni tutto e muoviti." Oddio, come faccio? Se dico a Claudio che ho detto al professorino arabo sexy che sono una giornalista de "il reato" inizierà a farmi la solita paternale. Perchè mi metto sempre in queste situazioni? Improvvisamente arriva la mia salvezza, il professor Anceschi.

"Professor Anceschi!" Mi guarda sorridendo, ha il volto paffuto e i baffi neri folti, lo scorso anno aveva qualche chiletto in più mentre ora è diventato un figurino. "Professore, lei non mi doveva far vedere una cosa riguardante il caso Konan?" Capisce subito che mi sono messa in un altro dei miei pasticci.

"Ah si! Seguimi Alice." gli sorrido e mi giro verso Claudio che mi guarda sospettoso con gli occhi socchiusi. "Che c'è?"

"Niente, non so perchè, ma il mio sesto senso dice che ne hai combinate una delle tue?"

"Io? No no."

"Non sai proprio dirle le bugie eh?!" viene verso di me e mi accarezza la guancia, mi lascio trasportare dal suo tocco morbido e magico. Ogni volta che mi sfiora mi compare la pelle d'oca, lo bacio velocemente e poi mi fiondo verso lo studio di Anceschi.

"Professore mi ha salvato!" gli dico andandomi a sedere sulla sedia davanti alla sua scrivania, sorride scuotendo la testa "Cos'hai combinato questa volta, Alice?"

"Una delle mie professore, comunque pasticci a parte. Si sa qualcosa sul materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima?"

"Appartiene, come sospettavo, ad un soggetto maschile. Ora faremo il test del DNA sia al marito di Amina che all'"amante". Così avremo la prova di chi è il vero colpevole." Mentre parla il suo telefono inizia a suonare, un Iphone 5 con lo schermo tutto scheggiato.

"Pronto?" Il suo sorriso scema, alza gli occhi e sbuffa. "Ok arrivo." Sbatte il telefono sulla scrivania. "Mia suocera si è rotta il femore. Ora sarà intrattabile, e secondo te chi dovrà assisterla? Io."

"Professore mi dispiace."

"Anche a me, non puoi neanche immaginare quanto mi pesi."

Usciamo dalla sua stanza, lui va verso l'uscita, mentre io torno in biblioteca. Gli specializzandi e i dottori se ne stanno andando a casa. Tranne la Wally che sta venendo verso di me, con un passo e uno sguardo minaccioso. Quanto è inquietante questa donna.

"D O T T O R E S S A A L L E V I!"

"Professoressa! Professoressa buonasera!" tubulo, rivolgendole il sorriso più falso che io abbia mai fatto.

"Ha portato a termine l'articolo che le ho assegnato?" mi chiede con quell'aria altezzosa che non ha neanche CC.

"Si professoressa, domani mattina glielo porto." Se ne va guardandomi con gli occhi sgranati, mi inquieta molto, è una donna strana. Un po' di pena me la fa. E' sola, non ha un marito, i suoi genitori sono passati a miglior vita come anche il resto dei suoi parenti, passa tutte le feste in Istituto, oramai è diventata uno zombie. Rimango impalata a guardarla uscire e nel frattempo CC mi raggiunge.

"Forza Alice andiamo a cena. Prendi tutto e muoviti."
"Sissignore!" Faccio il saluto militare e CC va verso la macchina ridendo e scuotendo la testa.

Il bolide di Claudio è pulita e profuma di lui. Partiamo, ma non gira per la strada di casa, lo guardo per avere una spiegazione.

"Sacrofano ti porto a cena fuori. Ho prenotato un ristorante." Mentre parla non distoglie mai lo sguardo dalla strada, stringe forte il volante. Ha la sua solita espressione concentrata, quanto vorrei baciarlo in questo momento.

"Ti amo." Mi rivolge uno sguardo furtivo, ma in questo piccolo istante nota un dettaglio dei miei occhi che lo fanno sorridere.

"Cos'hai da ridere?"

"Le tue pupille si sono allargate del 45%."

"Ah davvero?" Annuisce. "E cosa significa?"

"Beh che ti piaccio da morire." Sul suo viso compare il solito sorrisetto malefico, si gira a guardarmi, ci guardiamo negli occhi, noto che anche le sue si sono dilatate. Scuoto la testa e torno a contemplare la città fuori dal finestrino. Sento la sua mano posarsi sulla mia coscia e mi provoca la pelle d'oca, sghignazza quando se ne accorge.

Arriviamo al ristorante, CC stranamente mi tiene per mano. Entriamo e ci sediamo al tavolo riservato in un angolino lontano da tutti. E' troppo romantico. Non me lo sarei mai aspettato dal mio stronzo e cinico mentore.

"Perchè non dici niente Sacrofano?" incrocia le dita e mi fissa con quei suoi occhi profondi come l'oceano, ha un leggero strabismo, cosa che lo rende ancora più affascinante.

"Non me lo sarei mai aspettato. CC che organizza una cena romantica..." Smaglia il suo sorriso da vampiro e beve un sorso di vino rosso, mentre io un bicchiere d'acqua naturale. Si prende un minuto e poi ricomincia a parlare, puntando di nuovo su di me quel suo sguardo ammiccante.

"Beh Sacrofano le persone non sono sempre quelle che sembrano. Posso sembrare stronzo e rompi palle, ma ho anche un lato romantico no?"

"Si, sei molto romantico. Mi sto ricredendo." Allunga la mano e io gliela stringo. Ordiniamo. Parliamo del più e del meno . E' se come in questo momento in questo ristorante ci fossimo solo noi, noi tre.

"Sacrofano hai voglia di fare una passeggiata?"

"Andata per la passeggiata."Paga il conto e usciamo. Cominciamo a camminare per il viale. Claudio incontra alcuni suoi colleghi e si ferma a parlare. Improvvisamente vedo Al quib, si sta dirigendo verso un piccola via. Senza pensarci un secondo inizio a seguirlo. Claudio se ne accorge ed inizia a chiamarmi.

"Scusate. Alice!!! Dove vai?" Sento i suoi passi dietro di me. "Perchè segui questa persona?"

"E' Al quib. Voglio capire cosa fa."

"Oddio Alice, di nuovo nei panni della Fletcher?"

"Zitto."

Arrivo all'inizio della piccola e stretta via, mi accosto al muro e cercando di non farmi vedere mi sporgo. Vedo Al quib che si avvicina ad un motorino, ci sono altre due persone.

"Fai la foto!"

"Cosa?"

"Muoviti!" Sbuffa e prende il telefono, scatta la foto. L'amante di Amina sta prendendo dalla mano del motociclista una bustina con del contenuto bianco. Immagino sia droga.

"Alice dai andiamo. E' tardi e vorrei andare a dormire. Ti ricordo che domani abbiamo una lunga giornata di lavoro."

"Si andiamo."

Di solito le migliori idee mi vengono sotto le coperte abbracciata al mio CC. Ripenso a quello che ho visto stasera nel viale. Forse Al quib dopo essersi drogato, impazzito, stanco dell'insistenza di Amina, l'ha soffocata con il cuscino.

"Claudio!"

"COSA?"

"Al quib ha ucciso Amina, forse quella sera si era drogato e stufo della sua insistenza l'ha uccisa!" Borbotta qualcosa che non riesco a capire.

"Domani lo dirai a Calligaris, ora dormi."

"Buonanotte."

"Notte Sacrofano." Lo bacio e lo abbraccio, incrocio le mie gambe alle sue e chiudo gli occhi ascoltando il suo cuore battere.

L'Allieva 3 (secondo me) IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora