1 - La Cacciatrice

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1 - La Cacciatrice

Prima ancora di incontrarla, Leo sapeva che sarebbe capitato. Perché a lui queste cose capitavano sempre. Si innamorava di tutte le ragazze carine che incontrava, ma solo se erano chiaramente off limits. Quelle che sarebbero state teoricamente alla sua portata non lo interessavano, anche perché non avrebbero comportato dolori struggenti, arrovellamenti di cervello e palpitazioni nervose. Perché, parliamoci chiaro, senza immensa sofferenza che gusto c'era? 

Di lei gli erano subito piaciuti i capelli scuri, gli occhi azzurri e qull'aria sicura [1] di una che non sembrava avere paura poi di molte cose. Era la tipica ragazza che si sarebbe segnata a un corso di kickboxing piuttosto che a uno di danza classica, e teneva il mento alto con un portamento fiero che la faceva sembrare ancora più irraggiungibile di quanto già non fosse. 

La prima occhiata che aveva servito a Leo era stata micidiale, accusatoria, quasi al colmo del disprezzo. L'occasione era stata la quasi morte per ipotermia di Piper, perciò quello sguardo assassino in realtà aveva i suoi buoni motivi di essere. A Leo però non era importato. Boom, clap! [2] I meccanismi del suo cuore ormai erano stati messi moto, azionati, partiti, andati. Thalia Grace aveva premuto il pulsante segreto di quel supremo cattivo ragazzo che era Leo Valdez - epiteti tutti esclusivamente ironici che si era affibiato da solo per non rischiare di restare a corto di autostima. 

Quando il terribile sguardo di disapprovazione di Thalia si era fatto poi scettico e infine sprezzante, Leo aveva già capito di essere pazzo di lei. E non gli importava se era una Cacciatrice di Artemide, se aveva un folle credo che si basava su un'assurda regola del tipo "niente ragazzi", se ci fosse stata realmente possibilità di essere ricambiato... Leo non era mai stato ricambiato in vita sua da niente e nessuno. Era abituato a non essere voluto. Talmente abituato che ci aveva fatto il callo, e alla fine aveva finito per non pensarci più. 

E poi, guardando meglio Thalia, Leo si era accorto che le piaceva perché somigliava leggermente a Chione. Era di quella bellezza austera e marmorea in grado di infiammare chiunque, figurarsi un figlio di Efesto che era in grado di andare letteralmente a fuoco. Ma anche se Leo con il sesso opposto non ci sapeva davvero fare, aveva subito intuito quanto sarebbe stato improduttivo far notare a Thalia la sua somiglianza con la dea della neve. Se c'era una cosa che dopo infiniti rifiuti Leo aveva imparato era che le ragazze non volevano essere paragonate ad altre ragazze. E nemmeno ad altri esseri viventi. Specialmente le mucche e le capre. Quelle particolamente vanitose nemmeno alle balene. 

Nonostante la freddezza di Thalia, la sua palese indifferenza, il suo chiaro voto di nubilato perenne e il suo proclamato odio per il sesso maschile, Leo era convinto di interessarle. Ogni volta che lui apriva bocca per dare fiato ad una delle sue tante perle di saggezza, lei lo scrutava con quei suoi occhi azzurri assassini che se avessero potuto avrebbero mandato lampi. Perché era una figlia di Zeus. E quanto sarebbe stato figo Leo Valdez ad andarsene in giro mano nella mano con una progenie di uno dei tre grandi dei dell'Olimpo? Troppo. Peccato che se avesse solamente osato avvicinare per sbaglio le proprie dita a quelle di Thalia lei gliele avrebbe amputate con la punta di una delle sue freccie da Cacciatrice. O nella migliore delle ipotesi lo avrebbe ignorato. Leo a questo punto non avrebbe saputo dire cosa sarebbe stato peggio.

Durante la sua prima e ultima avventura al fianco di Thalia, quella per raggiungere il palazzo di Eolo per poi scapparne a gambe levate, Leo aveva appurato due dati di fatto: 1) fare il macho non avrebbe funzionato; e 2) fare qualsiasi altra cosa non avrebbe funzionato. La prima era stata un'intuizione semplice, perché le Cacciatrici di Artemide erano così ossessionate dall'emancipazione femminile eccetera eccetera eccetera che se proprio fossero state obbligate a prendere in considerazione un ragazzo avrebbero optato per un esemplare non voluto dalla selezione naturale, e non per Mastrolindo. Il secondo punto era stato più tosto da digerire, ma altrettanto inequivocabile. Non c'era modo di conquistare Thalia. E a peggiorare le cose c'era un ulteriore constatazione da fare: per Leo non c'era modo di conquistare anima viva.

Cuore a motoreOù les histoires vivent. Découvrez maintenant