Non sapevo che fumassi

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Capitolo 1

-Non sapevo che fumassi.-
Mi dice girando la testa di scatto per guardarmi negli occhi, ecco, lo sapevo... non volevo ricascarci, però eccomi qui bloccata nel tempo in mezzo a queste luci, con il vento che mi accarezza i capelli e le onde che ci fanno da orchestra, con queste persone, che non prendono mai una sosta, mai una pausa, nulla.
E ora? Cosa gli dico? Che sono ancora inesperta o che lo faccio già da tempo? Cosa vuole sentirsi?
Ma aspetta, a me che importa di cosa vuole sentirsi dire!? Sono sempre io, sempre April, e forse è proprio questa la cosa che mi preoccupa...
Quindi con aria quasi indifferente, guardandolo negli occhi rispondo semplicemente di si.

-Pensavo solo sigarette!-
Mi dice ghignando, il suo sguardo di sfida fa scattare in me una scintilla e allora decido di rispondergli a tono.
-Anche, allora me li fai fare due tiri o no?-
-Certo baby, non ti innervosire.-
Mi dice alzando un sopracciglio e mostrandomi mezzo sorriso, è così insopportabilmente attraente.
Me la passa e mi guarda intensamente negli occhi, anche al buio riesco a vederli brillare.
Appoggio le mie labbra sul filtro e aspiro, sento il fumo passare per le gola e arrivare ai miei polmoni e istintivamente mi sento già più rilassata.

-Dai ragazzi andiamo a fare un giro!-
Dice Louis spezzando tutta la magia che si era creata intorno a noi.
Ci guardiamo un'ultima volta prima di cominciare a camminare.
Mary mi sta affianco e mi chiede se va tutto bene, le rispondo in modo affermativo e sorrido.
Le luci natalizie illuminano le strade e solo in questo momento percepisco il calore e la felicità che porta il Natale, o forse non è merito di questa stupida festa.
Camminiamo tutti e cinque insieme, ridiamo, scherziamo e facciamo foto, ci fermiamo davanti a una struttura in ferro a forma di diamante e lui ci mostra il suo tatuaggio molto simile, chissà che significato ha.
Questo posto è bellissimo, mi sento bene circondata dai miei amici.
Ma è proprio quando ti diverti che il tempo passa in fretta, si è fatto tardi ed è ora di mettersi in macchina.
Durante il tragitto sento la sua mano appoggiarsi sulla mia coscia e il suo braccio sulla mia spalla, è tutto così strano, non voglio si attacchi troppo a me, non deve assolutamente succedere.
Le luci della strada illuminano leggermente l'auto e i nostri sguardi si incrociano ancora, lui mi sorride e io distolgo lo sguardo un po' imbarazzata.
Arrivati a Balmora lui scende dalla macchina, saluta Louis, Mery, David e infine me.
Prima mi abbraccia, poi mi guarda e in modo quasi impercettibile mi sussurra all'orecchio una frase che mi lascia stupita.
-Me lo dai un bacio?-
Rimango un secondo ferma, quasi come se non credessi alle mie orecchie.
-No, che dici!-
Rispondo di istinto, devo proteggermi, non mi farò più usare.
Ma lui non molla, mi strige più forte a se, mi gira il viso e mi ruba un bacio, mi guarda ancora una volta, mi sorride e corre via verso casa.
-Cristopher...- sussurro mentre mi tocco le labbra con le dita.
Rimango seduta in auto, immobile, con il cuore a mille, è stato un bacio così semplice, ma ha lascito il segno.

Appena entro in casa mi stendo sul letto e i miei pensieri cominciano a vagare, la mia mente mi riporta a qualche minuto fa, ripenso a quel bacio rubato e di istinto mi tocco le labbra, come a voler rivivere quel momento, come se me lo fossi solo immaginata.
Rimango qui per diverso tempo, forse ore a ricordare tutta la serata, era da tanto che non mi sentivo così spensierata, era da tanto che non sorridevo, che non mostravo il mio sorriso più vero, quello che mostra la mia voglia di vivere, ma con lui è stato tutto così spontaneo, così bello.

Chiudo gli occhi un secondo e provo un po' a ricollegare tutto, lui che mi sta vicina, lui che mi sorridere, lui e le sue labbra... mi sento arrossire.
I miei pensieri vengono interrotti dal suono del mio telefono, è Cristopher. Apro la chat e ci trovo tutte le foto che abbiamo fatto, lui con l'aria presuntuosa e io con i capelli un po' spettinati.
Cerco di non farmi strane idee, sono stanca di stare male, non voglio illudermi ancora, alla fine è stato solo un bacio.
Con questi pensieri che vagano imperterriti nella mia testa mi addormento.

Percepisco il fascio di luce che filtra dalla tapparle e che si posa sul mio viso, apro gli occhi e mi scappa uno sbadiglio, ieri sera mi sono addormentata con il telefono in mano e non gli ho dato nemmeno la buonanotte, un po' mi sento in colpa anche se non dovrei, non voglio dargli troppa fiducia, non permetterò più a nessuno di farmi del male, eppure c'è qualcosa che mi spinge verso di lui, come una calamita.

Apro il mio telefono e mi ritrovo due suoi messaggi.

•Buonanotte baby•
•Buongiorno piccola•

Devo ammettere che alla vista di questi due messaggi mi scappa un sorriso.
Gli rispondo ricambiando il buongiorno e continuiamo a parlare, mi chiede di uscire e io gli rispondo di no, oggi devo stare con la mia migliore amica e oltre tutto mi ucciderebbe se verrebbe a sapere che mi sono vista con lui.

•ah va bene, tranquilla, allora ci vediamo in giro così almeno ti saluto.•

Mi chiedo come faccia a starmi dietro, non gli do un briciolo di certezza eppure è sempre qui a scrivermi e a trovare ogni modo possibile per vedermi, ammetto che apprezzo la sua forza di volontà.

Sono le cinque quando esco di casa e vado alla fermata dell'autobus, arrivo giusto in tempo, mi siedo e indosso le mie dannate cuffiette, comincio ancora una volta a pensare, e in gran segreto, a sperare di incontrarlo.
Arrivata a Bestwood mi dirigo dritta a casa di Jessica, la mia migliore amica, l'ho conosciuta a scuola l'anno scorso, all'inizio non la sopportavo, mi stava antipatica e la reputavo una maleducata, ma con il tempo mi sono affezionata e le voglio bene anche se il suo carattere è un po' strano.
Mentre cammino ripenso all serata di ieri, cosa faccio? Racconto tutto a Jessica o le nascondo la verità?
Mi pongo questa domanda appena prima di suonare il campanello, mi apre e mi sorride, sento il mio cuore battere forte, non so cosa fare, non voglio perderla.
Mentre si trucca decido di raccontarle del bacio e lei mi guarda un po' stranita.
-Ma ti piace?-
Mi chiede.
Sento le mie guance arrossire e comincio a balbettare qualcosa di incomprensibile, faccio un respiro profondo e le rispondo con finta indifferenza.
-Beh è carino, e poi è troppo simpatico, ieri mi ha fatto ridere troppo.-
-Si, okay, ma è un coglione, lo sai cosa mi ha fatto.-
Mi dice guardandomi male.
-Si, però magari io gli piaccio davvero... sai ieri sera l'ho visto nervoso, più iperattivo del solito, poi non sai che ha fatto!-
Comincio a ridere rumorosamente mentre ripenso a quando si era avvicinato a Babbo Natale e gli aveva chiesto "Ma non è che potresti farla diventare la mia fidanzata?", ero rimasta scioccata, ma ne ero in un certo senso lusingata. Ho notato subito il suo nervosismo crescere quando lo guardavo, così tanto che si era anche bloccata la cerniera del giubbotto e ha dovuto strapparlo tutto, io ero morta dalle risate.
Racconto tutto questo a Jess ma lei quasi non fa una piega.
-Non so che dire April, dai usciamo.-
Mi parla senza guardarmi negli occhi e forse è meglio così, oppure si sarebbe accorta del velo di tristezza che mi attraversa gli occhi.
Ogni volta che comincio a sperarci torno indietro.
Scendiamo in strada e camminiamo per le vie, Jess comincia a parlare di qualcosa ma io non le presto attenzione, ho la mente altrove, guardo le macchine passare, sento la musica natalizia che riempie queste piccole vie e sembra di essere in film, ma lui non c'è.
È da stamattina che non ci scriviamo, alla fine sono arrivate le 20.30 e io devo tornare a casa, ho girato dappertutto, ma non c'era, un senso di delusione mi si attacca addosso, chissà con chi è, chissà cosa starà facendo.

•Ei ma che fine hai fatto, non avevi detto che uscivi baby?•

Sono le 22.00 quando mi scrive questo messaggio, e decido di rispondergli in modo freddo, non si è fatto né sentire e né vedere per tutto il tempo e ora mi scrive? Non va proprio così.

•Si ma sono tornata alla 20.30, tu?•

•Ahh ho capito, menomale, io sono uscito poco fa, pensavo di trovarti ancora qua.•

•Perché menomale?•

•Perché sono geloso e non voglio che gli altri ti guardino quando non posso farlo anch'io.•

Geloso? Come può essere geloso di me, non siamo niente eppure lui mi fa sentire così speciale, mi fa sentire importante.
Mi infilo sotto le coperte e decido di andare a dormire presto, domani è Natale e non so perché ma questo mi porta malinconia, non più felicità.
Si cresce, le esigenze cambiano, non desidero più giochi, vestiti o bambole, desidero i sentimenti, quelli veri, desidero un amore vero, di quello travolgente, dove cadi, inciampi, ti fai male, combatti ma ti rialzi sempre, non voglio che sia facile, voglio che sia vero, con questi pensieri, con la malinconia nel cuore mi addormento, sognando il vero amore ancora senza volto.

Per sempre Where stories live. Discover now