Petit macaron

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«Alya, sei sicura di quello che vuoi fare?» chiese Nino piuttosto perplesso e preoccupato da quanto potesse essere diabolica la mente della propria ragazza.

«Serve una scossa, ad entrambi» disse mentre finiva di scribacchiare su un foglio per essere sicura che ogni passaggio del suo piano reggesse «Sarà divertente».

Il giovane sospirò, ben sapendo che sarebbe stato inutile cercare di farle cambiare idea. Del resto Adrien era un suo amico e non voleva tradirlo in nessun modo, ma la sua giovane compagna lo aveva subito rassicurato sul fatto che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.

«Quindi devo solo portargli il costume?» domandò alzando un sopracciglio.

«Quello e ripetere ciò che ti ho scritto qui sopra. Devi impararlo a memoria e non parafrasare, è importante!» esclamò lasciandogli un bacio a fior di labbra.

Nino prese l'ingombrante costume in gommapiuma e uscì dalla casa della ragazza, fortunatamente il clima di festa che si respirava in tutta Parigi per il Carnevale lo aveva fatto passare praticamente inosservato. Durante il tragitto lesse il copione consegnatogli da Alya e si lasciò sfuggire una risata quando scorse nella prima riga la frase: «Hey amico! Come va?».

La Tour Eiffel sempre più vicina segnalò il suo imminente arrivo a destinazione, infatti poco dopo Villa Agreste lo colpì di un bianco quasi accecante. I marmi lavorati e le minuzie nei bassorilievi le conferivano un aspetto regale, degno dello stilista più famoso di Parigi.

Appena suonò il campanello la video sorveglianza robotica lo squadrò da capo a piedi e la voce di quella che riconobbe come Nathalie gli chiese come potesse aiutarlo.

«Vorrei vedere Adrien» disse sicuro di sé «È molto importante!».

Non ricevette risposta, ma il cancello in ferro battuto si aprì lasciandolo entrare.

Adrien comparve sulla soglia andando incontro a Nino e lo salutò sorpreso di vederlo lì.

«Hey amico! Come va?» il ragazzo socchiuse gli occhi e borbottò qualcosa dandosi dello stupido.

«Io bene» rispose educatamente Adrien «E tu?» chiese guardandolo di traverso per la strana reazione che aveva appena avuto.

«Sì, scusa» disse cercando di restare concentrato sulla sua missione «Devo chiederti un favore, amico. Un favore enorme!».

«Riguarda quello?» domandò indicando il grande costume imbustato nella plastica che aveva trascinato in casa sua. Andarono nella stanza del biondino per poter parlare liberamente, così Nino poté spiegare che cosa stava accadendo.

«So che hai già un costume per questa sera» iniziò torturandosi i braccialetti che portava al polso «Ma volevo fare una sorpresa ad Alya per la festa ed ho trovato un piccolo intoppo...» tergiversò guardando alla sua destra e decise di parlare con il cuore, lasciando da parte il copione che aveva letto e riletto. «La sua famiglia ha fatto tanto per me, mi ha accolto in casa come se fossi un altro figlio ed io vorrei ricambiare, in qualche modo».

Adrien sorrise annuendo, evidentemente era felice che il suo migliore amico si trovasse così bene con loro.

«Ho convinto Nora e le gemelle a vestirsi a tema con noi ed era tutto perfetto, ma Alya aveva già un vestito pronto che avrebbe completato quello di Marinette» spiegò «Non se la sente di abbandonarla all'ultimo minuto, così io ho pensato che... beh, forse avresti potuto indossarlo tu. Così questa sera nessuno si sentirà a disagio».

Il biondino rise «Non mi sembra il retro di un cavallo, perciò... che cos'è?».

«Mezzo macaron» spiegò Nino «Il primo giorno che si sono conosciute Marinette ha diviso con lei una delle prelibatezze fatte da suo padre. La loro amicizia è iniziata così: condividendo metà dello stesso biscotto».

Petit macaron - MiraculousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora