Inside me: Past Ghost. Capitolo 2

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                                                                         Capitolo 2

                                                                            Vic

C’era movimento in casa. Lo sentiva attraverso la pesante porta di legno della sua camera. Ma più che altro lo sentiva sulla pelle. Quella elettricità che si prova quando c’è eccitazione e ansia in giro. Bene, questa eccitazione vibrava nell’aria di casa Deveraux da mesi. Ma in questi ultimi giorni era diventata molto più accesa ed evidente. Nei suoi genitori. Negli inservienti.

Tutto questo la rendeva nervosa. Come se non bastasse il pensiero di un estraneo in casa loro. Un tempo i Deveraux erano una famiglia molto stimata a New Orleans. Adesso erano conosciuti e ricordati solo per il mistero che aleggiava sulla loro casa e le disgrazie più recenti. Cosa avrebbe pensato nonno Thomas ? Cosa nonna Margot?

Che pessima idea avevano avuto i suoi genitori.. annunci in Internet. Da quando i suoi genitori sapevano usare internet!

Sua mamma lo aveva definito un esperimento. Lei un pessimo esperimento, una pessima idea.

Improvvisamente poi qualcosa cambiò. Come se l’energia si fosse concentrata altrove. Dove..

Uscì dalla stanza scendendo velocemente le scale. La porta del salone era chiusa. Qualcosa stava accadendo.

Raggiunse la porta “Signorina Victorie.. non può entrare” lei si voltò un attimo mentre Adolf, il loro vecchio maggiordomo si avvicinava.

Sono a casa mia Adolf.. ” disse semplicemente aprendo energicamente la porta.

Entrò con la fierezza che la contraddistingueva. Guardò i genitori, gelandoli con lo sguardo. Traditori. Arrivava oggi l’ospite. Per questo erano tutti ansiosi. Per questo erano così distanti a colazione.

Mamma.. Papà.. avete dimenticato di mandarmi a chiamare?” disse con un sorriso testo, come per dire ‘So cosa avete cercato di fare e non mi è piaciuto’.

Pensavamo studiassi tesoro, non volevamo disturbarti..”

Spostò gli occhi sull’ospite. Che dietro la sua posa plastica e la freddezza dello sguardo era decisamente confuso o stupito dalla sua presenza.

Era giovane. Alto. Altro quasi quanto suo padre. Fisico asciutto. Moro. Pelle olivastra. Mascella pronunciata. Occhi scuri. Labbra carnose. E probabilmente non si toglieva mai quell’aria da super uomo accigliato dalla faccia. Era bello. Molto. E se non avesse giurato di odiarlo, forse ne sarebbe rimasta colpita.

“E’ lui?” disse guardandolo al disotto delle lunghe ciglia

“Sono ‘lui’..” disse l’ospite dalla voce bassa

“E’ lui.. il Signor Caleb Rivers” lo presentò il padre.

Caleb Rivers fece per avvicinarsi, ma lo sguardo gelido di Victorie lo fermò immediatamente.

“Sono Victorie Deveraux” disse con un cenno con il capo che Caleb ricambiò.

“Ti abbiamo disturbato mentre studiavi piccola?” chiese il padre

“No.. non è questo che mi disturba oggi..” squadrò Caleb con sguardo eloquente.

Si spostò al mobile bar. Prese del brandy e se lo versò. “Gradisce qualcosa Signor Rivers?”

“.. in realtà si..”

“Brandy?”

“Scotch” Glielo versò e glielo porse. Le dita si sfiorarono appena. Wow. Quella è quello che chiamano chimica.. e i suoi occhi. I suoi occhi erano tremendamente scuri.

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