1.Quella maledetta sveglia

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Mi chiamo Giulia, ho 18 anni e vivo in una microscopica frazione di Budrio, in provincia di Bologna

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Mi chiamo Giulia, ho 18 anni e vivo in una microscopica frazione di Budrio, in provincia di Bologna. Praticamente non ci passano nemmeno gli autobus, mia madre mi ha costretto ad imparare a guidare il motorino per avere la mia autonomia. Io amo i motorini ma non mi piace starci sopra. In questo frangente ho dovuto chiedere una mano a mio padre, che per una volta si è reso utile. D'ora in poi vi racconterò le mie avventure da giovane donna, forse un po' fusa di testa.

È un altro maledettissimo lunedì mattina, il 3 di novembre del quinto anno. Mi sveglio con la sveglia del cellulare che mi suona Madness dei Muse. Giuro, adoro quella canzone ma solo per il fatto che mi fa alzare tutte le mattine alle sette e mezza mi fa saltare i nervi. Mamma è già uscita, posso accendere lo stereo e ascoltare la musica mentre mi vesto. A basso volume, prima che i vicini rompano le scatole.

Che cosa mi metto oggi? Boh, non ne ho la più pallida idea. Metto una mano sul cellulare per farlo stare zitto, poi cerco di alzarmi dal letto molto ma molto lentamente, non c'è fretta. A parte il fatto che ho dieci minuti per vestirmi e mangiarmi una merendina. Sono scema, se mi svegliassi prima non farei tutto di fretta. Vediamo cosa c'è sulla poltrona affianco al letto. I miei occhi sono aperti come due fessure color azzurro-grigio, e riescono ad intravedere i miei vestiti, ovvero quelli che avevo ieri. Getto sul letto una salopette di jeans blu e una maglietta nera dei Rolling Stones, perfetto. E i calzini, dove accidenti li ho messi? Dopo la traversata delle Ande riesco ad arrivare ai comodini. Nel primo cassetto trovo una pila di colorati, quelli bianchi sembrano scomparsi. Dopo un accurata ricerca riesco trovare quei maledetti calzini bianchi. Alla ricerca dei calzini perduti. Me li infilo, attaccandomi al comodino, prima di cadere per terra, io e l'equilibrio viviamo in due mondi lontanissimi. Sono riuscita a vestirmi senza scatenare una guerra nucleare, posso sentirmi soddisfatta.

Ora passiamo alla prossima sfida, il bagno. Quanto tempo state voi in bagno? Io pochissimo, il tempo di dare una spazzolata a quei maledetti dei miei capelli castano scuro, lunghi fino alle spalle, sempre pieni di nodi e seduta sul water. In questo momento vi starete chiedendo: ma allora qual è la sfida? Se aspettate un attimo ve lo dico. La vera sfida è non addormentarsi sul water. Anche questa l'ho superata, scendiamo dalla scala a chiocciola senza scivolare, non è carino farsela di sedere, fa un po' male.

In cucina accendo la luce, prendo una merendina al cioccolato e la mangio in due bocconi. Accidenti, solo le sette e quaranta!!! Infilo ai piedi degli anfibi bordeaux, poi mi metto un trench scozzese. Metto lo zaino sulla spalle, chiudo la porta e via!

Sono fuori, accendo la Vespa, ci monto sopra e mi faccio tutto il percorso da casa a scuola al massimo della velocità, stando molto attenta a semafori e autovelox. Riesco ad arrivare a scuola alle otto, è già suonata la prima campanella e metà degli alunni si dirige nelle proprie classi. L'altra metà è ancora in giardino, la maggior parte a fumare la loro prima sigaretta del mattino.

Ad aspettarmi sotto il portico ci sono la mia migliore amica Laura assieme a Denis e Mario, due nostri compagni di classe. Mi dirigo subito verso di loro prendendo fuori dallo zaino una sigaretta, che accendo subito dopo. L'odore del tabacco nelle narici è il massimo prima di entrare in classe.

10 cose che odio di teWhere stories live. Discover now