Immergiti in un mondo multiforme e un tempo relativo in cui la protagonista, Alice, si ritrova persa nelle dimensioni dello spazio-tempo. Dopo essere arrivata alla quinta dimensione, oltre l'orizzonte degli eventi, Alice incontra Rajiv, un famoso sc...
L'Università di Westminster è un mastodontico edificio, fondato come primo politecnico della Gran Bretagna nel 1838, con il nome di Royal Polytechnic Institution, fu la prima istituzione politecnica del Regno Unito. All'interno c'era un labirinto di maestosità, ricca di, stanze, corridoi, biblioteche e sale studio.
Alice era finalmente arrivata all'Università, si diresse senza fretta nell'ala sud dove le avevano informato di presentarsi. Appena varcata la soglia, diede due passi, si fermò di colpo, vide che la sala era enorme. Alzò lo sguardo, sopra il palco c'era una scrivania monumentale intasata da ricchi ornamenti e sopra di essa un grande orologio dorato che segnava le undici. La platea invece era piena, nelle prime file suo padre ticchettava con le ditte sulle ginocchia e tutti i suoi compagni di classe chiacchieravano con entusiasmo. Mentre osservava la scena provò un desiderio fortissimo di voltarsi e correre via...ebbe un mancamento e si aggrappo alla parete.
"No, sto bene...Non riesco a respirare"
In quel momento sentì un urto provenire dalla bocca dello stomaco e corse verso le toilette. Si fermò davanti alla porta, guardò l'infinito inverosimilmente, come se fosse stata ipnotizzata. La profonda ipnosi la porto ad aprire, il cinguettio dei perni le fece rabbrividire la pelle, la porta si spalancò in pieno. Quello che le apparse davanti, la fece restare sbigottita. Un macrocosmo di scale infinite, si sviluppava magistralmente nello spazio e il tempo. Scale cicliche, ripetute, periodiche. L'imbroglio di scale tornavano su se stesse per perdersi in una metafora matematica. Sembrava di essere in una xilografia di Escher. Un'architettura impossibile!
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Un'estranea forza la spinse ad entrare, davanti a lei vide un corridoio costruito a semicerchio, lo percorse trovando altre scale che andavano su e giù con tante porte identiche a quella che aveva appena sorpassato. Salì, girò a destra e andò su per altre scale, poi giro a sinistra e scese. Sembrava che l'interno del palazzo fosse stato disegnato come un frattale, la stesa figura si ripeteva identica al suo insieme. A un certo punto ebbe la sensazione di essersi persa. Fece marcia in dietro e imboccò la stessa strada appena fatta. Un sospiro di sollievo la riassicuro, si ritrovò al punto di partenza: fuori della porta delle toilette.
Alice aprì nuovamente la porta, sperando trovare il macrocosmo dove si era appena imbattuta, questa volta compare però, una stanza di bagno molto raffinata. Si sedete nel salottino di attesa per prendere fiato. Il suo cervello cominciò a rimuginare, voleva farsene una ragione di quello che era appena successo. Alice rimase in totale disorientamento.
Che strano!
Guardò il suo iwatch, erano ancora le undici. Era passato un bel po' di tempo dal suo arrivo all'Università, era strano che l'orologio indicasse la stessa ora, forse non funzionava bene, segnalò a Siri di passare al negozio apple di ritorno a casa per fare controllare l'orologio. Alice si alzò, ormai si era ripresa dello shock, aprì la porta per uscire. Davanti a lei, vide di nuovo quella cosa raccapricciante: il macrocosmo di scale e il corridoio a semicerchio. Alla fine dove si perde di vista la profondità del corridoio vide scomparire l'ombra di una persona. Le corse dietro. Ehi...? Salì, girò a destra e andò su per altre scale, poi girò a sinistra e scese! Questa volta però, si era davvero persa, non era stata una bella mossa seguire qualcuno, ma l'istinto l'aveva spinta.
Alice camminò per un tempo indefinito dentro un cerchio infinito, dentro una scena distopica e allucinogena. Dopo di un scorrere di tempo impreciso, vide in lontananza di nuovo l'ombra entrare in una porta, la seguì più in fretta possibile, subito si trovò davanti a una porta col numero zero. Si aprì misteriosamente. Attraverso la porta, oltre la quale trovò il caos. Vuoto, buio, il nulla anteriore alla creazione. Il tutto dava l'aspetto di stare dentro un stato primordiale del cosmo. Ad Alice sembrò di esserci tuffata dentro una scena di fisica quantistica. Ordine e caos, due situazioni opposte che coesistevano in una unica realtà.
Alice era senza parole. La fisica non era il suo forte. E ora era lì, inorridita, all'interno del niente. Se inoltrò in profondità, ad ogni passo l'aria si faceva più pesante e a mala pena riusciva a respirare. Dopo un po' di minuti, vide comparire davanti un infinitesimale punto di luce, che espandeva a vista d'occhio. A certo punto, fu accecata da una luce intensissima. Una super esplosione riempì tutto lo spazio... ... ... ... L'Universo di Alice ebbe origine...