36. Acqua in bocca

Start from the beginning
                                    

Iniziai a dubitare fosse la casa giusta quando notai che il pavimento era troppo pulito per essere abbandonato.

Fosse stato più sporco avrebbe lasciato le impronta di piedi, invece sembrava essere stato appena pulito. Nemmeno l'ombra di un'orma. Proseguii il mio percorso verso le scale, saltando le porte del soggiorno alla mia sinistra e la cucina alla mia destra.

Feci avanti e indietro dal bagno al portone d'ingresso, indecisa se salire le scale o meno, sempre stringendo il telefono tra le mie mani. Mi sentivo leggermente scema.

«Aiden?» sussurrai, ma nessuno rispose.

Provai così a salire le scale che disponevano di un tappeto rosso per attutire il suono dei passi.

Mi avviai senza tenere la mano sul corrimano. Arrivata al piano sopra ispezionai le camere senza trovare nulla.

A mano a mano l'ansia e la preoccupazione svanivano mentre mi abituavo al silenzio.

Continuai a cercare ma, non sapendo nemmeno cosa fare di preciso, vagai un po' alla cieca.

Sconsolata scesi nuovamente al piano di sotto e quella volta lo percepii.

Ripercorsi le scale per sicurezza e notai il suono differente delle ultime scale che producevano.

Era solo un lieve scricchiolio, ma una volta accortasi era senza dubbio inconfondibile.

Scesi velocemente le scale e cercai di togliere il tappeto dal cardine quando questo si sollevò da solo completamente, costringendomi a balzare indietro.

Si aprì come una botola. In realtà la stoffa era solo un inganno.

Uuuuh! Passaggi segreti! Che figata!

Indugiai per un solo secondo e poi entrai nel buio senza paura e senza timore, solamente pervasa da una strana energia alimentata perlopiù dalla curiosità.

Non avrei mai immaginato di poter essere tanto spericolata. Forse lo ero perché una parte di me pensava che Aiden e la sua squadra sarebbero sbucati all'improvviso e mi avrebbero tratta in salvo a qualunque costo.

Le scale di ferro non lasciavano pietà al mio tentativo di essere furtiva e silenziosa, facendo riecheggiare i miei passi nel buio.

Iniziavo ad andare sempre più in profondità e i suoni come le gocce d'acqua che cadevano e le correnti d'aria che facevano vibrare i tubi iniziavano a risuonare. L'eco di tali suoni entrava fin sottopelle, poi a queste si aggiunsero voci.

Grida di dolore e tonfi.

Mi affrettai a scendere avvicinandomi sempre di più alla luce bluastra che filtrava tra le fessure delle scale.

Fu un miracolo che non scivolai.

A pochi passi dall'ultimo scalino alzai lo sguardo e mi si parò davanti una scena surreale.

I ragazzi Imperium avevano già messo al tappeto i Ribelli che si trovavano lì, senza accorgersi minimamente di me.

«Sophie! Che ci fai qui?» esclamò Jo guardandomi sconvolta quando mi scorse.

Ma il mio sguardo era su Aiden che alzò il suo dalla sua vittima.

Teneva un piede premuto sul petto di un ragazzo, forse poco più grande di lui. L'acqua scorreva attorno al suo collo e Aiden teneva stretta l'estremità del cappio del suo elemento.

Ad un occhio più attento, il ragazzo non era semplicemente svenuto. Quell'angolazione impossibile del collo e gli occhi vitrei significavano chiaramente che era morto.

Elements Where stories live. Discover now