Capitolo 9 - Nessuna Tenebra Dura Per Sempre

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« Hai dormito per quasi cinque ore...pensavo di aver esagerato con le dosi del sedativo »


La voce di Marchesi la colse talmente alla sprovvista da farla saltare su a sedere come una molla, mentre l'urlo che stava per prorompere dalla sua gola si tramutò rapido in un mugolio soffocato quando intravide la sua sagoma emergere dalla penombra. Non si era neppure resa conto che fosse con lei nella stanza.



« Pensavo che fossi scappato » ammise Alice con un fil di voce, raddrizzandosi piano con la schiena contro la parete. 



« E a cosa servirebbe? Sono spacciato » rispose caustico il giovane aguzzino, dando l'idea di aver già analizzato a fondo ogni singola possibilità senza riuscire a trovare una via di fuga ragionevolmente ottimistica.


« Se ti consegni spontaneamente alla polizia, terranno conto del fattore accidentale...non rovinare per sempre la tua vita, per favore! E soprattutto, non trascinarmi a fondo con te. TI PREGO. » provò a convincerlo Alice, il pensiero angosciato rivolto alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi colleghi dell'Istituto e della Polizia. 



In particolar modo, ad uno di loro. 

 


« La mia vita è finita il giorno in cui il cuore di Riccardo ha smesso di battere »
sentenziò Marchesi per tutta risposta, avvicinandosi a lei abbastanza da farle notare quel luccichìo malinconico nel suo sguardo « Cerca di rimetterti un po' in forze... » aggiunse poi, spingendo verso di lei con il piede una bottiglietta d'acqua piena per metà « ...dobbiamo lasciare questo posto. INSIEME. » 



Alice strabuzzò incredula gli occhi. 

 


« Lasciare questo posto? E per andare dove? »
lo apostrofò con ostentata irriverenza, allontanando con un calcio la bottiglia in segno di protesta « Sono stanca, dolorante e non ho più la forza di muovere un solo muscolo... se devi uccidermi, non prenderti tanto disturbo e facciamola finita qui ed ora! » 



Il primo colpo la raggiunse con inaudita violenza all'altezza della clavicola destra, procurandole un'acuta fitta di dolore che quasi le mozzò il respiro. Un orrendo pensiero le balenò all'istante nella mente: stavolta l'avrebbe uccisa davvero. Non aveva più nulla da perdere, l'aveva detto lui. Così, quando vide il bastone calare nuovamente su di sé, qualcosa dentro di lei scattò, e prima che Marchesi potesse colpirla di nuovo, gli si lanciò contro a peso morto, disarmandolo e stordendolo a sua volta, in modo tale da poter guadagnare abbastanza tempo per raggiungere la sola via di fuga presente nella stanza.


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« Come diavolo è possibile che ancora non siano riusciti a rintracciarli? Pensavo che Calligaris fosse uno dei migliori investigatori della Capitale! Mio padre lo ripete in continuazione... »
sbottò Arthur, scattando in piedi dalla poltrona con piglio stizzoso.

Molti dei presenti in Questura si voltarono a guardarlo.

« Vedi di calmarti, Indiana Jones
» lo redarguì Claudio, scoccandogli un'occhiataccia di disapprovazione « Qui non siamo all'FBI e non abbiamo risorse infinite per coprire l'intero territorio laziale...dagli tempo. La troverà. »

A dire il vero, per quanto detestasse ammetterlo, Malcomess Jr non aveva tutti i torti.
In caso di rapimento, le prime 48 ore rappresentavano il primario range temporale di riferimento. Superato quel periodo, le possibilità di poter ritrovare la vittima ancora in vita si riducevano drasticamente. Ovviamente avrebbe preferito ingoiare un intero barattolo pieno di larve, piuttosto che ammettere di essere d'accordo con il suo punto di vista.
Ma questo era un altro discorso.

« Come fai a restare così calmo? »
lo apostrofò Arthur, ma non v'era alcuna nota d'accusa nella sua voce. Piuttosto del sincero sconcerto.

Claudio gli restituì fieramente lo sguardo e fu solo allora che si rese conto di quanta preoccupazione e frustrazione trapelassero dal volto del giovane rampollo del Supremo.
Quello spilungone teneva davvero ad Alice. Magari avrebbero trascorso il resto delle loro vite a detestarsi civilmente da lontano, chi poteva dirlo, ma in quel preciso momento, sentiva che nessun altro meglio di Arthur Malcomess avrebbe potuto comprendere cosa gli stesse passando per la mente.

« Infatti non lo sono »
si lasciò sfuggire alla fine, quasi senza neppure rendersene conto.

L'Allieva - Paura D'AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora