Sentì gli occhi colmi di lacrime e di emzione, dopo tanto e duro lavoro ero stato ricompensato nel migliore dei modi. Lessi poi il piedi pagina.

"L'aspettiamo al gran Gala nel palazzo Fairmont Olympic Hotel alle ore 20.00 il giorno 24, per deliziarvi con una magnifica cena e ritirare infine il premio"

«Io..non so cosa dire sul serio, ma perchè ce l'avevi tu?»

«L'hanno data a me per consegnartela, verrò anch'io alla premiazione» abbracciai l'uomo dinanzi a me.

«Puoi portare anche tua moglie ovviamente» aggiunse, rivolgendosi ad a mia moglie.

«Si, certo verrai no?»

«Certamente» confermò mia moglie mostrandoci un sorriso smagliante.

«Siediti, pranza con noi sei il benvenuto» gli feci cenno di accomodarsi.

«Oh no Mike ti ringrazio ma ho giàn prenotato un hotel qui vicino con pensione completa» disse, controllando il suo orologio.

«Ma non dirlo neanche per scherzo, ho tantissime camere a disposizione puoi restare qui senza nessun problema»

«Io.. non so se posso accettare»

«Si che puoi , insisto»

«E va bene» gli paccheggiai la spalla entusiasta portando poi di sopra le valige del mio amico. Pranzammo tutti assieme, Bruce ne rimase davvero ammaliato del piatto cucinato da mia moglie. Imprenditore dell'anno, a dire il vero non l'aspettavo ero elettrizzato all'idea ma anche un po confuso, ero modesto e forse non mi meritavo tutto quel successo.

I giorni passarono velocemente, uno di questi ero seduto nel mio ufficio, tutto era ritornato alla normalità. Sfogliai delle carte misi qualche firma qua e la per poi prepararmi per una riunione.

«Selly, mi porteresti gentilmente un caffè? Grazie» comunicai alla mia segretaria, tenendo saldo il dito sul pulsantino grigio.

«Subito Signore» esclamò lei. Mi sistemai la cravatta, mi lisciai il completo elegante e mi diressi in sala riunioni. Non molto dopo, la mia segretaria arrivò con il mio caffè la ringraziai con un cenno di capo e attesi i miei colleghi seduto sulla sedia nera girevole.

Avrei dovuto comprare un'altro abito per la cermonia?

In ogni caso ci avrebbe pensato Annie, aveva sempre buon gusto e di lei mi fidavo. La mia decisione era salda, ben stampata e incisa nella mia mente, avevo soltanto bisogno di quella spinta in più per darmi coraggio. Sospirai e guardai l'orologio mentre bevvi l'ultimo goccio di quel liquido marrone. La porta poi si spalancò rivelando i miei colleghi e collaboratori.

«Salve Signor Reed, congratulazioni per la premiazione!» esclamarono in coro, mi si avvicinarono per stringermi la mano ed io ringraziai imbarazzato. La riunione proseguì bene, subito dopo decisi implusiviamnete di mandare un messaggio a Mia dopo la nostra ultima sfuriata non ci eravamo più sentiti, ne avevo provato a scriverle, ogni volta che digitavo qualche parola finivo per cancellarla. Presi finalmente coraggio e le scrissi.

Michael:"Come stai?"

Aspettai con ansia ma nessuna risposta. Infilai arreso il cellulare nella tasca interiore della mia giacca per poi chiudermi nel mio ufficio fino a tardi.

***

Mancavano soltanto un giorno alla mia premiazione, ne ero davvero entusiasta, Bruce aveva trascorso maggior parte del tempo nella mia villa, a giocare a carte e sorseggiando della birra fredda, insomma diede una boccata d'aria a quell'enorme casa "vuota".

TWENTY Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora