«Hey piccolè..» biascicò con la voce ancora impastata dal sonno «Perché piangi?» chiese spingendolo delicatamente contro di se, in modo che si sdraiasse contro il suo petto.
Non rispose, continuando a singhiozzare contro la pelle dell'altro inumidendola con le sue lacrime.
Si lasciò cullare dal suo respiro, dalle sue mani sulla sua testa e dalle sue parole che erano in grado di scaldargli l'anima.
«Va tutto bene piccolè, io sto qua.» gli sussurrò sui capelli prima che il riccio alzasse lentamente il viso puntando i suoi occhi rossi su quelli ancora gonfi e assonnati di Fabrizio.
«Grazie.» biascicò stringendosi nuovamente contro di lui, buttando la testa nell'incavo del suo collo.
«Per cosa?» domandò ingenuamente.
Spostò nuovamente la faccia, per poterlo guardare meglio e si asciugò le lacrime da sotto agli occhi.
Deglutì rumorosamente prima di prendere un respiro e parlare.
«Perché io non sapevo nemmeno cosa fosse il Natale prima d'oggi. È solo grazie a te se in un giorno del genere sono felice..» portò una mano sul viso del moro che lo osservava attentamente con gli occhi lucidi «Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi regalato una splendida giornata in famiglia e un Natale fantastico, non saprei nemmeno dove sarei stato a quest'ora se non avessi avuto te.» sorrise leggermente «E piango perché sono contento di aver passato il mio primo Natale con la persona che mi ha letteralmente cambiato la vita.» sussurrò prima di gettarsi sulle sue labbra.
«Non mi devi ringraziare.» sorrise rimanendo sulle sue labbra «È ciò che si fa in una famiglia.» disse baciando a stampo le sue labbra «E tu sei parte integrante della mia famiglia.» sorrise nuovamente prima di staccarsi dal calore del corpo dell'altro.
Mise rapidamente i boxer per poi alzarsi dal letto e avviarsi verso la porta della camera «Aspettami qui.» disse prima di sparire lungo il corridoio.
Passarono pochi secondi quando Ermal lo vide tornare con un'enorme pacco con sé.
Era facile capire cosa fosse dalla sua forma, nonostante avesse la carta regalo.
«Ti ho sentito mentre dicevi di volere una chitarra elettrica di quelle da vero rockettaro.» rise leggermente prima di porgergli il pacco che il riccio accolse con un enorme sorriso «Così ho provveduto.» disse sedendosi al suo fianco.
«Che meraviglia!» esclamò «Dio, è bellissima Fabrì.» sorrise portandosela addosso «Grazie amore, grazie!» rise prima di baciarlo con tutto l'amore che aveva in corpo.
«Però..» abbassò la testa «Non ho nessun regalo adesso.» disse piano.
«Ma che me frega del regalo ricciolè, me basta vedette ridere.» con il braccio circondò le sue spalle portandoselo addosso.
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Sbuffò per l'ennesima volta lanciando un'occhiataccia al riccio disteso sul divano del salotto.
«Hai intenzione di guardarmi male per tutto il giorno?» domandò alzando lo sguardo verso il moro che continuava a camminare per il salotto senza una meta.
«Si.» rispose secco, continuando a guardarlo come se gli avesse appena ucciso i pesci rossi.
«Ti ho detto che appena il concerto finirà tornerò subito a casa e potremo festeggiare!» si lamentò dal divano alzando leggermente la testa.
«Dovevamo passare il primo capodanno insieme e tu te ne vai a fa' i concerti der cazzo in piazza.» disse sbuffando «Potevi dì che non potevi invece de fa la testa di cazzo e lasciarmi qui da solo.» continuò fermandosi davanti al divano «Che poi fosse solo quello!» disse alzando le mani al cielo.
«Che vuoi dire?» chiese allarmato, alzandosi con il busto per mettersi a sedere.
«Voglio dire che sei due giorni sempre al telefono, nun me caghi de striscio e te ne esci con la frase del cazzo 'ma io non ci sono a capodanno', vaffanculo Ermal.» sbottò tornando a camminare da una parte all'altra «Se me devi dì qualcosa, dimmela.» concluse guardandolo negli occhi.
«Sono solo tue impressioni!» si giustificò «Stavo solo organizzando la serata di domani per farmi cantare tra i primi in modo tale da essere qui da te il prima possibile.» disse avvicinandosi.
«Nun te credo.» lo guardò dritto negli occhi, scrutandoli a fondo per leggere in quel luccichio una leggera paura «Domani vedemo se canterai tra i primi o se dovrò festeggiare da solo con Baffo.» si allontanò lasciandogli un ultimo sguardo.
Non voleva litigare ulteriormente, voleva solo capire il perché dei suoi comportamenti e gli sarebbe bastato poco per capirlo anzi, meno di poco.
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Spazio:
Hey! 🌹
Scusate il ritardo ma ho avuto dei problemi di salute e in un secondo mi sono ritrovata ricoverata in ospedale.
Mi scuso anche per la troppa dolcezza e malinconia di questo capitolo ma l'ospedale mi fa questo strano effetto! Chiedo perdono anche per l'ultima parte ma è necessaria per il prossimo capitolo.
Spero comunque che vi piaccia perché questo sarà uno degli ultimi capitoli di questa storia, fatemelo sapere con un commento, un bacio grande!❤️
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Non c'è niente di più fragile di una promessa. «MetaMoro»
FanfictionUn matrimonio alle porte e un amore mai concluso. Fabrizio non può sopportare tutto il dolore che continua a perseguitarlo ed Ermal non può far niente per poter aiutare nè lui nè se stesso. Il destino può essere complice di un amore quasi perso. Se...
Ventinove.
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