-Allora se non è lui il problema, quale sarebbe? -
Haruna era sempre stata brava a capirlo, ed ora che non aveva i suoi occhiali a coprirgli il viso non poteva più sperare di nasconderle alcunchè.
-Il lavoro, ultimamente ho parecchio da fare. -
-E tu chiedi una pausa, no? Non devi sovraccaricarti. -
Non fu un gesto nettamente violento, ma quando appoggiò con forza la mano sul tavolo la ragazza sussultó.
-Come futuro capo della Kidō Financial Group non posso concedermi questo lusso. Sono benissimo in grado di gestire tutto. -
-Lo stai dicendo a me o a te stesso? -
Sempre più preoccupata, poggiò la mano su quella del fratello.
- Yūto ascolta, non devi ridurti così, so per certo che non hai bisogno di dimostrare niente a nessuno, soprattutto a tuo padre. Ormai dovrebbe sapere quanto sei intelligente e fantastico, non devi... -
-...Non è questo... -
Sospirò
-... Vuole che io trovi moglie. -
La risposta le arrivò chiara come un fulmine a ciel sereno.
-Non glielo hai ancora detto vero?...Devi dirglielo Yūto! È tuo padre! Ti vorrà bene in ogni caso. -
-No. Dopo tutto quello che ha fatto per me non posso permettermi di deluderlo così. -
La ragazza non demorse, stringendo maggiormente la sua mano.
-Metti sempre da parte te stesso per soddisfare le aspettative degli altri, non è arrivato il momento di pensare a quello che vuoi tu? -
Si alzò con un colpo secco; non avevano neanche ordinato, ma quella conversazione era completamente fuori discussione, e se Haruna aveva intenzione di parlarne lui non sarebbe di certo rimasto.
- Perdona la mia scortesia, ma ora dovrei andare. -
Le diede un leggero bacio sulla fronte, corrucciata dalla preoccupazione.
-Kidō... -
-Grazie per le foto. -
Il malumore lo seguì per tutta la giornata, anche in ufficio, dove aveva passato le ore a stringere convulsivamente la pallina antistress che Tatsuya gli aveva regalato per il compleanno; fino a quando non era tornato a casa con la speranza di poter godere un’ora in pace lontano da tutti, trovandoci invece una signora di mezza età impegnata a bere tè dalla sua tazza preferita.
-Mi scusi, lei chi sarebbe?-
La signora cercò di ricomporsi alla bell'e meglio. Non sembrava a disagio, anzi, gli sorrise benevola poggiando la tazza a forma di pinguino sul tavolo che, adesso che vedeva meglio, era ben apparecchiato e fornito di diverse leccornie.
-Tu devi essere Kidō. Ero davvero curiosa di conoscerti, Akio mi ha detto che sei un ragazzo molto sveglio e premuroso. -
Rimase parecchio spiazzato da quell’ affermazione.
- A-Akio ha detto questo?! -
Più si avvicinava alla donna e più le similitudini con Akio diventavano evidenti, soprattutto gli occhi grigio verdi che erano pari pari a quelli del moro.
-Lei deve essere la mamma di Fudō immagino. Non mi aveva detto che sarebbe passata. -
-Si beh, volevo fare una sorpresa a quello scapestrato, ma non trovando nessuno a casa ho pensato di entrare con la chiave dietro l'estintore. -
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Anche il freddo può essere caldo
FanfictionSicuramente tutto questo non era tra i progetti di Yūto Kidō. Eppure da un giorno all'altro si era ritrovato condividere: bagno, cucina ed appartamento con lui. E non passava momento in cui non avrebbe volentieri rotto il naso a Fudō e la sua faccia...
Parenti Serpenti
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