Capitolo 39- Governanti utili e 'dirty dancing'.

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Lo negai violentemente, al punto che dovetti cacciarla dal mio ufficio in modo da non sentirla più blaterare. Tre giorni dopo mandai a Norah i fiori, promisi di provarci e poi ignorai i fastidiosi sguardi come a dire 'te l'avevo detto' della governante.

Sbuffando, presi il telefono e feci il numero di Norah ancora una volta, ed ancora una volta non rispose. La segreteria suonò nel telefono e chiusi subito la chiamata. Cercai tra i miei contatti il nome di Jace che a qualche punto entrò a far parte dei miei contatti.

Suonò qualche volta prima che una voce contenta rispose. "Telefono di Jace Parker!"

"Louis? Ho bisogno di parlare con Norah."

Ci furono alcuni suoni strani, seguiti dal rumore di spostamenti ed altri che indicavano che il ricevitore è stato coperto. Dopo un minuto di attesa impaziente, la sua voce suonò di nuovo dal telefono. "Certo, Harry, un secondo. E' appena uscita dalla doccia."

Quello fu abbastanza per farmi fremere infastidito. Poi Norah parlò, debolmente ed insicura. "Pronto?"

"Norah, perchè diavolo non rispondi al tuo telefono?" La mia voce suonò quasi come un grugnito, cercando di ignorare il senso di sollievo ed il frenetico battito del mio cuore al suono della sua voce.

Sospirò lievemente. "Sono stata occupata. Che succede?"

Fu in quel momento che mi resi conto di non avere nessuna ragione logica per chiamarla, specialmente dopo che scappò dalla macchina ed io la guardai andare senza dire una parola. Passai tutto il viaggio verso casa a fissare N + H sulla finestra e ad insultare me stesso mentalmente.

Strinsi il ponte del mio naso tra due dita al pensiero. "A che ora andremo al locale?"

"Oh. Non devi venirci. Non preoccuparti."

"Norah-"

"Harry, per favore, non preoccuparti. Sono sicura che avrai cose più importanti da fare, giusto?"

Le mie dita strinsero fortemente i bordi della scrivania in mogano senza pensarci. La voce di Norah era esitante e un po rauca, come se ogni parola detta potesse portarmi oltre il limite. Cosa facile, a quel punto.

"Sì," Sbuffai. "Andremo a pranzo domani."

"Certo." Mormorò. "Qualunque cosa ti vada bene."

Per la prima volta da quando incontrai Norah, chiuse lei la chiamata senza aspettare una risposta. Preso da un attacco di rabbia, lanciai il telefono dall'altra parte della stanza e lo guardai andare contro il muro e cadere in piccoli pezzi luccicanti sul tappeto, spegnendosi poi con un piccolo beep.

Ms. Jennifer si fiondò dalla porta pochi minuti dopo, uno sguardo preoccupato sul suo volto. Puntai un dito verso il mucchietto di vetro sul pavimento e guardai la sua espressione cambiare da preoccupata ad arrabbiata, poi di nuovo a preoccupata.

"Questa è la quarta volta." Disse gentilmente, girandosi verso di me con una mano sul suo abbondante fianco. "Quattro telefoni perfettamente funzionanti che hai rotto."

"Ne comprerò un altro."

Guardò il telefono a pezzi. "Perchè l'hai fatto?"

"Norah non vuole che io vada al locale con loro questa sera." Risposi amaramente. "Ha detto che non mi devo preoccupare, perchè avrò probabilmente cose più importanti da fare."

"Mi chiedo il perchè." Ms. Jennifer rispose seccata. "Ora sul serio, gioia, raccogli questo vetro, così non dovrò farlo io. E non starò quì a guardarti mentre ti deprimi per tutto il fine settimana, quindi o vai al locale oppure passa oltre."

Suit and Tie [Harry Styles AU] (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora