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Per metà giornata mi sentì ancora meglio, giocai per ben due ore di fila a carte con mio fratello, Michael, Geroge e Karen. Vinsi a poker un paio di volte, esultando senza ritegno e pietà per i perdenti poi la voce squillante di Lil ci ricordò che per le cinque dovevamo lasciare il campeggio. La aiutai a sistemare le varie cose, smontammo le tende con l'aiuto di Michael, e caricammo il tutto nei vari portabagagli.

«Ehm.. tu vieni con noi?» domandò mio fratello, schusi le labbra per parlare ma qualcuno mi precedette.

«Viene con me» Michael mi schioccò un occhiolino ed io mi domandai con insistenza come mai quel suo atteggiamento così affettuoso e premuroso in presenza anche di sua moglie, dal carattere irrascibile. Controvoglia evitando scenate di vario tipo, annuì senza rispondere.

«Karen vieni anche tu, ti do un passaggio» anche la mi amica mi raggiunge in auto sul sedile posteriore, dopo di che allacciammo le cinture.

Il viaggiò non durò a lungo, soprattutto perchè non esitai neanche un secondo ad addormentarmi sulla spalla di Karen, quando però aprì  leggermente gli occhi intravidi Michael fissarmi dallo specchietto centrale, non ci feci molto caso dato che richiusi nuovamente le palpebre. Avvertì la mano di Karen scuotermi il braccio e borbottando qualcosa ancora assonnata la salutai. West Seattle non distava molto dall'appartamento di Karen, salutai Michael con molto imbarazzo ed educatamente anche sua moglie, il suo sguardo sorpreso mi fece pensare che ne era rimasto deluso, incupito dal bacio che non gli avevo dato sulla guancia per salutarlo, come ero solita fare.

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I giorni passarono così velocemente che neanche mi accorsi di quanto tempo fosse trascorso dall'ultima volta che avevo visto Michael, i suoi messaggi continuavano ad arrivare dei quali io non ero intenzionata a rispondere, non dopo quello che era successo al campeggio. Il bacio al lego, e poi la sua menzogna. Onestamente mi sentì una codarda, non volevo guardare in faccia alla realtà preferivo lasciare le cose così com'erano, al momento mi sembrò la cosa giusta. Passai le giornate in spiaggia assieme alle mie amiche, alle Regal Academy per le prove di musica e mancava poco al Summer Festival. Chris mi chiese un terzo appuntamento ed io accettai con entusiasmo pensando che forse fosse un modo per dimenticare Michael, anche se drastico e probabilmente ingenuo. Chris si era rivelato un ottimo ragazzo, bello sicuramente e mi piaceva il suo atteggiamento, in un modo o nell'altro dovevo provarci. Revisionai quello straccio di canzone che stavo componendo, la perfezionai e ne uscì fuori un brano da inserire nel mio repertorio. Ero in sala, provando con i miei compagni del corso quando Simon mi venne incontro sorridente.

«Ho notizie favolose per te!» sventolò divertito un blocco di foglie spillati.

«Sarebbe?» sorrisi, mettendo giù la chitarra.

«Avrai un momento tutto tuo, ti ho inserito per un assolo che ne dici ti piace l'idea?»

«No! Cioè si.. ma cosa dovrò cantare?» corrucciai lo sguardo, non mi asepttavo affatto di poter cantare su un enorme palco da sola, con una sola luce ad occhio di bue puntata sulla mia esile figura di fronte all'intera Seattle che quella sera si sarebbe presentata.

«Te lo mando via email questa sera, mi fido di te e credo che tu sia in grado di prepararla per domani sera, conosci sempre tutte le canzoni» mi diede una pacca sulla spalla ed io mi sofrzai di ridere cercando di ignorare l'ansia che poco a poco mi divorava dall'interno.

«Già» risposi a bassa voce.

«Bene allora, esercitati un altro po, noi chiudiamo per le 5» annuì, e lui mi sorrise ancora.

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