CAPITOLO 4-Tristezza.

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Primo era una nonna,e si sà come si comportano le nonne in questi casi.

Secondo,perchè le avevano raccontato che aveva avuto un calo di zuccheri.

Dopo essersi assicurata che Hope mandasse giù almeno un paio di fette di torta,e averla ripresa per bene dicendole di mangiare in modo più consistente,la vecchietta li lasciò soli. Kevin si chinò a prendere una fetta di torta. Diede qualche morso,mentre Hope lo guardava,pronta al peggio.

-Chi cazzo ti ha servito tutto quel Jeam Beam?-

-Jack,non sa dirmi di no.- 

Hope lo disse sorridendo,sottointendendo di essere stata a letto con quel Jack,cosa che sia Kevin che il resto degli abituali frequentatori del Blacke,sapevano benissimo. 

-Non c'è un cazzo da ridere,potevi andare in coma etilico. Sei proprio una cogliona.-

Hope non si aspettava quella reazione,si aspettava la compassione sdolcinata,non di certo la rabbia.

-Senti chi parla.-

Kevin si voltò evidentemente offeso,e mentre masticava una crostatina borbottò a mezz'aria.

-Almeno non sono andato a letto con il barista,solo per non pagare da bere.-

Hope sentì pulsargli le tempie.

-Tu preferisci fare a botte con tutti,perfino con Kyle.-

Kevin si alzò,dando modo alla rabbia di distribuirsi per bene,in tutti i suoi muscoli. Hope,piuttosto soddisfatta dell'effeto ottenuto,continuò. 

-Ma la tua vera passione è farti la tua matrigna. O mi sbaglio?-

Kevin a quel punto iniziò a vedere rosso,e riprese il controllo di sè solamente quando il debole 'ciao'  della nonna gli arrivò ai timpani,mentre questa scendeva dall'auto. Pensò che sicuramente l'aveva spaventata. Probabilmente era andato veloce per strada fregandosene del codice stradale. E sicuramente aveva ignorato ogni sua domanda,fino al punto che lei stessa aveva deciso di non farne più.

Arrivato a casa,sotto la doccia,pianse.

Come quando aveva 11 anni,e la compagna di suo padre lo scaraventò contro il materasso duro di un motel per la prima volta.

Poi entrarono Kyle e Cecilia. Di solito si erano tenute distanti,ma stavolta Cecilia si era sentita libera di parlare. Kyle aveva inziato a dire qualcosa sull'ospedale,mentre Cecilia si levò il coprispalle e lo appoggiò alla sedia. Poi anche lei iniziò a lamentarsi dell'ospedale,entrambe furono d'accordo con il dottore su quella vicenda della psicologa. Cecilia lasciò parlare Kyle sugli eventi della sera prima,ritenendo di non avere la confidenza necessaria ad affrontare il discorso. Nel frattempo spostò tutta la sua concentrazione sui deliziosi dolci. Ritornò poi con la mente al discorso e udì solo una frase.

-Devi smetterla di farti del male,non riuscirei a vivere.-

La struttura era confusa,ma in sostanza il significato era ben chiaro. Uscirono dalla stanza pochi secondi dopo con un confezione di muffin che Hope gli aveva dato,non perchè non li avrebbe mangiati,ma semplicemente perchè non le piacevano ripieni alla marmellata.

Nel parcheggio Cecilia non diede il tempo a Kyle di mettere in moto.

-Non mi ami.-

-Ma cosa dici?-

-Ami lei.-

-Smettila.-

-Finiamola.-

Così Cecilia si alzò,semplicemente,e si diresse verso un punto del parcheggio a lei ignoto. Ma il più lontano possibile da quell'inganno. 

Vite nell'oblio.Where stories live. Discover now