Gabbia

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Intrappolato in una gabbia da cui sembra impossibile uscirne... le persone a me intorno la tengono chiusa perché, nel caso venisse aperta, il suo interno non piacerebbe a nessuno, poiché vedrebbero per la prima volta ciò che sono.

Sono intrappolato in una gabbia fatta di pregiudizi, di ignoranza, di intolleranza... sono intrappolato nel mio stesso corpo e nessuno nemmeno se ne accorge, anzi: aumentano le dimensioni di essa con le loro parole vuote. 

Non riesco ad uscirne, mi pare quasi impossibile; sarebbe più facile andarsene che provare ad aprirla: con tutte quelle persone che la tengono chiusa...

Voglio volare, come un canarino. Voglio essere libero di essere me stesso, di far vedere ciò che sono realmente... ma questo non può accadere: non so volare e la gabbia è sempre chiusa.

Combatto, mi ribello ad essa, cerco di aprirla con tutte le mie forze, invano: essa non si apre.

Cerco di richiamare l'attenzione delle persone a me intorno, cercando di far capire loro che io non dovrei essere lì, che c'è stato un errore... ma i loro sguardi sono vuoti, quasi non capissero, quasi non udissero le mie parole.

Quella gabbia, giorno dopo giorno, divenne come la mia casa. É triste, lo ammetto, ma nessuno riusciva ad aprirla; fui costretto a rimanerci dentro, rinchiuso, senza che nessuno si accorgesse di quello che mi stava accadendo, senza che a nessuno importasse.

Io, in parte, ero diventato la mia stessa gabbia.

Pezzi di meWhere stories live. Discover now