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CALEB

Le luci stroboscopiche proiettavano fasci rossi e verdi sulla pista da ballo. Era venerdì sera, e nel locale gremito la gente ballava e saltava al ritmo martellante della musica del DJ. Il pavimento vibrava sotto i miei piedi e sfuggire al calore emanato dalla folla era impossibile. Feci vagare lo sguardo su quella massa di persone. Mi ricordavano pinguini accalcati per proteggersi dal freddo... ma strafatti di crack.

«Si può sapere cos'hai?» mi gridò all'orecchio Cameron dandomi un pugno amichevole sul braccio. I suoi occhi azzurro ghiaccio brillavano nella penombra. «È la quarta ragazza che respingi stasera, e siamo appena arrivati.»

Scrollai le spalle, spiegandogli che ero stanco del sesso occasionale e che flirtare mi sembrava decisamente patetico. Ovviamente il sesso non mi dispiaceva, ma da qualche tempo mi sentivo irrequieto, come se stessi cercando qualcos'altro: magari una sfida, il brivido della caccia.

Trangugiai la mia birra. «Se mangiassi le stesse cose tutti i giorni, ti annoieresti anche tu» osservai.

Justin scoppiò a ridere. I suoi capelli biondi scolpiti con il gel restarono perfettamente immobili mentre lui indicava la pista da ballo, spostando in modo buffo prima la testa e poi la birra che teneva in mano. «Guarda quella, amico. Porca puttana!» esclamò emettendo un fischio acuto.

Al centro della pista una ragazza ballava – no, anzi, "volteggiava" – in modo così sensuale che non potei fare a meno di fissarla. Si muoveva come se stesse facendo sesso. L'abito corto e attillato aderiva al suo corpo a clessidra quasi fosse una seconda pelle, seducendo i tanti occhi che la guardavano.

Ed era di un rosso peccaminoso. Maledizione!

Forse sbavai un po' quando lei si chinò ancheggiando. I lunghi capelli color ebano oscillavano attorno alla vita sottile, e le gambe parevano chilometriche su quei tacchi a spillo. C'era qualcosa di ammaliante nel modo in cui ballava, un'aria di sfida che accompagnava le morbide movenze del suo corpo. Mi batté forte il cuore quando sollevò gli occhi incontrando il mio sguardo.

«Merda. Stasera me la porto a casa» urlò Justin, eccitato.

Quella frase così volgare e fastidiosa mi distrasse. Odiavo il tradimento, e il mio amico era fidanzato.

Cameron scosse la testa. Poi, quando una rossa gli chiese di ballare, rise e le sussurrò qualcosa all'orecchio. Anche lei ridacchiò. Cameron mi salutò con un cenno del mento e se ne andarono.

«Ciao, capitano.»

Un corpo morbido mi si avvicinò timidamente; emanava un intenso profumo floreale. Abbassai lo sguardo verso gli occhi pesantemente truccati di Claire Bentley. Apprezzavo l'effetto magico che poteva avere il make-up sul viso di una ragazza, ma non quando le conferiva l'aspetto di una che avesse appena preso un pugno in faccia.

«Claire. Come va?» Accennai un sorriso, che la incoraggiò ad afferrarmi il braccio. "Perché? Perché sono andato di nuovo a letto con lei?"

«Mah, sai, come al solito.» Claire sbatté le palpebre, premendosi contro il mio fianco. Non potei evitare di dare una rapida occhiata alla scollatura. I suoi seni mi fissavano. Ah, certo, una notte in cui ero ubriaco quelle due delizie dovevano essermi sembrate una ragione sufficiente per farmela.

Una spallina dell'abito le scivolò giù. Mi scrutò da sotto le ciglia, e mi chiesi se quello fosse un gesto ben collaudato. In ogni caso Claire era sexy. Se fosse stata un'altra, mi sarebbe interessata. Quando guardai oltre le sue spalle, verso la pista da ballo, in cerca della ragazza con il vestito rosso, strinse la presa sul mio braccio, costringendomi a riportare l'attenzione su di lei.

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⏰ Last updated: Sep 05, 2018 ⏰

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