Capitolo II

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Capitolo II:

Brooklyn citofona alla Stark Tower ed Happy Hogan risponde.


Brooklyn stava camminando per le vie di New York, affascinata. Nonostante il caos circostante, come ad esempio le macchine in fiamme o alcuni palazzi distrutti, la ragazza si pentiva di non aver portato con sè la macchinetta fotografica. Quando era arrivata, il buco nel cielo era ancora lì, ma per il momento non vi era traccia di una possibile minaccia. Così aveva alzato le spalle e si era concessa qualche momento di pace, decidendo di prendersela con calma. Purtroppo per lei, non aveva la minima idea di come arrivare alla Stark Tower. Le vie erano per la maggior parte deserte, e le poche persone che aveva incontrano erano ancora sotto shock e non riuscivano a risponderle. Alla fine preferì alzare le spalle e continuare per conto suo, riuscendo a trovare l'edificio dopo solamente un'ora e mezza di cammino.

Non era brava ad orientarsi, Brooklyn.
Arrivata avanti all'edificio, alzò il naso per poterne catturare meglio la magnificenza, a contrasto con quello strano buco nel cielo che sembrava essersi posizionato proprio sopra la Stark Tower. Si mangiucchiò una pellicina sul labbro inferiore, si dondolò sui talloni, si sistemò il felpone grigio sporco che indossava, sospirò pesantemente. "Dovrei citofonare...?" si chiese aggrottando le sopracciglia e socchiudendo gli occhi, cercando di vedere all'interno dell'edificio. La sala d'ingresso sembrava essere vuota. Dopo qualche minuto ancora prese coraggio e si alzò in punta di piedi per premere l'unico pulsante simile a un citono che c'era. La risposta non tardó ad arrivare:

≪Tutti i cittadini devono recarsi ai centri posti al di fuori delle città≫ recitò una voce maschile, e dal tono di voce, Brook capì che quella non doveva essere la prima citofonata nell'arco di dieci minuti. Si schiarì la gola e sfoggiò un sorriso (probabilmente c'era una telecamera nei dintorni):

≪Ciao≫ salutò inanzitutto ≪Sono Brooklyn, e posso aiutarvi≫ sentì la voce grugnire con un sospiro.

≪Vattene ragazzina, è pericoloso≫ poi ci fu un suono sordo, e Brooklyn capì che chiunque ci fosse al di là del citofono, le doveva aver attaccato in faccia. Pressò le labbra con disappunto e citofonò ancora. Questa volta non le rispose nessuno. Allora alzò le maniche della felpa e provò a forzare la porta d'ingresso, senza però riuscirci. Con un impeto di follia, prese un masso poco distante e lo scagliò contro la vetrata della porta, ma questa non si ruppe. Dopo venti minuti buoni, Brook era ancora lì, senza sapere come fare ad entrare. Stanca di stare in piedi, si sedette sul marciapiede lì vicino, avvicinando le ginocchia al petto e incrociando le braccia, sospirando pesantemente e alzando il mento, socchiudendo gli occhi infastidita dalla luce del sole, tornando poi ad abbassare il capo, sconsolata. Forse avrebbe dovuto pensare ad un piano prima di precipitarsi a New York. Non avrebbe mai immaginato che non le avrebbero nemmeno dato il tempo di spiegarsi! Alzò nuovamente il capo verso l'edificio, stringendo le mani a pugno e mordendosi il labbro inferiore, sentendo già la mancanza della sua fattoria. "Forse dovrei tornare a casa" si disse, alzandosi con un piccolo grugnito stanco. Ad un tratto, però, un'ombra calò su di lei, e non appena Brook si voltò sorrise distrattamente, accarezzandosi di sfuggita il tatuaggio sulla mano. C'era ancora una cosa che poteva tentare... dopo di quella, nel caso in cui non avesse funzionato, sarebbe tornata a casa.

Nella Stark Tower, intanto, gli Avengers cercavano di ideare un piano efficace che potesse una volta per tutte porre fine ai piani di Loki. Tony aveva lasciato che Happy Hogan ed un'altra piccola squadra ad occuparsi dei cittadini, mentre Happy controllava il tutto dal suo ufficio, approfittandone per rispondere al citofono (che suonava fin troppe volte, per i gusti del signor Hogan).

≪Se una seconda ondata di Chitauri arriva...≫ stava facendo il punto della situazione Bruce, tamburellando con la penna sul tavolo, ma Natasha non gli diede il tempo di continuare.

≪Continueremo a combattere. Loki vuole usare la Torre, no?≫

≪Esatto≫ confermò Tony, pressando poi le labbra con aria pensierosa senza esternare la sua preoccupazione sempre più crescente ≪Io mi occuperó di Loki e poi vi raggiungerò≫

≪Tony, non puoi farlo da solo≫ lo stava immediatamente fermando Steve, sporgendosi dalla sedia per essergli più vicino, accigliandosi quando sentì qualcuno bussare alla finestra. "Ma siamo all'ultimo piano." pensò distrattamente Cap, voltandosi lentamente insieme agli altri, tanto confusi quanto lui. Sentì qualcuno trattenere il respiro (come lui), altri semplicemente sussultare nel vedere una ragazzina sorridere loro e agitare la mano in segno di saluto, fuori dalla finestra. La ragazzina bussó ancora, premendo di poco le mani sul vetro, come per spingerlo via.

≪Posso entrare?≫ chiese poi gentilmente, chinando il capo da un lato.

Adira - the friendly-neighborhood dragon.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora