«Dove siamo?» aveva la bocca impasta si accasciò quasi sul pavimento, ma io riuscì ad afferrarla in tempo nonostante avessi anch'io le vertigini.

«Siamo nel mio Hotel, tranquilla.. » biasciai, lei mi afferrò per il colletto della camicia e incominciò a guardami intensamente. La volevo, la desideravo come mai avevo desiderato qualcuno. Mia era speciale, ed io volevo fondermi con lei. Stavolta fu la ragazza a precipitarsi sulle mie labbra con la mia stessa intensità e passione. La strinsi ancora una volta a me, tenendola per i fianchi e la sollevai per baciarla meglio, eravamo schiacciati al muro e teneva salde le mani sul mio petto, la sua lingua scivolò sinuosa sulla mia inumidendola, ed io l'accolsi senza frenarmi, lei mi morse il labbro inferiore, ma poi avvertì un briciolo di lucidità e razionalità assieme farsi strada dentro di me.

Dovevo combatterla?

«Siamo arrivati.. » dissi, staccandomi tristemente dal suo corpo, i suoi occhi m supplicavano di baciarla ancora di assaporare ogni centimetro della sua morbida e nuda pelle, così feci: le baciai velocemente la bocca tenendole il mento fra le mani.

«Ti voglio Michael» quel tono disperato mi portò a girare lo sguardo altrove, non dovevo cedere.

«Sei ubriaca.. » biasciai in un tono lamentoso.

«Anche tu.. » sussurrò lei. L'ascensore segnò l'arrivo del quarto piano, così tenni Mia per un braccio e la condussi nella mia camera. Per fortuna l'ambiente era stato rinfrescato del termostato, e un po di aria fresca ci voleva proprio. Non appena entrammo, la ragazzina al mio fianco si tolse le scarpe e si gettò a poso morto sul mio letto.

«E' cosi morbido!!!» strillò abbracciandosi il cuscino, la guardai amorevolmente sorridendo.

Ma cosa stavo combinando? Si, ero ubricato senza ombra di dubbio.

La strana smorfia sul suo viso mi fece pensare ad un possibile conato di vomito, di fatto corse in bagno aprendo la tavoletta del water. Mi fiondai insieme a me, tenendole i capelli.

«Mia.. » sibilai. Tossicchiò dopo aver rigettato tutto l'alcol che aveva in corpo.

«Scusa, non volevo che tu.. vedessi questo scempio.. » con la voce strozzata, si pulí la bocca con il dorso la mano e recuperando successivamente della carta alla sua sinistra.

«Non è vero, sei sempre bella..»

«E tu ti sei deciso finalmente a seguire l'istinto» mi guardò fisso negli occhi, per poi ritornare a vomitare.

Dopo circa dieci minuti, stanca ed esusta si appiggiò al bordo della vasca e si legò i capelli in una cipolla lenta per poi socchiudere gli occhi. La osservai appisolata seduta su quel pavimento accanto al water. Tenevo le braccia salde sulle ginocchia e la testa appoggiata alle mattonelle fredde, spottonai la mia camicia a metà, ma poi sentì anch'io l'istito di avvicinarmi alla tavola così rigettai il troppo alcol che avevo consumato quella sera. Mia non si scostò dalla sua posizone. Mi alzai e lavai la faccia restando a fissare per qualche secondo la mia immagine allo specchio. Tenevo a quella ragazzina dai capelli ramati più di quanto volevo ammttere e far vedere, ma come saremo potuti andare avanti così? Le cose si sarebbero complicate, con Jamie, con Annie...

Cazzo mia moglie!!

Presi dalla tasca il mio cellulare e lo accesi trovando un infinità di messaggi e chiamate di Annie e di qualcun'altro di cui non ricordo il nome, premetti verde e la chiamai.

«Michael? Che diamine hai fatto? Mi sono preoccupata, dove sei???» urlò, la sua voce mi strinse così forte le meningi che dovetti massaggiarmi le tempie. Mi schiarì la gola.

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