Anche adesso che sono vicino a una finestra che dà sui giardini, ma più che sugli alberi, il mio sguardo è fisso a terra, sull'ombra che si è avvicinata e fermata a poca distanza da me.

Stringo il bicchiere tra le mani, spero proprio che Axel riesca a strappare un'altra bottiglia dalle grinfie di Balee. Ne ho più bisogno io che lei stavolta.

«Speravi in un epilogo felice? È solo questione di ol prima che vi troviate di nuovo nei guai».

«Stai zitto». Lo guardo male e Brunnos ghigna, rimanendo appoggiato al muro opposto con le braccia incrociate. Chissà che ha in testa: non capisco nemmeno perché sia qui a darmi noia quando io voglio solo un po' di tranquillità. Avevo intenzione di controllare le effettive condizioni della flotta nel pomeriggio, ma da quando l'ho incrociato in un corridoio, non mi ha dato pace, iniziando a seguirmi in silenzio.

Mai un attimo di pace: non sarà l'Alleanza a distruggere la Starfall, saranno loro due visto che qualcuno fuori sta litigando, dalle voci mi sembrano Aesta e Axel; quando sento i toni farsi troppo caldi e mi dirigo all'esterno sento i passi di Brunnos dietro di me mentre scendo le scale – perché mi deve seguire come un'ombra? Io vorrei solo dimenticarlo, ma lui torna sempre a stravolgermi la vita.

Axel, Aesta e l'Orlan sono nel cortile, si stanno puntando le pistole addosso gli uni con gli altri, ricoprendosi di insulti. Ho paura che le cose andranno a finire male.

«Ora basta!» urlo. «Tutti e quattro, vi voglio tra cinque ked a un tavolo. Sistemiamo le cose una volta per tutte».

Abbassano le armi lentamente, ma sono restii ad andare.

«Voi tre restate comunque prigionieri della Federazione e tu sei direttamente ai miei ordini. Quindi muovetevi, non ho intenzione di perdere molto altro tempo dietro a voi».

Hanno i segni delle percosse sul volto: Aesta ha un occhio nero, l'Orlan un taglio sulla guancia e Brunnos uno sulla tempia sinistra; Axel ha la fronte corrucciata, è decisamente incavolato.

«Tu che ci abbandoni per amore, tu non lo so, tu che ti meriteresti solo un proiettile in fronte». Li indico uno per uno con una penna trovata sul tavolo.

«Che ancora non hai avuto il coraggio di sparare».

«Sta' zitto, Brunnos. Non peggiorare ancora di più la nostra condizione. Butta giù il tuo orgoglio per una volta. Hai perso la guerra e forse altro» ringhia l'Orlan nella sua direzione.

«Non dirmi cosa fare».

Alzo gli occhi al cielo, sembrano due adolescenti in piena crisi di crescita, poi sbatto la mano sul tavolo.

«Zitti. Voglio solo risolvere questa cosa, senza mettere nel mezzo avvocati o altro perché mi è bastato il processo per capirlo: se si continua così o le cose vanno per le lunghe o si arriva a un punto morto. Un trattato lo possiamo fare anche noi, io ho il comando della Starfall, lui è il primo ufficiale e voi due comandate l'Andromeda, basta comportarsi civilmente. Mi sembrate solo dei bambini che litigano per l'ultimo biscotto».

«Che intendi dire?» chiede Brunnos.

«Che posso scendere a patti con voi, basta che non tentiate altri sotterfugi».

Brunnos ghigna. «Allora risolviamola tra noi due, è questo quello a cui vuoi arrivare, no?»

«Veramente è quello che volevo evitare».

Axel ed Aesta si scambiano un'occhiata d'intesa. «La scommessa è ancora valida?» chiede lui.

«Assolutamente» risponde lei seria.

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWhere stories live. Discover now