«Immaginavo fossi qui: Isbel ci veniva spesso quando era di malumore».

«Conoscevate mia madre?»

Si ferma a poca distanza da me e annuisce. «Mi ha parlato spesso di te, ero certa che avresti fatto qualcosa di grandioso nella vita – ne eravamo certi tutti, io, Alyce e Kyllen. Solo che... non pensavamo che avresti mandato i nostri figli in galera».

Scuoto la testa. Sono bastati quei nomi a farmi capire di chi si tratta: Reesha Orlan, la moglie di Shayn Brunnos, la madre di Erix.

«Non è stato lui a mandarmi» mi dice dopo qualche attimo di silenzio, allungando una mano per sfiorarmi la guancia. «Ti ho solo visto di sfuggita nei ol scorsi, ma immagino che ci sia qualcosa ti turba. Si tratta di mio figlio, non è vero?»

Rimango immobile, con lo sguardo fisso in terra, in silenzio. Non so nemmeno io cos'è che non vada, cos'è che mi distrae dalla guerra.

«Ho saputo quel che ti ha fatto. Avrei dovuto tirargli qualche schiaffo in più da piccolo, piuttosto che lasciarlo andare con suo padre. Speravo di non vedere una sua copia, ma a quanto pare mi ha deluso». Continua a sfiorarmi la guancia – anche lei ha le mani fredde.

«Non aver timore di sfogarti: non dirò niente a Erix, è ora che capisca da solo dove ha sbagliato».

«Non lo farà» rispondo in un sussurro. «Ma non ho intenzione di dargli un'altra possibilità».

Reesha sospira, appoggia entrambe le mani sulle mie spalle; non riesco a guardarla negli occhi, mi sento così indifesa in sua presenza. «Non voglio forzarti a farlo, ma credo di conoscere bene mio figlio: non è mai stato in grado di decidere da solo, ha solo paura di deludere gli altri».

«Lui vuole il potere, io non sono altro che una delle pedine che ha scelto».

«Credo debba solo capire cosa vuole davvero. È stato... plasmato da suo padre con quell'idea, ma non credo che faccia davvero per lui. Non dargli un'altra possibilità, ma dagli tempo. Prova a parlarci: credo che... che possa fare bene a entrambi».

«Non voglio più averci a che fare, non dopo quello che mi ha fatto. Ho il ribrezzo al solo pensiero di quel che gli ho permesso di farmi. Preferirei fosse morto».

Senza dire niente, Reesha mi abbraccia, accarezzandomi lentamente i capelli. «Voglio solo aiutarti, so che Isbel l'avrebbe voluto» mi sussurra.

«Puoi... puoi parlarmi di lei?»

Annuisce, continuando a stringermi; sto tremando, ma non per il freddo. Mia madre non è altro che una presenza eterea ormai, i pochi ricordi stanno svanendo.

«L'ho conosciuta durante uno dei suoi tanti esperimenti, quando con Kyllen e Alyce visitammo la base di Kalea. Mi fermai a parlare con lei, adoravo quei pochi momenti in cui riuscivo a parlare di scienza. Era una cosa che mi era stata preclusa da quando avevo sposato Shayn... non è mai stato un matrimonio felice il nostro e la nascita di Erix non ha risolto niente».

Mentirei a dire che mi dispiace aver ucciso l'uomo che ha distrutto la mia famiglia.

«Parlammo per bakif... o meglio, parlò: mi spiegò nei minimi dettagli il suo ultimo lavoro, le cavie di quelli che avrebbero dovuto essere dei soldati fenomenali. Mi dispiace per quel che le è successo, ma non darti la colpa, non è assolutamente a causa tua che fu condannata. Sappi solo che le assomigli davvero tanto: in alcuni momenti mi sembrava che fosse tornata in vita».

«Hanno sempre detto che assomigliavo di più a mio padre».

«Non ho mai conosciuto per bene Kayel... e non credo che i racconti di Shayn fossero corrispondenti al vero. Doveva essere uno dei migliori per aver progettato Minerva. Fa paura sapere di avere tutto quel potere nelle proprie mani?»

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang