«Bene, anch'io sono qui con Carol e Karen» gli sorrisi gentilmente.

«Ottimo, se l'avessi saputo magari ci saremo organizzati assieme» ammiccò, mettendo le braccia conserte.

«Troppo tardi mi sa» e ridemmo insieme, forse non era poi così male.

«Davvero, non credevo proprio di incontrarti qui» continuai, ancora incredula.

«Che ci vuoi fare, sarà il destino» mi zittii, poi fu lui a smorzare il silenzio.

«Hai pensato poi alla mia offerta?» alzai un sopracciglio, confusa.

«Quale offerta?»

«Quella di uscire con me» rispose ovviamente.

«Oh, quel tipo di offerta.. in realtà non lo so»

Quanto ci sarebbe voluto per arrivare al piano terra??

«Mia ti dimostrerò che ti sbagli, sono serio»

«Ok, quando torniamo a Seattle valuterò la tua offerta» non era un brutto ragazzo, che pensasse soltanto al sesso era ormai scontato, ma se si concentrava forse riusciva ad essere gentile. Al liceo mi piaceva probabilmente avrebbe potuto aiutarmi a distogliere l'attenzione da dove non potevo metterci mani su.

«Bene, sono contento che tu abbia accettato non te ne pentirai» finalmente arrivò il piano terra ed io sollevata uscì dall'ascensore.

«Adesso dove vai?»

«Vado... vado da un amico» fu l'unica cosa che mi venne in mente.

«Ah capisco, be' io vado a farmi un tuffo in piscina se ti va raggiungimi» feci un cenno d'appriovaizone, cambiando espressione da simaptica a esasperata intravidi l'auto nera di Travis. Salì a bordo.

«Buongiorno Trav»

«Buongiorno Mia, come stai?» chiese cordialmente dallo specchietto, indossava i suoi soliti occhiali scuri.

«Sto bene, ieri me la sono vista brutto però» risi un po, per sdrammatizzare.

«Si,deve stare più attenta»

«Lo so Jamie me lo dice sempre, e anche Michael ultimamente» riflettei. Nel frattempo eravamo già partiti.

«Quanti giorni staterte qui?» chiesi a Travis.

«Fino venerdì mattina, voi?» incredibile quanto il destino e la coincidenza si siano accorpati per farci restare assieme, mi venne da sorridere.

«Anche noi»

«Che coincidenza!»

«Già..» sibilai, ancora con una punta di divertimento.

In dieci minuti arrivammo nell'Hotel dove si trovava Michael, scesi dall'auto e mi diressi nella grande entrata scorrevole.

Lo vidi. Era seduto sui divani rossi, indossava una camicia color panna con dei ghirigori sulla stoffa, i capelli erano ben pettinati e giocherellava col suo cellulare.

«Hei, hai aspettato molto?» gli andai incontro sorridendo, mi piazzai sul divano accanto a lui.

«Mia!! No per niente sono appena sceso, vuoi qualcosa da bere?» Alzò lo sguardo sul mio viso e posò il cellulare nella sua tasca dei pantaloni.

«Un succo d'arancia se è possibile»

«Va bene aspettami qui» si alzò e andò al bancone del mini bar accanto alla reception, lo osservai meglio. Le sue gambe erano delineate, formate e un paio di spalle larghe e robuste, la sua figura però era elegante, sinuosa e composta. Distolsi lo sguardo dal suo corpo per soffermarmi sul viso quando lo vidi raggiungermi.

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