Mi volto sentendo la voce di Brunnos, osservo le facce sconcertate dei tre prigionieri – l'idea farli di assistere alla battaglia è stata di Zavis, non mi aspettavo che potesse dimostrarsi così cattivo.

«Siete arrivati al capolinea. Per quanto tu possa essere abituato a vincere, arriverà il momento in cui ti ritroverai sul baratro della sconfitta: ci sei appena arrivato. Se lanci una moneta, non cadrà sempre su una faccia».

«Prima carica completata» annuncia il computer di bordo.

«Fate fuoco» dico loro senza voltarmi. Continuo a guardarlo, è la prima volta che lo vedo in catene, mi sembra quasi... strano.

Basta abbassare una leva. Basta un semplice gesto per scatenare l'inferno sotto di noi. L'energia elettromagnetica di Minerva destabilizza le navi, facendole esplodere.

«Seconda carica iniziata. Cinque ked al caricamento completo».

«Ci stanno puntando contro con le navi più leggere, posso farli pentire o devo avere ordini scritti?» urla Axel.

«Hai carta bianca».

Aesta si morde un labbro. Sa cosa significhi dare carta bianca ad Axel. Guai – per chi ci venga incontro.

«Perché?» Brunnos mi guarda, ha una smorfia dipinta in volto.

«Siamo in guerra, non è politica questa, non sono parole volanti e qui contano i fatti. E adesso i fatti sono che le vostre navi non sono attrezzate per reggere l'energia di Minerva» gli rispondo mentre sorrido e incrocio le braccia dietro la schiena. L'Alleanza crollerà davanti ai suoi occhi.

La nave vira improvvisamente, riesco ad afferrare all'ultimo il corrimano, ma Brunnos e le altre due cadono a terra. Mi precipito al posto di comando, non ho intenzione di volare di sotto per colpa di un pilota troppo propenso alle acrobazie.

«Carica completata».

«Fate fuoco di nuovo. Prima della terza cerica deviate gli attacchi ai cannoni normali. Dobbiamo toglierci di torno quelle navi leggere».

«State compiendo un massacro».

Ma non mi dire, cretino. Abbiamo solo fatto fuori qualche BC con tutti gli uomini a bordo e mediamente ce ne stanno due – tremila.

«Speri di tirarmi fuori i sensi di colpa adesso? Sei mai stato a bordo di una nave prima d'ora nel mezzo di una battaglia?»

«No, se ne teneva ben lontano. Non ha la minima idea di cosa sia una battaglia» risponde l'Orlan storcendo la bocca, mentre guarda i rottami all'esterno: la Perseus è esplosa davanti ai loro occhi, ha segnato la fine della loro era.

«Nave 5930, rispondete. È la terza chiamata questa».

«Qui nave 5930» risponde Axel.

«Sospendete ogni attacco. L'Alleanza si è arresa dopo la distruzione della Perseus».

Ci sono attimi di silenzio in cui ci guardiamo gli uni con gli altri.

«Avete fatto un ottimo lavoro, la vittoria è tutto merito vostro. Potete atterrare sull'Atlantis, guardate di farlo per bene stavolta».

Qualcuno ride alla battuta; Axel no, grugnisce, borbotta qualcosa.

«Perché non esultate? Avete vinto». Guardo Aesta, inginocchiata accanto all'Orlan.

«Perché dovremmo? Abbiamo perso molti uomini, oggi come nei ol scorsi. La battaglia è finita, la guerra no». Aesta annuisce, abbassa lo sguardo.

Attraversiamo una zona piena di detriti: di tanto in tanto si sente il rumore sordo dei pezzi di metallo che sbattono sulla Starfall con poca forza, ma abbastanza per deviare il loro cammino nello spazio. Nessuno li considera: siamo abituati ai relitti, alle carcasse galleggianti – segni di battaglie che ancora solcano lo spazio con il loro carico di morte.

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWhere stories live. Discover now